Le nostre vecchie auto diesel stanno invadendo l’Est Europa

Secondo uno studio di Transport & Environment la maggior parte delle auto usate importate in Bulgaria nel 2017 provenivano dall’Italia e il gruppo Fiat-Chrysler risulta essere il produttore di veicoli diesel più inquinanti in Europa.

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Lo scandalo dieselgate si è diffuso a livello globale e ha coinvolto la maggior parte delle case automobilistiche europee, ma per le strade dell’UE circolano ancora 37 milioni di veicoli diesel sporchi e inquinanti, causando migliaia di morti premature e danni ancora maggiori alla salute pubblica e al benessere dei cittadini.

Come reazione, i Sindaci delle grandi capitali europee, come Parigi, Madrid, Oslo, Amsterdam, Atene e Roma, hanno cominciato a pianificare divieti di circolazione delle auto diesel nelle proprie città per migliorare la qualità dell’aria.
Di conseguenza, con l’imminente arrivo delle restrizioni, gli automobilisti “abbandonano” i loro vecchi diesel e molti di essi finiscono nell’Est Europa.

Purtroppo esistono poche misure efficaci per limitare la circolazione di veicoli inquinanti nell’Europa dell’Est e l’unica misura prevista a Praga per il 2019 è stato posticipata, quindi i diesel possono continuare a inquinare ovunque impunemente.

In Europa occidentale cominciano a circolare veicoli puliti, ma il problema dell’inquinamento atmosferico in Europa non è stato risolto, si è solo drammaticamente spostato verso Est, aumentando il divario esistente sulla qualità dell’aria tra Est e Ovest.

La Bulgaria, che detiene la Presidenza dell’UE, è un esempio calzante, poiché rischia di essere sommersa dai nostri diesel vecchi e inquinanti.
Il gruppo di ricerca Transport & Environment ha calcolato per la prima volta il numero esatto dei veicoli diesel che vengono importati in Bulgaria e l’inquinamento tossico che ne consegue.
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Solo nel 2017 la Bulgaria ha importato oltre 100.000 auto usate, più di un terzo delle quali erano diesel inquinanti (35.000).
Oltre la metà dei veicoli diesel ha più di 10 anni di età e non è dotata dei filtri antiparticolato presenti su tutte le auto dal 2011, emettendo così particelle fini cancerogene che in Bulgaria sono già responsabili di oltre 13.000 morti premature ogni anno.
Per quanto riguarda il biossido di azoto, sostanza al centro dello scandalo dieselgate, i diesel usati esportati in Bulgaria lo scorso anno hanno prodotto in media emissioni 12 volte superiori rispetto all’attuale limite di NOx dell’UE, ossia 1.030 mg / km invece degli 80 richiesti.
Ciò significa che un’automobile diesel usata importata, che percorre in media 10.000-15.000 km annui, nel 2017 avrebbe emesso 10 – 15 kg di Nox.

Secondo Transport & Environment, la maggior parte delle auto usate provenivano dall’Italia e il gruppo Fiat-Chrysler risulta essere il produttore di veicoli diesel in media più inquinanti in Europa.

Nei giorni scorsi i Ministri dell’Ambiente europei si sono riuniti a Sofia proprio per discutere sulle azioni concrete da intraprendere per affrontare l’inquinamento atmosferico e l’attuazione della legislazione ambientale dell’UE.
Ben 9 Stati membri (Regno Unito, Repubblica ceca, Germania, Spagna, Francia, Italia, Ungheria, Romania e Slovacchia) sono attualmente in attesa di conferma dei procedimenti di infrazione dall’UE per il mancato rispetto del limite per il biossido di azoto di 40 μg / m3, in vigore dal 2010.

Troppe aree in Europa continuano a non soddisfare gli standard di qualità dell’aria e non sono soddisfatto di questa situazione. – ha affermato il Commissario europeo per l’ambiente, Karmenu VellaLa responsabilità della Commissione è nei confronti dei cittadini europei. E saremo all’altezza di questa responsabilità. Ciò significa l’applicazione, laddove necessario, specialmente nei casi in cui non sono state prese misure supplementari credibili, tempestive ed efficaci necessarie. In questi casi proporrò di deferire la questione alla Corte di giustizia europea”.

Oltre alle giuste sanzioni, sono necessarie anche misure europee comuni per evitare che i veicoli diesel usati vengano scaricati nei paesi dell’Est Europa, perché ciò è contrario al principio del mercato unico e allo spirito delle sue norme sui prodotti.
Il flusso di vecchie auto diesel inquinanti deve essere limitato, in modo da proteggere l’ambiente e la salute pubblica ed essere allineato alle regole del mercato unico.

In particolare, prima di essere accettati per l’importazione in un altro Paese europeo, i veicoli Euro 5 e 6 soggetti a richiami obbligatori o volontari dovrebbero essere reimmatricolati solo se sono stati sottoposti agli aggiornamenti software o hardware richiesti.

L’inquinamento atmosferico in Europa non può essere spostato nei Paesi di serie B; il problema deve essere risolto al più presto affinché qualsiasi cittadino europeo possa respirare aria pulita.



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