Fornitura componenti auto: la Commissione multa altri tre cartelli

Continuano le indagini della Commissione su altrettanti casi di accordi anticoncorrenziali fra imprese fornitrici di componenti auto. Sotto la lente, ieri: candele e sistemi di frenata. Ma non solo.

Multa antitrust

Proseguono, a Bruxelles, le indagini e le multe della Commissione su pratiche antitrust nel settore della componentistica per auto. Dopo aver multato alcuni fornitori di cuscinetti per autoveicoli, sistemi di cablaggio dei cavi, schiuma flessibile per sedili, sistemi di riscaldamento per parcheggi di auto e camion, alternatori e starter, condizionatori e sistemi di raffreddamento del motore, sistemi di illuminazione e sistemi di sicurezza degli occupanti, sotto la lente della Commissione sono finiti 3 cartelli riguardanti la fornitura di candele di accensione e sistemi di frenata.

È pari a 76 milioni di Euro l’ammenda imposta a Bosch (Germania), Denso e NGK (Giappone) colpevoli di accordi vantaggiosi tra le società per la fornitura si candele alle Case automobilistiche del Sistema Economico Europeo (SEE).

Il cartello che è andato avanti per diversi anni dal 2000 al 2011 mirava ad evitare la concorrenza rispettando i rispettivi clienti tradizionali e mantenendo lo status quo esistente nel settore delle candele d’accensione nel SEE. Le tre società, attraverso contatti bilaterali tra Bosch e NGK e tra Denso e NGK, hanno scambiato informazioni commercialmente sensibili e in alcuni casi hanno concordato i prezzi da quotare a determinati clienti, la quota di forniture a clienti specifici e il rispetto dei diritti di fornitura storici.

Nel determinare le ammende, la Commissione ha tenuto conto delle vendite delle società generate nel SEE dalla fornitura di candele alle fabbriche automobilistiche con impianti di produzione nel SEE. La Commissione ha inoltre considerato la natura grave dell’infrazione, la sua portata geografica e la sua durata. La Commissione ha inoltre applicato una riduzione dell’ammenda del 10% per Bosch e Denso, tenendo conto del loro minore coinvolgimento nell’infrazione.

Ai sensi della comunicazione sulla cooperazione del 2006 della Commissione, Denso ha ricevuto la piena immunità per aver rivelato l’esistenza del cartello evitando così una salatissima multa di circa 1 milione di Euro. Bosch che dovrà pagare 45.834.000 Euro e NGK che ne sborserà “solo” 30.265.000 Euro hanno beneficiato di riduzioni delle ammende (rispettivamente del 28 e del 42%) grazie alla collaborazione fornita durante l’inchiesta.

Inoltre, ai sensi della comunicazione della Commissione del 2008, la Commissione ha applicato una riduzione del 10% alle ammende inflitte in considerazione del riconoscimento da parte delle parti della loro partecipazione all’intesa e della loro responsabilità a tale riguardo.

Multati, come si diceva poc’anzi, anche due altri cartelli relativi alla fornitura di sistemi di frenata. Il primo, che riguardava la fornitura di sistemi di frenata idraulica (HBS) ha coinvolto: TRW (dapprima USA, ora ZF TRW, Germania), Bosch (Germania) e Continental (Germania); il secondo cartello riguardava la fornitura di sistemi di frenata elettronica (EBS) e ha visto il coinvolgimento di Bosch e Continental.

In totale sono 75 i milioni di Euro che costituiscono l’ammenda spiccata dalla Commissione. In entrambi i cartelli, i tre fornitori di ricambi auto hanno mirato a coordinare il loro comportamento sul mercato scambiando informazioni sensibili, anche su elementi di prezzo. Il coordinamento si è svolto in riunioni bilaterali e tramite conversazioni telefoniche o scambi di e-mail. Il primo cartello è durato da febbraio 2007 a marzo 2011 e riguardava le discussioni sulle condizioni generali di vendita dei sistemi di frenatura idraulica per due clienti, Daimler e BMW. Il secondo cartello è durato da settembre 2010 a luglio 2011 e riguardava un’offerta specifica per sistemi di frenata elettronica per Volkswagen.

Nel determinare il livello delle ammende, la Commissione ha tenuto conto, in particolare, del valore delle vendite nel SEE raggiunto dai partecipanti al cartello per i prodotti in questione, della gravità dell’infrazione, della portata geografica e della durata.

TRW ha ricevuto la piena immunità per aver rivelato il cartello HBS, evitando così un salasso pari a circa 54 milioni di Euro! Continental ha ricevuto l’immunità per aver rivelato il cartello EBS, evitando così una multa di circa 22 milioni di Euro per questo cartello; Bosch e Continental (per il cartello per il quale non ha ricevuto l’immunità) hanno beneficiato di riduzioni delle ammende per la loro cooperazione con l’indagine della Commissione. Anche in questo caso le riduzioni riflettono i tempi della cooperazione delle società e la misura in cui le prove fornite hanno aiutato la Commissione a provare l’esistenza dei cartelli in cui erano coinvolti.

Inoltre, sempre ai sensi della comunicazione della Commissione del 2008, la Commissione ha applicato una riduzione del 10% alle ammende inflitte alle società in considerazione della loro presa di conoscenza della partecipazione all’intesa e della responsabilità a tale riguardo.In totale, per il primo cartello, Bosch dovrà pagare 12.072.000 Euro, e Continental 44.006.000 Euro; per il secondo cartello, Bosch dovrà sversare 19.348.000 Euro.

Ma non è tutto, sempre nella stessa giornata di ieri, la Commissione ha multato per 395 milioni di Euro 4 vettori marittimi: CSAS (Cile), “K” Line , MOL e NYK (Giappone) e la compagnia norvegese/svedese WWL-EUKOR che per quasi 6 anni, da ottobre 2006 a settembre 2012 hanno formato un cartello nel mercato del trasporto marittimo di nuove auto, camion e altri veicoli di grandi dimensioni come mietitrebbie e trattori, su varie rotte tra Europa e altri continenti.

Il cartello ha interessato sia gli importatori di automobili europei che i clienti finali, poiché i veicoli importati sono stati venduti all’interno dello Spazio economico europeo (SEE), ma anche i produttori europei di veicoli, poiché i loro veicoli sono stati esportati al di fuori del SEE. Nel 2016, circa 3,4 milioni di veicoli a motore sono stati importati da paesi non UE, mentre l’UE ha esportato più di 6,3 milioni di veicoli verso paesi non UE nel 2016. Quasi la metà di questi veicoli sono stati trasportati dai vettori che sono stati multati oggi.

Le tre decisioni prese oggi dimostrano che non tollereremo comportamenti anticoncorrenziali nei confronti dei consumatori europei e industrie – ha dichiarato la commissaria Margrethe Vestager, responsabile della politica di concorrenza – aumentando i prezzi dei componenti o i costi di trasporto per le automobili, i cartelli hanno danneggiato in ultima analisi i consumatori europei e inciso negativamente sulla competitività del settore automobilistico europeo, che impiega circa 12 milioni di persone nell’UE“.

Queste decisioni sono solo una parte del lavoro che abbiamo fatto di recente per difendere la concorrenza leale nei mercati di auto e camion. Abbiamo già imposto multe di oltre sei miliardi di euro in dieci casi riguardanti i mercati automobilistico e dei camion. E saremo attivi in questo settore finché continueremo a trovare aziende che sperano di ottenere profitti più alti colludendo invece di competere“. “La produzione automobilistica è anche un’importante industria europea – ha concluso – una delle quali sostiene un gran numero di posti di lavoro in tutta Europa… Solo nel 2016, l’UE ha esportato oltre 190 miliardi di euro di auto. Quindi un cartello come quello tra i vettori marittimi che ha aumentato il costo di esportazione di automobili europee, è una minaccia per l’industria e l’occupazione europea“.


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