Mobilità sostenibile: la Commissione bacchetta Malta e Romania

I due Paesi membri deferiti alla Corte di Giustizia UE per non aver comunicato in tempo utile i propri quadri strategici nazionali per la realizzazione di infrastrutture locali per la diffusione di combustibili alternativi.

carburante alternativo

Nella Sessione del 25 gennaio scorso, la Commissione Europea ha deciso di deferire alla Corte di Giustizia Ue Malta e Romania colpevoli di non aver attuato le norme comunitarie in specie alla Direttiva 2014/94/UE del 22 ottobre 2014 sulla realizzazione di un’infrastruttura per i combustibili alternativi.

La Direttiva succitata (art. 1: Oggetto), “stabilisce un quadro comune di misure per la realizzazione di un’infrastruttura per i combustibili alternativi nell’Unione per ridurre al minimo la dipendenza dal petrolio e attenuare l’impatto ambientale nel settore dei trasporti. […] stabilisce requisiti minimi per la costruzione dell’infrastruttura per i combustibili alternativi, inclusi i punti di ricarica per veicoli elettrici e i punti di rifornimento di gas naturale (GNL e GNC) e idrogeno, da attuarsi mediante i quadri strategici nazionali degli Stati membri, nonché le specifiche tecniche comuni per tali punti di ricarica e di rifornimento, e requisiti concernenti le informazioni agli utenti“.

Ebbene, i due Paesi membri non hanno notificato proprio i loro quadri strategici nazionali che, secondo la norma comunitaria sono lo strumento principale per garantire l’accumulazione coordinata di un’infrastruttura di carburanti alternativi sufficiente, compresi i punti di ricarica per i veicoli elettrici e i punti di rifornimento per il gas naturale e l’idrogeno.

L’istituzione di tali quadri aiuta inoltre ad evitare una frammentazione del mercato interno grazie a un’introduzione coordinata dei combustibili alternativi. Va detto che il termine ultimo per la notifica alla Commissione dei quadri politici nazionali è scaduto il 18 novembre 2016 ed in questo lasso di tempo, malgrado una lettera di messa in mora (15 febbraio 2017) e un parere motivato (13 luglio 2017), i due Paesi membri non sono riusciti ad ottemperare ai loro obblighi.

Ricordiamo che puntare su infrastrutture nazionali di distribuzione dei combustibili alternativi rientra fra le strategie per l’attuazione, in Europa, della mobilità sostenibile, come, peraltro, già annunciato lo scorso autunno in occasione dell’adozione del “Pacchetto sulla mobilità pulita” (8 novembre 2017).

Tale “Pacchetto“, che ha l’obiettivo di rafforzare la leadership europea nel settore dei veicoli meno inquinanti rappresenta, per i decisori comunitari, un passaggio fondamentale nella direzione degli impegni sottoscritti dall’Accordo di Parigi per una riduzione obbligatoria della CO 2 nazionale di almeno il 40% fino al 2030.

Proprio in questo senso il corpus di iniziative prevede anche la valutazione dettagliata dei rispettivi quadri strategici nazionali dei Paesi membri e precise soluzioni di investimento per lo sviluppo del mercato e di infrastrutture legate alla distribuzione di combustibili a basso impatto ambientale.

Siamo entrati in un’era di trasformazione economica rispettosa del clima – aveva dichiarato all’adozione del Pacchetto il vicepresidente responsabile per l’Unione dell’energia, Maroš Šefčovičl’attuale serie di proposte stabilisce le condizioni affinché i produttori europei possano guidare la transizione energetica globale anziché seguirne altre… Li incoraggerà a fabbricare le auto migliori, più pulite e più competitive, riacquistando così la fiducia dei consumatori. Questo è un grande passo nella giusta direzione: un’economia europea moderna e sostenibile con un’aria più pulita nelle nostre città e una migliore integrazione delle rinnovabili nel presente e nel futuro sistemi energetici“.

La Commissione sta intraprendendo azioni senza precedenti in risposta a una sfida sempre crescente – aveva fatto eco il Commissario per i Trasporti Violeta Bulcconciliare le esigenze di mobilità degli europei con la protezione della loro salute e del nostro pianeta. Tutte le dimensioni della sfida vengono affrontate: promuovere veicoli più puliti, rendere l’energia alternativa più accessibile e migliorare l’organizzazione del nostro sistema di trasporto, in modo da mantenere l’Europa e gli europei in movimento in modo più pulito“.

Ci auguriamo che tali indicazioni strategiche siano perseguite nei termini condivisi.
Il tema della mobilità, con tutte le problematiche che si porta dietro soprattutto in termini di emissioni dannose per il clima e la salute rappresenta un importante ambito di rinnovamento per il conseguimento della sostenibilità nelle azioni quotidiane.

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