Aumenti pedaggi autostradali: l’ira dei consumatori e della politica
Il Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture ha comunicato un aumento medio dei pedaggi del 2,74% sulla rete delle autostrade italiane.
Puntuali come ogni anno, sono entrati in vigore dal primo gennaio scorso gli adeguamenti delle tariffe di pedaggio autostradale.
L’incremento medio del pedaggio per i veicoli sull’intera rete autostradale, secondo i calcoli del Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture sulla base delle percorrenze 2016, risulta essere pari al 2,74%.
Per oltre la metà dell’intera estensione autostradale le variazioni riconosciute risultano in linea con il tasso d’inflazione corrente e per diverse tratte l’effetto degli arrotondamenti non determina alcuna variazione.
Tuttavia, per alcuni tragitti l’aumento è davvero notevole.
Se ne sono accorti gli automobilisti dei 31 chilometri Aosta Ovest – Morgex, gestita dalla concessionaria Rav, che hanno visto un rincaro del 52%, della Strada dei Parchi con aumento del 12,89%, e delle Autostrade Meridionali a +5,98%.
Secondo Autostrade per l’Italia l’incidenza di tali incrementi risulta comunque circoscritto per via del limitato volume di traffico interessato (complessivamente 4,45% del totale della rete).
Infatti i volumi di traffico delle tratte interessate sono pari a 0,11% per RAV; 2,35% per Strada dei Parchi; 1,99% per Autostrade Meridionali.
Altri aumenti tariffari significativi riguardano la Milano Serravalle – Milano Tangenziali (+13,91%) e la Torino – Milano (+8,34%), i cui incrementi coprono in particolar modo gli investimenti di adeguamento e potenziamento della rete eseguiti.
Subito è scattata la protesta dei consumatori.
“Si tratta di aumenti inaccettabili. – ha tuonato Massimiliano Dona, Presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. – Anche se il rialzo medio dei pedaggi sulla rete autostradale è del 2,74%, ci sono incrementi bulgari. Avere rincari del 13,91%, come per la Milano Serravalle, vuol dire mandare in tilt i bilanci di quei pendolari costretti a prendere quella tratta”.
Punta il dito contro le privatizzazioni Adusbef, secondo la quale il passaggio della gestione della rete autostradale nelle mani dei privati si è tradotta in aggravi economici per i cittadini e in notevoli vantaggi per i concessionari.
La rete autostradale, anche se privata, è di fatto un monopolio naturale in assenza di una reale situazione di concorrenza, dato che una tratta non può essere affidata a più concessionari in concorrenza tra loro né, ovviamente, si possono costruire due autostrade parallele per avere più concessionari.
A rimetterci, secondo Adusbef, sono, come sempre, i consumatori.
Inoltre, la competenza della revisione delle tariffe autostradali è passata dal CIPE (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica) che aveva il compito di vigilare su decine di prezzi, all’ANAS e poi al Ministero delle Infrastrutture, ma nel sistema di calcolo degli aumenti non sono intervenute variazioni rilevanti.
Inoltre, i parametri sulla base dei quali i concessionari presentano le richieste di aumento, così come il contenuto delle concessioni, non sono pubblici, poiché si tratta di dati sensibili di società private, quindi diventa difficile stabilire un percorso annuo con il Ministero competente, che assegna gli aumenti richiesti senza avere basi reali di confronto.
“Ci auguriamo – dichiarano i rappresentanti di Adusbef – che quanto prima il controllo dell’adeguamento delle tariffe passi all’Autorità dei Trasporti con la gradualità prevista dalla scadenza delle concessioni: auspichiamo che il compito di indire le gare per il rinnovo delle concessioni e di stabilire le convenzioni venga assegnato quanto prima all’Autority, che dovrà valutare se concedere o meno gli aumenti in base un modello tariffario già studiato per l’autostrada Torino-Ivrea-Aosta. Questa tratta è la prima che ha visto scadere la concessione e che a fine anno ha registrato un aumento dei pedaggi del +1,74% che, se venisse già applicato lo schema dell’Autorità, non ci sarebbe stato”.
Con l’avvicinarsi delle elezioni anche la politica si è fatta sentire.
“Si tratta di aumenti che arricchiscono chi è già ricchissimo – ha affermato Lucio Malan (FI), Questore del Senato – In presenza di una inflazione allo 0,9% vediamo aumenti medi del 2,7%, con picchi a livelli stellari, come l’8,34% della Torino-Milano. Chi ci perde pesantemente sono automobilisti, consumatori e sistema Paese, chi ci guadagna sono colossi che già prima degli aumenti avevano profitti enormi e senza rischi”.
“Con il nuovo anno – ha spiegato Paolo Grimoldi, Segretario della Lega Lombarda e deputato della Lega – centinaia di migliaia di pendolari lombardi che sono costretti a spostarsi con l’auto lungo l’autostrada A4 o con le altre autostrade che collegano (da Pavia, da Lodi, da Novara ecc) a Milano dovranno pagare 10 centesimi in più ad ogni barriera di ingresso o uscita da Milano. Questo significa, per chi utilizza queste autostrade ogni giorno per lavoro, circa 1 euro in più a settimana se oltrepassano una sola barriera tra andata e ritorno oppure anche 2 euro se si oltrepassa anche una seconda barriera milanese”.
“I rincari di quasi il 13% dei pedaggi autostradali dell’A24 e A25 – ha dichiarato il deputato pescarese del M5S Gianluca Vacca – sono l’ennesimo schiaffo dato ai cittadini, in particolare agli abruzzesi, che non solo devono percorrere da mesi un’autostrada in gran parte a corsia unica, a causa dei lavori urgenti di manutenzione in corso, ma si vedono costretti a pagare ben 3 volte, e con tariffe spropositate, un’infrastruttura pubblica, che dovrebbe appartenere a loro. Oltretutto i contratti di concessione sono praticamente un ‘segreto di Stato’, poiché, a differenza degli altri Paesi europei, non sarebbero reperibili on line e quindi non si potrebbero consultare liberamente, nonostante l’Autorità dei Trasporti abbia più volte sollecitato a renderli pubblici”.
“Se l’aumento medio dei pedaggi autostradali per il 2018 si attesta intorno al 2,70% sul territorio nazionale, è indubbio che l’aumento del 12,89% previsto per l’Autostrada dei Parchi è a dir poco paradossale. – ha affermato il Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti – Infatti, pur comprendendo ogni possibile variabile utile ad un riallineamento del pedaggio su tariffe più aggiornate, in questo caso salta all’occhio come tale riallineamento ometta diversi fattori da valutare, fattori che nell’ambito dei servizi offerti al cittadino costituiscono elementi invece imprescindibili, a partire – per fare solo un esempio – da quello della gradualità”.
Per quanto riguarda la Strada dei Parchi, a seguito dell’incontro tra il Ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Graziano Delrio e i Presidenti della Regione Lazio Nicola Zingaretti e della Regione Abruzzo Luciano D’Alfonso, qualcosa si è già mosso.
“Abbiamo tutti chiaro che gli incrementi, comunque autorizzati su base di sentenze giudiziarie, vanno calmierati – ha commentato il Ministro Delrio – Per questo abbiamo deciso di mettere a disposizione risorse per consentire gli sconti ai pendolari fino al 20% sulle due autostrade”.
La proposta alla Concessionaria delle A24 e A25 prevede infatti uno sconto per pendolari con Telepass fino a un massimo del 20%, attraverso la disponibilità del Ministero e delle Regioni Lazio e Abruzzo che copriranno il mancato introito.
Inoltre, visto l’alto rischio sismico delle due autostrade il Ministero chiederà un contributo statale per la messa in sicurezza della Strada dei Parchi, per permettere in futuro, insieme agli investimenti realizzati, un adeguamento della tariffa non superiore al 4%.