Emissioni di CO2: in lieve diminuzione nel 2016
Secondo le stime preliminari di Eurostat, le emissioni di anidride carbonica nell’Unione Europea sono scese dello 0,4%.
Eurostat, l’Ufficio statistico dell’Unione Europea, ha valutato che nel 2016 nei Paesi UE le emissioni di anidride carbonica (CO2) derivanti dalla combustione dei combustibili fossili sono diminuite dello 0,4% rispetto all’anno precedente.
Le stime preliminari delle emissioni di CO2 derivanti dall’utilizzo di energia sono calcolate da Eurostat sulla base di statistiche mensili sull’energia e non includono le emissioni derivanti dalla combustione di rifiuti non riciclabili.
Le emissioni di CO2 sono fortemente responsabili del riscaldamento globale e rappresentano circa l’80% di tutte le emissioni di gas a effetto serra dell’UE.
I fattori che influenzano le dinamiche di emissione di anidride carbonica sono molteplici e comprendono condizioni climatiche, crescita economica, dimensione della popolazione, trasporti e attività industriali.
Per contrastare il problema, molte iniziative europee legate all’efficienza energetica mirano a ridurre le emissioni di CO2 e di altri gas a effetto serra.
Occorre notare che le importazioni e le esportazioni di prodotti energetici hanno un impatto sulle emissioni di CO2 nel Paese dove i combustibili fossili sono bruciati: per esempio, se il carbone viene importato, questo porta ad un aumento delle emissioni; mentre se viene importata l’elettricità, non ha alcun effetto diretto sulle emissioni nel paese d’importazione, in quanto le emissioni verrebbero segnalate nel paese esportatore dove viene prodotta l’elettricità.
Secondo le stime preliminari delle emissioni di CO2 derivanti dall’uso di energia per il 2016 pubblicate da Eurostat, i cali di emissioni sono state registrati in 11 Stati membri, in particolare a Malta (-18,2%), in Bulgaria (-7,0%), Portogallo (-5,7%) e Regno Unito (-4,8%).
Anche in Italia le emissioni sono scese del 2,9%.
Al contrario, sono 17 gli Stati membri dove le emissioni di CO2 sono aumentate con la percentuale più alta in Finlandia (+ 8,5%), seguita da Cipro (+ 7,0%), Slovenia (+ 5,8%) e Danimarca (+ 5,7%).