Emissioni auto: Germania, Italia e Spagna rallentano i controlli
La Ong Transport & Environment lancia l’allarme contro i governi che favoriscono le case automobilistiche.
I governi dei Paesi delle grandi case automobilistiche, in particolare la Germania, l’Italia e la Spagna, stanno frenando gli sforzi volti a rafforzare il sistema dei test di emissioni sui veicoli e stanno facendo circolare sulle strade europee milioni di auto inquinanti.
È l’allarme lanciato da Transport & Environment (T&E), la federazione europea con sede a Brussels che si occupa di trasporti e ambiente.
I tre governi si oppongono ai nuovi controlli che la Commissione europea richiede sulle auto già vendute per verificare che continuino a produrre livelli accettabili di emissioni.
Oltre a Germania, Italia e Spagna, anche Polonia, Bulgaria e Repubblica Ceca si stanno opponendo alle verifiche sugli enti di controllo affinché facciano correttamente il proprio lavoro e verifichino le emissioni delle auto già in strada.
Solo la Francia, il Regno Unito, i Paesi Bassi e la Danimarca sostengono una riforma significativa del sistema di approvazione delle auto in vendita.
“I governi si comportano sfacciatamente come se il Dieselgate non fosse mai accaduto, – ha dichiarato Julia Poliscanova, responsabile T&E per i veicoli puliti e la qualità dell’aria – cercando di indebolire i controlli dell’UE sui veicoli e le autorità nazionali di regolamentazione che sono al centro dei problemi attuali in materia di emissioni in Europa. Paesi come la Germania, l’Italia e la Spagna si oppongono a una vigilanza efficace e indipendente, a dispetto della prova indiscutibile che sono stati proprio loro i responsabili dello scandalo di Dieselgate per non aver controllato in modo adeguato le regole di emissione delle vetture”.
All’inizio di aprile il Parlamento europeo ha votato per rafforzare le regole di omologazione dopo che la Commissione di inchiesta sulla Misurazione delle emissioni nel settore automobilistico (EMIS) aveva evidenziato il fallimento del rispetto delle regole esistenti con il risultato che sulle strade europee ora circolano 29 milioni di veicoli diesel sporchi e inquinanti.
L’inganno di Volkswagen e, più recentemente, il trattamento speciale riservato a Fiat sono la punta di un iceberg su cui le autorità nazionali continuano a chiudere un occhio, anche dopo le rivelazioni.
“Solo i controlli severi sulle auto e sulle autorità di collaudo a livello europeo – ha concluso Julia Poliscanova – possono finalmente portare regolarità ed evitare migliaia di morti premature causate dai fumi tossici di anidride carbonica, dovuti in gran parte dal traffico di veicoli diesel. Nelle prossime riunioni i governi dell’UE dovrebbero adeguarsi al Parlamento europeo e sostenere quelle riforme che garantiscano il rispetto dei limiti di inquinamento atmosferico”.
Secondo i dati dell’Agenzia europea per l’ambiente, ogni anno oltre 70.000 europei muoiono prematuramente a causa degli alti livelli di biossido di azoto nelle città e le case automobilistiche avrebbero potuto impedire molti di questi decessi rispettando correttamente le regole.