Radiazione veicoli per esportazione: le nuove regole creano allarme
ADA e AIRA contrarie all’azzeramento dei controlli previsto nello schema di Decreto legislativo sulla gestione dei dati di circolazione e proprietà dei veicoli.
Riciclatori di auto in allarme dopo l’approvazione – in via preliminare da parte del Consiglio dei Ministri e attualmente all’esame delle Commissioni parlamentari – del testo dello schema di nuovo D. Lgs. recante: “Razionalizzazione dei processi di gestione dei dati di circolazione e di proprietà di autoveicoli, motoveicoli, rimorchi finalizzata al rilascio di un documento unico“.
L’allarme, lanciato dalle Associazioni ADA – Associazione Nazionale Demolitori Autoveicoli e AIRA – Associazione Industriale Riciclatori Auto aderenti a FISE UNIRE – Unione Nazionale Imprese Recupero, rilancia il tema più volte toccato della radiazione veicoli per esportazione.
“Si rischia di favorire traffici illeciti di rifiuti ed elusione – scrivono le Associazioni summenzionate in un Comunicato Stampa diramato stamane – con questa norma si favorisce la libera circolazione dei rifiuti, non delle merci“.
Secondo le Associazioni, contrariamente a quanto sostenuto dal Sottosegretario di Stato Umberto Del Basso De Caro e come invece evidenziato da Alessandro Bratti, Presidente della Commissione Parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e da un gruppo di senatori del PD ai Ministri dell’Ambiente, dei Trasporti e della PA; queste norme, qual ora dovessero trovare applicazione, costituiscono: “Un passo indietro che rischia di favorire fenomeni elusivi collegati all’esportazione dei veicoli e rende più ardua la lotta ai traffici illeciti di rifiuti“.
Infatti lo schema di Decreto Legislativo riscrive l’articolo n. 103 del Codice della Strada dal titolo “Obblighi conseguenti alla cessazione della circolazione dei veicoli a motore e dei rimorchi“, azzerando le norme introdotte per scoraggiare l’esportazione illecita di autovetture dalla Legge di Stabilità del 2015 che prevedeva, per la radiazione per esportazione, la certificazione dell’effettiva reimmatricolazione all’estero del veicolo.
Le Associazioni sottolineano che spesso accade che i veicoli vengano esportati non per essere utilizzati nei Paesi di destino, ma per essere, diversamente da quanto previsto dalla normativa comunitaria, demoliti, realizzando così una esportazione di rifiuti e non di beni e sottraendo materiale prezioso all’industria nazionale del riciclo e a quella siderurgica. Con tale modifica, si compierebbe un passo indietro, con le conseguenze del caso, rispetto ai progressi che lo Stato italiano era stato tra i primi a conseguire a livello europeo.
“Quello che stupisce – evidenziano le Associazioni – è come si stia fornendo una lettura distorta e giuridicamente errata della realtà per supportare questa norma. Ad esempio nella nota depositata dal Sottosegretario di Stato per le Infrastrutture e i Trasporti Umberto Del Basso De Caro, si afferma come un veicolo possa definirsi rifiuto solo allorché venga conferito al centro di raccolta ai fini della sua rottamazione. Affermazione che contrasta con l’assunto generale secondo il quale per rifiuto si deve intendere ciò di cui l’utente si disfa o ha intenzione o obbligo di disfarsi“. Ne consegue che le vetture radiate per esportazione dall’automobilista che se ne disfa, senza la prova dell’effettiva reimmatricolazione all’estero costituiscono a tutti gli effetti dei rifiuti e come tali devono essere soggetti a controlli e verifiche.
Un ulteriore supporto in tal senso, ricordano le Associazioni, arriva anche dalla Commissione Europea, che nell’ottica dell’affermazione dei principi dell’Economia Circolare, ha più volte chiesto agli Stati membri di monitorare le esportazioni di veicoli usati per evitare che dietro le stesse si possano nascondere esportazioni illecite di rifiuti. Pertanto, l’approvazione di quanto previsto nello schema di Decreto Legislativo, oltre a ripristinare condizioni di incertezza in merito alla radiazione per esportazione, riporterebbe l’Italia sotto la lente dell’Europa per quanto riguarda la lotta ai traffici illeciti di rifiuti.
“Con questa modifica gli obiettivi europei per i veicoli a fine vita (95% di reimpiego e recupero) si allontanano ulteriormente.
È necessario – concludono le Associazioni – come sottolineato anche da diversi parlamentari della maggioranza, apportare un’immediata modifica al Decreto Legislativo che eviti di azzerare i controlli efficaci sull’effettiva esportazione dei veicoli, contrastando così la possibilità di elusione della normativa“.