Emissioni auto: la Commissione europea avvia procedure d’infrazione contro 7 Stati membri per violazione delle norme UE

Provvedimenti contro Repubblica Ceca, Germania, Grecia, Lituania, Lussemburgo, Spagna e Regno Unito per non aver rispettato gli obblighi sull’omologazione dei veicoli.

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La Commissione europea ha deciso di agire contro Repubblica Ceca, Germania, Grecia, Lituania, Lussemburgo, Spagna e Regno Unito per aver disatteso le norme di omologazione del veicolo nell’UE, in quanto non hanno ancora predisposto sistemi di sanzioni in grado di scoraggiare i produttori di automobili di violare la legislazione emissioni auto, o per non aver applicato tali sanzioni nel momento in cui si è verificata una violazione della legge.

Con il sistema di omologazione attuale (direttiva 2007/46, che definisce il quadro generale, e il regolamento (CE) 715/2007, che stabilisce i limiti Euro 5 ed Euro 6 sulle emissioni), le autorità nazionali devono controllare che un modello di auto segua tutte le norme UE, prima di poter essere venduto sul mercato interno. 
Inoltre, gli Stati membri dovrebbero adottare misure correttive e sanzionatorie quando un costruttore di automobili infrange tali requisiti.
Se avviene una violazione, come ad esempio l’uso di sistemi di manipolazione per ridurre l’efficacia dei controlli sulle emissioni, tali sanzioni devono essere applicate.

“Il rispetto della legge è prima di tutto un dovere dei costruttori di automobili. – ha dichiarato il Commissario Elzbieta Bienkowska, responsabile di mercato interno, industria, imprenditoria e PMI – Ma le autorità nazionali in tutta l’UE devono assicurarsi che i produttori di auto siano realmente conformi alla legge. Per il futuro, la Commissione ha presentato delle proposte per l’introduzione di una maggiore vigilanza europea e per rendere più forte il sistema di omologazione. Ci aspettiamo che il Parlamento europeo e il Consiglio raggiungano un accordo in fretta”.

La Commissione ha aperto la procedura con l’invio di lettere di messa in mora a Repubblica Ceca, Grecia e Lituania perché non sono ancora riusciti a introdurre sistemi di sanzioni nella legislazione nazionale.
Una lettera di costituzione in mora è il primo passo di una procedura di infrazione e costituisce una richiesta ufficiale di informazioni.
Gli Stati membri hanno ora due mesi per rispondere agli argomenti dedotti dalla Commissione che, in caso contrario, può decidere di inviare un parere motivato.

Contro Germania, Lussemburgo, Spagna e Regno Unito, ossia gli Stati membri che hanno rilasciato omologazioni per Volkswagen Group in Europa, la Commissione ha invece aperto la procedura di infrazione per non aver applicato le proprie disposizioni nazionali in materia di sanzioni, nonostante l’uso illegale di software di manipolazione da parte della casa automobilistica.

Inoltre, la Commissione ritiene che la Germania e il Regno Unito abbiano infranto la legge rifiutando di rivelare, come richiesto dalla Commissione, tutte le informazioni tecniche raccolte nelle loro indagini nazionali per quanto riguarda le potenziali irregolarità di emissioni di ossido di azoto (NOx) nei veicoli della Volkswagen Group e di altre case automobilistiche sul loro territorio.

L’autorità di omologazione tedesca (Kraftfahrt-Bundesamt, KBA) ha scoperto che la Volkswagen Group ha violato il divieto ai sensi del diritto dell’Unione europea con l’utilizzo di dispositivi di manipolazione che permettono il controllo delle emissioni solo durante i test di laboratorio (articolo 5 del regolamento 715/2007).

Dopo lo scandalo dieselgate che nel 2015 ha coinvolto il gruppo Volkswagen, la Commissione aveva invitato gli Stati membri a effettuare le necessarie indagini sulla possibile presenza di tali dispositivi nei veicoli presenti sul loro territorio e di garantire che le norme UE sulle emissioni di sostanze inquinanti fossero scrupolosamente rispettate.
La Commissione, che ha ricevuto le relazioni finali sulle indagini nel Regno Unito e in Germania rispettivamente il 21 e 22 aprile 2016, sta analizzando questi rapporti e ha richiesto l’accesso completo alla metodologia e ai dati utilizzati prima di poter trarre le proprie conclusioni.

La Commissione europea, che sta seguendo molto da vicino l’applicazione delle norme UE nel settore automobilistico, ha compiuto anche passi importanti per rendere i veicoli più rispettosi dell’ambiente e per ripristinare la fiducia dei consumatori, con l’introduzione di test più realistici per la misurazione sia degli ossidi di azoto (NOx) sia delle emissioni di CO2.

Infine, ha proposto un regolamento sull’approvazione e la vigilanza del mercato dei veicoli a motore che garantiscano una maggiore qualità e l’indipendenza dei test sul veicolo, più controlli delle vetture già in circolazione e una maggiore supervisione europea, compresa la possibilità per la Commissione di imporre direttamente ammende alle case automobilistiche o ai servizi tecnici che non rispettano le regole.


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