World Recycling Forum 2016: il punto sull’autodemolizione mondiale
A Macao in Cina gli operatori del settore hanno mostrato le proposte e le soluzioni più innovative per il riciclo dei veicoli fuori uso.
Si è tenuto a Macao in Cina a meta novembre il World Recycling Forum 2016 con focus sull’elettronica e sul riciclo auto.
Organizzato da ICM, il Forum è stato l’occasione per fare il punto sulla situazione dell’autodemolizione a livello globale.
Durante le varie sessioni i relatori hanno presentato le soluzioni più innovative per il riciclo auto, nella consapevolezza che per il raggiungimento degli ambiziosi target di riciclo dei materiali sia necessario realizzare sistemi automatizzati sempre più evoluti.
Sul fronte della plastica, Brian Riise della MBA Polymers Inc., che ha stabilimenti in Austria, Cina e Regno Unito, ha spiegato che tutti i suoi impianti sono dotati di sistemi multi-fase che contengono un “mix complesso di plastica proveniente da beni durevoli triturati.”
Anche se gli operatori cercano di estrarre tutto il metallo prima che il materiale arrivi agli impianti della MBA, i loro processi iniziano comunque con un trattamento magnetico per estrarre gli ultimi residui, non solo per il valore ma per evitare che il metallo entri nelle plastiche o nei processi di miscelazione.
Secondo Clemens Kitzberger della EREMA Group GmbH con sede in Austria gli imprenditori con obiettivi sostenibili e di economia circolare hanno aumentato la richiesta di estrusori e altre attrezzature prodotte dalla sua azienda, come i sistemi di fusione e filtraggio dei componenti elettronici per garantire una maggiore purezza.
Inoltre, la EREMA ha installato sistemi che creano resine secondarie che possono essere usate in componenti interni per autoveicoli, tubi di irrigazione e bottiglie per uso non alimentare.
Il riciclaggio dell’olio motore drenato e di altri lubrificanti è stato al centro dell’intervento del Gruppo Dunwell con sede a Hong Kong, secondo il quale il business può essere redditizio per coloro che sono coinvolti e mette in guardia da metodi inquinanti e primitivi.
Pur riconoscendo che l’olio è solo una parte relativamente minima del flusso del veicolo fuori uso rispetto al metallo o plastica, Victor Li della Dunwell ha spiegato che ogni anno 4,8 milioni di tonnellate di lubrificanti provengono dalle demolizioni auto. La Dunwell, con impianti a Hong Kong, Indonesia e Mongolia, ha messo a punto un processo per purificare oli drenati e trasformarli in nuovi lubrificanti.
Sin-Won Oh della Recycle ParK Co. Ltd. nella Corea del Sud ha illustrato come la rete on-line GParts istituita dall’Associazione dei demolitori e riciclatori coreani abbia aiutato ad automatizzare e legittimare il mercato dei componenti usati nella loro nazione.
I pezzi venduti e acquistati in rete possono avere perfino 8 foto e uno dei membri della rete è stato in grado di gestire un magazzino di 5.000 mq con pezzi di ricambio che possono essere venduti a livello nazionale.
Anche il Giappone ha puntato sull’uso della rete, infatti secondo il professor Minoru Goko della JARA, l’associazione dei demolitori giapponesi, l’80% dei ricambi auto e della componentistica viene venduto attraverso una rete nazionale, riuscendo a raggiungere il 95% di riciclo da ELV, anche se il 12% comprende residui da triturazione che vengono utilizzati come combustibile.
La demolizione è un business molto redditizio in Giappone e nel 2011 il terremoto di Fukushima ha provocato circa 140.000 veicoli da demolire, un numero inaspettato che ha impattato sul mercato.
L’associazione in quell’occasione comprese che, oltre ai buoni impianti, la capacità di far rete nel web avrebbe potuto aumentare il riciclaggio di componenti e materiali.
Occhi puntati sulla Cina che, secondo il professor Weng Duan della Tsinghua University di Pechino, nel 2020 dovrà essere pronta a smaltire 15,4 milioni veicoli fuori uso rispetto ai 3,17 milioni del 2011.
Del resto l’inquinamento atmosferico e l’autodemolizione illegale (e talvolta dannosa per l’ambiente) sono le principali sfide create dal boom del settore automobilistico che la Cina dovrà affrontare al più presto.
Il governo cinese ha affidato al centro di ricerca CATARC un programma pilota di Responsabilità estesa del produttore (EPR) anche per le case automobilistiche, che si sono mostrate collaborative e attente al calcolo di riciclabilità usando materiali sostenibili in parte per conformarsi alle direttive dell’Unione Europea.
Come parte del progetto, il centro di ricerca sta richiedendo ai produttori di veicoli di perfezionare, per ogni modello auto, un manuale e un catalogo di demolizione che contengano le operazioni migliori per lo smontaggio.
Un settore in continuo movimento è quello emerso dal Word Recycling Forum 2016 e gli imperativi della circular economy e le dinamiche di un mercato sempre più globale impongono ulteriori stimoli per un cambiamento generale di innovazione nell’attività del riciclo del veicolo a fine vita.