Il settore automotive sotto la lente dell’ANFIA

L’Area Studi e Statistiche ANFIA nel Dossier annuale ha fatto il punto della situazione del mercato auto globale del 2015 e ha analizzato i trend per il 2016.
 

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È stato recentemente pubblicato lo Studio annuale curato dall’Area Studi e Statistiche ANFIA (Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica) che riporta i risultati per l’anno 2015 e i trend per il 2016 dell’industria automotive mondiale, riguardanti la produzione, il mercato e il parco circolante degli autoveicoli, con focus per macro area (Europa, UE, NAFTA, Sud America, Asia/Pacifico) e per l’Italia.

Il 2015 è stato caratterizzato da un’economia mondiale in crescita del 3,1% sul 2014 ma con un tasso di disoccupazione giovanile ancora a livelli allarmanti: 22% nell’Area Euro (Italia 37,9%) contro 11% di USA e 5,2% di UK.
Per quanto riguarda il petrolio il prezzo medio è crollato nel 2015 del 47% e senza accordi tra i paesi produttori, nel 2016 potrebbe calare ancora del 16%.

In tale contesto, l’andamento dell’industria automobilistica, a fine 2015, ha conseguito risultati positivi: la domanda di autoveicoli ha riguardato complessivamente 89,7 milioni di unità, con una crescita dell’1,4% rispetto al 2014 e del 9% sul 2012.
Nella UE28 sono stati prodotti 18,5 milioni di autoveicoli, il 6,6% in più rispetto al 2014, ma il 6% in meno rispetto al 2007, mentre l’area Nafta ha conseguito un nuovo record produttivo nel 2015 con oltre 17,95 milioni di unità, superando il precedente record dell’anno 2000.
Nel 1° semestre 2016 la domanda globale di autoveicoli ha raggiunto i 45,6 milioni di autoveicoli venduti, con un rialzo tendenziale del 3,9%.
In particolare, in Europa il mercato sta registrando una crescita importante, grazie ad un notevole interesse per le nuove tecnologie offerte dai nuovi modelli, una buona propensione all’acquisto e un interessante cambiamento delle quote di mercato.
Nel 2015 in UE+Efta le nuove registrazioni di autovetture sono state 14,23 milioni unità, il 9,2% in più rispetto al 2014, ma il 12% in meno rispetto al 2007, pari ad un calo di immatricolazioni di 1,9 milioni autovetture.

Sul fronte alimentazioni, in Europa nel 2015 è calata la quota del diesel e in Francia il peso delle auto diesel vendute è passato dal 63,8% del 2014 al 57,2% del 2015: 6,6 punti in meno in un anno, mentre l’Italia risultava il paese con mercato auto a trazione alternativa più grande d’Europa, grazie alle auto a gas.

Per quanto riguarda il nostro Paese, la spesa per i trasporti delle famiglie è cresciuta del 5,5% nel 2015, così come la produzione industriale del settore automotive, a +26,9% con oltre un milione di autoveicoli prodotti (un volume che non si registrava dal 2008), il 67% del quale destinato ai mercati esteri, in particolare Germania, Francia, Spagna, Stati Uniti e Polonia.

Analizzando le alimentazioni green, il mercato italiano dei veicoli elettrici è molto contenuto rispetto a quello di molti Paesi UE, non solo per la scarsa diffusione della rete di rifornimento, ma anche per la minor percentuale di popolazione urbana rispetto agli altri paesi europei. Tuttavia, in materia di emissioni inquinanti, l’Italia è uno dei paesi più virtuosi dell’Unione, avendo raggiunto già nel 2011 l’obiettivo fissato per il 2015 dalla Commissione Europea di 130 g/km di CO2 prodotta dalle nuove autovetture immatricolate.

Sul fronte dei canali di vendita, nel 2015 una vettura su 5 è stata immatricolata con la formula del noleggio, mentre le campagne promozionali delle Case automobilistiche hanno stimolato la domanda di auto dei privati, che è cresciuta di oltre il 18% nel 2015 e nei primi 6 mesi del 2016 del 22%.
Per le casse dello Stato queste cifre si sono tradotte in 71,86 miliardi di euro versati all’Erario, pari al 16% del gettito totale.

Campagne commerciali aggressive, bassi tassi di interesse applicati ai finanziamenti e basso costo dei carburanti consentono al mercato auto italiano di proseguire nella ripresa dalla crisi, ma l’instabilità politica, italiana e internazionale, potrebbe impattare negativamente sulla fiducia e sulla propensione a spendere dei consumatori.

Si prevede quindi una decelerazione dei ritmi di crescita nei prossimi mesi e, secondo l’ANFIA, è necessario mantenere e rinnovare gli strumenti di sostegno fiscale agli investimenti, in particolare confermando, in occasione della prossima Legge di stabilità, il superammortamento al 140%.


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