Diminuiscono gli incidenti, ma aumentano le vittime della strada
Eccesso di velocità e guida distratta le violazioni più rischiose: sono sempre di più le campagne di sensibilizzazione per la sicurezza stradale provenienti da tutto il mondo.
La sicurezza stradale è uno dei temi che interessa maggiormente l’Italia e l’Europa e uno degli obiettivi è diminuire la pericolosità presente sulle strade, soprattutto con pene più severe per chi commette reati o violazioni del Codice della Strada, come ad esempio l’eccesso di velocità e l’uso del telefono al volante. Nonostante tutto sono proprio questi i comportamenti più frequenti e più sanzionati agli italiani che li collocano, per numero di morti per incidenti stradali, al 14° posto della graduatoria europea, dietro Regno Unito, Spagna, Germania e Francia.
I dati provvisori relativi al 2015 sugli incidenti stradali forniti dall’Istat riguardano sia l’UE che l’Italia. Le vittime di incidenti stradali sono aumentate in tutto il continente: 1,3% in più rispetto al 2014, in valori assoluti sono morte 26.302 persone rispetto alle 25.970 del 2014. L’Istat vuole sottolineare, però, che il 2015 è stato un anno di crescita nel settore automobilistico in generale: sono aumentate le autovetture e di conseguenza sono aumentate anche le percorrenze autostradali del 3,6% rispetto al 2014. Gli unici Paesi europei a registrare una diminuzione di decessi sono Danimarca, Estonia, Irlanda, Lettonia, Lituania, Polonia, Portogallo e Svezia. Dal 2010 al 2015 il numero di vittime della strada in tutta Europa è diminuito del 16,8% ma, nonostante sia una riduzione consistente, non è abbastanza per raggiungere l’obiettivo europeo: dimezzare i decessi nel periodo 2011-2020. Per poterlo rispettare, il numero di decessi dovrebbe ridursi, in media annua dal 2016 al 2020, del 9,7%.
I dati dell’Istat, per quanto riguarda l’Italia, riflettono quelli europei, mostrando come per la prima volta ci sia un’inversione di tendenza rispetto agli anni passati: vi sono stati un numero minore di incidenti, l’1,8% e sono diminuiti anche i feriti del 2%, ma sono aumentate le vittime della strada, l’1,1% in più.
Nel nostro caso, il numero della vittime sale soprattutto considerando alcuni tratti stradali: autostrade (comprensive di tangenziali e raccordi autostradali) con un +6,3% e strade extraurbane con un aumento dell’1,9% rispetto al 2014. Inoltre, le vittime più frequenti sono i motociclisti e i pedoni, i quali hanno entrambi registrato un aumento, rispettivamente del 7,2% e del 4,0%. Preoccupante che per i pedoni sia il secondo aumento consecutivo registrato. La classe che invece presenta una riduzione consistente in termini di mortalità negli ultimi 15 anni è quella degli automobilisti, -6,9% dal 2001.
Escludendo le grandi città, complessivamente il numero di morti all’interno del centro abitato è diminuito. Invece, se si prendono in considerazione realtà come Torino, Milano, Venezia, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Bari e Palermo, il quadro cambia. Infatti, in queste città gli incidenti stradali avvenuti nel 2015 hanno registrato un andamento particolarmente negativo: vi è stato il primo aumento nel numero di vittime dopo il calo registrato fino al 2013.
’Istat fa notare che in Italia gli incidenti stradali seguono una ciclicità: il picco maggiore si segnala nel mese di luglio, mentre quello minore a febbraio, dimostrando che durante le vacanze estive ed invernali il numero di incidenti aumenta e di conseguenza anche quello di vittime e di feriti.
Studi di vario genere sul tipo di guida e di guidatore presente in Italia si svolgono costantemente e una delle ultime indagini in questo senso è il Rapporto Ulisse, effettuato dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS). Questo mostra come ancora siano presenti delle mancanze notevoli da parte dei cittadini italiani: ad esempio, il mancato utilizzo del seggiolino per bambini e delle cinture di sicurezza anteriori (soprattutto al Sud), o ancora l’uso scorretto del casco. Nonostante la patente a punti abbia migliorato notevolmente le condizioni di sicurezza degli automobilisti, ancora non si è raggiunto il pieno rispetto delle norme.
La sicurezza alla guida è molto importante, motivo per cui ci sono molte campagne italiane ed estere mirate ai guidatori e alla loro attenzione. Tra quelle italiane si possono contare, ad oggi le più note, la campagna di ACI, #guardalastrada, e quella del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Sulla buona strada.
Le campagne straniere di sicurezza stradale sono numerose e hanno un grande impatto emotivo. Tra le più interessanti, anche se di qualche anno fa, sono: l’inglese “Embrace Life” della Sussex Safer Roads, in cui senza immagini shock si capisce il motivo per cui bisognerebbe allacciare le cinture di sicurezza; e l’americana realizzata dall’agenzia governativa National Highway Traffic Safety sulla pericolosità della guida distratta dall’uso degli smartphone.
Un’iniziativa interessante, svolta con il supporto della Commissione Europea, inserita all’interno della settimana europea della mobilità (16-22 settembre 2016), ha lo scopo di ottenere a livello europeo una giornata, quella del 21 settembre 2016, a zero vittime sulle strade. Questa è una campagna congiunta tra il Progetto “EDWARD” (European Day Without A Road Death) (http://roadsafetydays.eu/) e “TISPOL”, rete di cooperazione di Polizie Stradali europee, che ha lo scopo di sensibilizzare la popolazione sul tema e mostrare come piccoli accorgimenti possano salvare numerose vite.
Per conseguire la diminuzione del numero delle vittime della strada non serve poi molto: porre attenzione e non essere superficiali in materia di sicurezza sono le due accortezze che costano meno a tutti gli utenti della strada e che sicuramente possono contribuire a salvaguardare la propria vita e quella degli altri.