L’auto del futuro? Connessa, condivisa, sicura e a impatto zero
Secondo la ricerca condotta dal CENSIS, dal titolo: “Verso una mobilità 2.0: la gestione del cambiamento”, per cogliere in pieno la nuova “cultura della mobilità” è necessario che anche i governi si sintonizzino sui cambiamenti in atto.
È stata presentata a Roma, nell’ambito dell’incontro dell’UNRAE con la Stampa, la ricerca condotta dal CENSIS dal titolo: “Verso una mobilità 2.0: la gestione del cambiamento” che ha fornito una dettagliata “fotografia” della mobilità, nei suoi vari aspetti e nelle tendenze in atto.
Gli italiani si spostano con l’auto privata e continueranno a farlo anche in futuro a causa della struttura geografica e urbanistica di tipo diffuso del nostro Paese.
Ben 11 milioni di persone risiedono tutt’ora in aree montane e le aree metropolitane si sviluppano nella 2a e 3a cintura urbana, non nei centri dove sarebbe più semplice ed economico organizzare sistemi di mobilità collettiva.
Inoltre, la debolezza cronica del TPL non riesce ad essere competitivo e non soddisfa i requisiti di qualità che gli italiani vorrebbero, infatti la velocità commerciale degli autobus urbani nel 2014 è di 19,5 km/h e nei grandi comuni di 16,6 Km/h.
Ecco che solo 1 italiano su 5 pensa che il TPL sia migliorato negli ultimi 5 anni, mentre la metà ritiene invece che sia peggiorato.
Al contrario, lo sviluppo tecnologico delle nuove auto permette libertà di movimento unita a qualità della vita, sicurezza e sostenibilità ambientale.
Le emissioni medie ponderate di CO2 delle nuove immatricolazioni di auto, infatti, sono passate dai 144,3 g/km del 2008 ai 114,8 g/Km del 2015 e i nuovi dispositivi per la sicurezza attiva e passiva hanno ridotto considerevolmente le vittime in incidenti stradali, che sono passate da 4.500 circa nei primi anni duemila a meno di 2.000 negli ultimi anni.
Inoltre, sono già disponibili soluzioni di guida assistita che strizzano l’occhio alla guida autonoma e si stanno diffondendo auto elettriche e ibride (quasi 28.000 vetture immatricolate nel 2015, in crescita esponenziale rispetto a 2 anni fa e con una quota di potenziali interessati che si attesta sul 65% della popolazione).
Infine, cresce la popolazione interessata a car-sharing e car-pooling che supera infatti il 38% del totale con punte molto più elevate tra i giovani e i nuovi ceti urbani (61% circa).
Dalla ricerca del CENSIS si evince senza troppi dubbi che l’auto del futuro sarà pulita, sicura, connessa, e in parte anche “condivisa”.
Tuttavia, ci sono ancora troppi fattori che limitano l’impatto positivo dei processi di cambiamento.
Primo tra tutti, il parco auto vecchio.
L’età media delle auto circolanti in Italia supera i 10 anni. Nel 2006 era di 7,5 e in appena 8 anni l’età media del parco auto è cresciuta di 2 anni e mezzo. I 9 milioni di veicoli più inquinanti emettono ogni anno circa 19,6 milioni di tonnellate di CO2 equivalente, ma se fossero sostituiti, le emissioni si ridurrebbero di 10,6 milioni di tonnellate.
Il tasso di mortalità (morti per 1.000 autovetture coinvolte in incidenti) dei veicoli con più di 11 anni di vita è il triplo di quelle con meno di 2 anni.
La sostituzione del parco auto più obsoleto determinerebbe una riduzione della mortalità del 7,3%.
Tra i fattori penalizzanti segue il ritardo dell’adeguamento delle infrastrutture, in particolare la rete viaria e i parcheggi.
Gli stanziamenti per le infrastrutture sono calati di oltre il 40% negli ultimi 7 anni, sia in ambito nazionale che locale, portando in pochi anni a un dimezzamento del consumo di asfalto: dai 44 miliardi di tonnellate del 2006 ai 23,5 milioni dell’ultimo anno.
Anche i parcheggi sono diminuiti: oggi si contano 55 posti auto ogni 1.000 vetture circolanti e appena 19 con riferimento ai parcheggi di scambio, che sono fondamentali per la mobilità combinata e flessibile.
Secondo il CENSIS, per valorizzare le potenzialità tecnologiche e comportamentali descritte dalla Ricerca è necessaria l’ideazione di nuove politiche per la mobilità in un clima di “inclusione” dove tutti gli stakeholder possano fornire il loro punto di vista, con l’obiettivo di giungere a soluzioni strutturali e di lungo periodo. Al riguardo, la soluzione andrebbe individuata in una “cabina di regia” che sviluppi una visione complessiva e integrata del ruolo dell’auto negli scenari della mobilità futura.
“D’altra parte – ha affermato Giuseppe De Rita, Presidente del CENSIS – in Italia l’auto è sempre stata un fatto individuale, o al massimo familiare. Il suo acquisto, le modalità di utilizzo, la seconda auto in famiglia, l’auto per il figlio diciottenne, ecc. Un fatto individuale soggetto ad una regolazione pubblica che nel tempo è cresciuta sempre più. Se l’auto diventa invece un fatto collettivo, allora serve davvero un cambio di passo, qualcosa che connetta maggiormente i diversi mondi che all’auto, e più in generale alla mobilità, si riferiscono”.
Per l’UNRAE, l’Associazione delle Case automobilistiche estere, si deve promuovere una nuova cultura della mobilità che possa consentire il cambiamento della società e contribuire alla creazione di valore sociale condiviso.
“È arrivato il momento di concepire la figura del «mobility champion», il promotore della «nuova cultura della mobilità» – ha spiegato Massimo Nordio, Presidente UNRAE – Noi pensiamo debba essere un soggetto terzo, di grande autorevolezza, capace di una lettura davvero sistemica e non condizionata né da ideologismi né da riferimenti agli interessi economici di parte. Un leader in grado di generare awareness, una consapevolezza ampia riguardo ai processi ed alle opportunità in essere, di ampliare i coinvolgimenti, di operare a tutto tondo sul fronte della comunicazione. Un soggetto che sia in grado di alimentare una «nuova cultura della mobilità» scevra da pregiudizi e attenta alla coincidenza tra interessi individuali e collettivi”.
La mobilità del futuro va accompagnata e sarà quindi necessario fare rete con tutti i soggetti interessati utilizzando al meglio le tecnologie disponibili, pianificando le necessarie infrastrutture e orientando le scelte di politica della mobilità verso soluzioni più efficienti per la collettività.