Emissioni CO2: i costruttori auto europei si preparano al dopo 2020
È stato pubblicato il Position paper dell’ACEA per affrontare le sfide e gli obiettivi per il periodo successivo al 2020.
A seguito della recente conferenza COP21, l’Europa sta entrando nella fase di definizione di nuovi obiettivi climatici per il 2030, a livello non solo europeo ma anche mondiale.
Consapevoli che l’industria automobilistica può contribuire attivamente alla riduzione delle emissioni di CO2, i membri dell’ACEA, l’associazione che riunisce i costruttori europei di veicoli, ha pubblicato un Position Paper con cui si stabiliscono le priorità per affrontare le sfide e gli obiettivi per il periodo successivo al 2020.
Lo scorso anno, la media delle emissioni delle nuove auto è stata inferiore del 33,7% rispetto a 20 anni fa (123,4g CO2 / km rispetto ai 186g di CO2 / km nel 1995).
Questo è il risultato degli sforzi a lungo termine del settore automobilistico, in termini di continui investimenti in ricerca e innovazione ( ben 41,5 miliardi di euro nel 2014).
Grazie a questi investimenti, si prevede che nel 2021 la diminuzione di emissioni rispetto al 1995 sarà del 42%.
Tuttavia, l’attuale legislazione europea si concentra solo sulla riduzione delle emissioni delle automobili e dei furgoni nuovi, senza avere una visione olistica del settore in cui tutte le parti interessate dovrebbero unire le forze per un ‘approccio globale‘, che esamini anche l’impatto sulle emissioni derivante dall’uso dei veicoli.
Secondo l’ACEA, un approccio olistico può ridurre le emissioni di CO2 più efficacemente attraverso una serie di soluzioni, che prendano in considerazione il veicolo stesso, propulsori alternativi, un rinnovo più veloce della flotta, sistemi di trasporto intelligenti, il miglioramento delle infrastrutture e il comportamento degli automobilisti.
Queste misure, in sinergia con i miglioramenti tecnologici del settore automobilistico, possono ridurre le emissioni di CO2 con maggiore successo.
Nonostante la diffusione sul mercato di veicoli ad alimentazione alternativa, i motori a diesel continueranno a giocare un ruolo cruciale nel soddisfare i futuri obiettivi di CO2, poiché emettono fino al 20% di emissioni in meno rispetto ai veicoli a benzina.
Rispetto ad altri settori, i costruttori di automobili dovranno affrontare sforzi maggiori per adeguarsi agli obiettivi UE, infatti sono tenuti a ridurre le emissioni del 42% entro il 2021, mentre i settori ETS del 21% e le industrie non-ETS del 10% .
L’ACEA chiede quindi ai decisori politici che siano garantiti obiettivi e condizioni equivalenti per tutti i settori industriali, intervenendo maggiormente dove è possibile raggiungere maggiori effetti a costi più bassi.
Inoltre, il settore auto è uno dei più regolamentati dell’UE, infatti tra il 1998 e il 2011, i requisiti normativi hanno aumentato i costi di produzione del 3-4% l’anno e si pensa che le normative ambientali più recenti possano aumentare del 16% il costo di produzione entro il 2020.
Viene inoltre richiesto che i nuovi obiettivi post-2020 siano impostati solo dopo la piena attuazione del WLTP.
Secondo i piani della UE, infatti, a partire dal 2017 il “Nuovo Ciclo di Guida Europeo” (NEDC) sarà sostituito dallo standard più moderno, il WLTP (“Worldwide Harmonized Light Duty Vehicles Test Procedure”), che dovrebbe fornire risultati standardizzati, riproducibili e confrontabili, ma, l’industria auto al momento non è in grado di stimare i futuri obiettivi di CO2, se le nuove procedure non sono ancora definite chiaramente.
Gli anni ’20 dovrebbero essere visti come un periodo di transizione per permettere all’industria di adattarsi, in linea con il ritmo e il calendario di obiettivi di riduzione dei gas a effetto serra e l’attuazione del ciclo WLTP.
Inoltre, per non rendere vani gli investimenti fatti finora e proteggere la competitività di un settore che offre lavoro a 12,1 milioni di europei, il legislatore europeo dovrà fare in modo che i futuri obiettivi di CO2 siano garantiti da tutti i settori, in Europa e in tutto il mondo.
Solo così, secondo, l’ACEA, l’industria automobilistica potrà fare investimenti a lungo termine per affrontare le sfide future e mantenere la sua competitività nei decenni a venire.