Emissioni auto: stretta dell’Ue sui controlli
La Commissione propone una riforma del quadro di omologazione europeo basata sull’aumento dell’indipendenza e della qualità delle prove per l’immissione dei veicoli sul mercato e sull’introduzione di un efficace sistema di vigilanza. Obiettivi: rispetto delle regole, sicurezza e tutela dell’ambiente.
Il 27 gennaio, mentre l’attenzione dei media nazionali era focalizzata sul ritorno dell’allarme smog, la minaccia dei nuovi blocchi alla circolazione nelle nostre città congestionate e lo scandalo dei test sulle emissioni truccati al ribasso, la Commissione europea ha diramato una serie di proposte legislative finalizzate ad assicurare che i Costruttori di autoveicoli rispettino rigorosamente tutte le prescrizioni comunitarie in materie di sicurezza, ambiente e produzione.
In sostanza, la Commissione con la presentazione del “Regolamento relativo all’omologazione e alla vigilanza del mercato dei veicoli a motore, sulle emissioni misurate in condizioni di guida reali“, propone una riforma radicale del quadro di omologazione europeo, dal momento che le norme vigenti riconoscono solo alle autorità nazionali il compito e la responsabilità di certificare che un veicolo soddisfi tutti i requisiti per la sua immissione sul mercato, così come la relativa sorveglianza sul corretto operato dei costruttori in ottemperanza alla legislazione comunitaria.
Orbene, le proposte della Commissione, vanno nella direzione di una maggior indipendenza nello svolgimento delle prove sugli autoveicoli e nel controllo sul parco auto circolante nell’ottica di una maggior sorveglianza europea a garanzia della bontà dell’intero sistema. Va detto, a titolo di onestà, che la Commissione aveva da tempo avviato una revisione del quadro di omologazione europeo, ancor prima che nei media di tutto il mondo balzasse evidente lo scandalo che ha travolto il colosso Volkswagen e che ha fatto tremare i polsi a tutte le altre Case, tuttavia, proprio a seguito di queste notizie, Bruxelles ha rilevato la non più procrastinabile riforma del sistema nella direzione della prevenzione di ulteriori casi futuri di non conformità.
In questo senso, la proposta di regolamento relativo all’omologazione e alla vigilanza del mercato dei veicoli a motore integra gli sforzi volti a introdurre controlli delle emissioni più affidabili (prove sulle emissioni misurate in condizioni di guida reali).
“In un mercato unico in cui le merci circolano liberamente tutti devono rispettare le regole – ha commentato Jyrki Katainen, Vicepresidente responsabile per l’Occupazione, la crescita, gli investimenti e la competitività – Le rivelazioni inerenti a Volkswagen hanno evidenziato la necessità di migliorare ulteriormente il sistema di immissione dei veicoli sul mercato. Per riguadagnare la fiducia dei consumatori in questo importante settore è necessario inasprire la normativa, ma è altrettanto necessario che essa sia effettivamente rispettata. Questo aspetto è fondamentale per ripristinare condizioni paritarie e una concorrenza equa sul mercato“.
“Il mercato unico richiede un’applicazione rigorosa delle regole in tutti i settori, compresa l’industria automobilistica“, gli ha fatto eco Elżbieta Bieńkowska, Commissaria responsabile per il Mercato interno, l’industria, l’imprenditoria e le PMI, che ha poi dichiarato: “Le proposte odierne permetteranno di aumentare la qualità e l’indipendenza delle prove sui veicoli e migliorare il controllo sui veicoli già in circolazione. Esse integrano gli sforzi profusi per introdurre le procedure di controllo delle emissioni più affidabili a livello mondiale, procedure che continueremo a perfezionare e rivedere per garantire l’effettivo rispetto dei limiti di emissione più rigorosi“.
La proposta della Commissione si offre ai commentatori come la versione “di settore” della popolare fiaba: “I vestiti dell’imperatore” perché anche in questo caso si palesa “la nudità del re“. Se, scrive la Commissione in un comunicato stampa: “L’attuale sistema di omologazione è basato sulla fiducia reciproca: un veicolo certificato in uno Stato membro può circolare liberamente in tutta l’UE… l’UE definisce il quadro giuridico, la verifica della conformità dei costruttori di automobili è responsabilità esclusiva delle autorità nazionali”; allora significa che qualcosa, a livello nazionale, non ha funzionato e quindi, il nuovo progetto di regolamento relativo all’omologazione e alla vigilanza del mercato dei veicoli a motore (pur mantenendo il principio del riconoscimento reciproco, che è alla base del mercato unico dell’UE), cercherà di correggere i difetti del sistema attuale.
La proposta di revisione della Commissione persegue tre obiettivi:
1 – aumentare l’indipendenza e la qualità delle prove per l’immissione dei veicoli sul mercato. Attualmente la maggior parte dei Paesi membri designa servizi tecnici, pagati direttamente dai costruttori di automobili, per effettuare prove e ispezioni al fine di verificare la conformità del veicolo alle prescrizioni in materia di omologazione UE. La Commissione propone di modificare il sistema di remunerazione per evitare legami finanziari tra servizi tecnici e costruttori che potrebbero determinare conflitti di interessi e compromettere l’indipendenza dei controlli. Previsti anche criteri di prestazione più rigorosi per tali servizi tecnici, i quali dovrebbero essere sottoposti a audit periodici indipendenti per l’ottenimento e il mantenimento della designazione. Le autorità nazionali di omologazione saranno oggetto di valutazioni inter pares al fine di garantire che le norme pertinenti siano e attuate e applicate rigorosamente in tutta l’UE;
2 – introdurre un efficace sistema di vigilanza del mercato per verificare la conformità dei veicoli già in circolazione. Mentre le norme vigenti si occupano principalmente di controlli ex ante, in futuro gli Stati membri e la Commissione effettueranno verifiche a campione sui veicoli già presenti sul mercato. Ciò consentirà di individuare precocemente i casi di non conformità e di garantire l’adozione di misure correttive immediate e incisive nei confronti dei veicoli giudicati non conformi e/o gravemente rischiosi per la sicurezza o per l’ambiente. Tutti gli Stati membri dovrebbero essere in grado di adottare sul loro territorio misure di salvaguardia nei confronti dei veicoli non conformi senza dover attendere l’intervento dell’autorità che ha rilasciato l’omologazione. Gli Stati membri dovranno riesaminare periodicamente il funzionamento delle loro attività di vigilanza del mercato e renderne pubblico l’esito;
3 – rafforzare il sistema di omologazione con una maggiore sorveglianza da parte dell’UE. La Commissione avrà il potere di sospendere, limitare o ritirare la designazione di servizi tecnici scarsamente efficienti e troppo negligenti nell’applicazione delle norme. In futuro la Commissione sarà in grado di effettuare prove di verifica ex post (tramite il Centro comune di ricerca) e, se necessario, avviare procedure di richiamo. Permettendo alla Commissione di imporre sanzioni pecuniarie. In questo senso, la proposta mira a dissuadere i costruttori poco corretti e i servizi tecnici scarsamente efficienti dall’immettere o ammettere sul mercato veicoli non conformi. La Commissione presiederà inoltre un forum sull’applicazione che definirà insieme agli Stati membri strategie comuni per la verifica della conformità e organizzerà audit congiunti dei servizi tecnici e valutazioni inter pares delle autorità di omologazione.
Nella proposta della Commissione, infine, l’attuale divieto d’uso di impianti di manipolazione, che le autorità nazionali hanno l’obbligo di monitorare e far rispettare, viene perpetuato ed ulteriormente inasprito. In base al progetto di regolamento, il costruttore dovrà fornire l’accesso ai protocolli software del veicolo. Questa misura integra il pacchetto sulle emissioni in condizioni di guida reali, che ostacolerà l’elusione dei requisiti in tema di emissioni e prevede l’obbligo per i costruttori di rendere pubblica la propria strategia di riduzione delle emissioni (come, peraltro, avviene in USA).
Il progetto di regolamento sarà ora trasmesso al Parlamento europeo e al Consiglio per l’adozione. Una volta adottato, sarà direttamente applicabile, andando a sostituire ed abrogare la “Direttiva quadro” 2007/46/CE.