La Cina impone alle case automobilistiche straniere di rendere pubbliche le specifiche tecniche dei pezzi di ricambio
Gli interventi della Repubblica Popolare per proteggere il mercato interno potrebbero avere ripercussioni sui listini europei dei prezzi dei ricambi.
La Repubblica Popolare Cinese ha varato recentemente 2 interventi per rilanciare e proteggere il mercato interno automobilistico.
Da un lato si è deciso di far partire gli incentivi per l’acquisto di auto nuove con cilindrata inferiore a 1.6 litri, dall’altra sono state imposte una serie di misure ai costruttori auto, sia cinesi che stranieri.
Particolarmente colpito il settore dell’after sales, ossia ricambi, accessori, manutenzione: dal 2016, infatti, qualsiasi casa automobilistica dovrà rendere pubbliche le informazioni e le specifiche tecniche delle riparazioni e di tutte le parti di ricambio, che in Cina hanno prezzi spropositati rispetto al resto del mondo.
Ad aprile, infatti, in un rapporto dell’Associazione cinese delle Assicurazioni (IAC) e l’Associazione cinese del Mercato per il Mantenimento e le riparazioni delle auto è emerso che alcuni modelli presentano un rapporto spropositato fra il costo dei pezzi di ricambio e il prezzo di mercato delle auto. Ad esempio la Mercedes-Benz C ha una proporzione del 1.273% in Cina, mentre nel resto del mondo è di appena il 300%.
Le case automobilistiche, oltre a dover pagare multe salatissime alle Autorità antitrust cinesi per aver gonfiato i prezzi dei ricambi, sono alle prese con un periodo di sofferenza del mercato auto.
Nel 2014 in Cina sono state immatricolate 20 milioni di vetture con una crescita del 13% rispetto al 2013. Quest’anno, invece, la crescita è risultata molto più modesta: appena + 2,5%.
Tuttavia, anche il mercato dei ricambi non ha avuto un buon andamento, infatti, da un’indagine di J.D. Power and Associates nel 2014 il giro d’affari era di quasi 4.300 yuan (615 €) per auto, mentre nei primi mesi del 2015 è calato fino a meno di 3.500 (500 €). Per i marchi più popolari, tuttavia, la contrazione è stata più modesta: appena 20 €.
Per il Governo cinese, in ogni caso, i prezzi dei ricambi esteri sono tenuti artificiosamente elevati e questa manovra si pone l’obiettivo di rendere le officine cinesi in grado di produrre i propri ricambi e di riparare le auto straniere: i produttori cinesi sarebbero favoriti e i consumatori salvaguardati.
Ma quali potrebbero essere gli impatti sul mercato globale di questa manovra?
Si dice che il minimo battito d’ali di una farfalla sia in grado di provocare un uragano dall’altra parte del mondo…
Se le specifiche tecniche saranno di libero accesso dal 2016, i produttori cinesi cominceranno a studiare e a produrre in proprio i ricambi, che avranno le stesse caratteristiche di quelli stranieri ma con prezzi notevolmente più bassi.
Il passo verso l’export è immediato e in Europa potrebbe verificarsi un crollo dei listini dei ricambi.