Test di emissioni fuori dai laboratori
I produttori auto dovranno sottoporsi a test più realistici con lo scopo di ridurre le emissioni di ossidi di azoto.
L’UE chiede test più realistici sulle emissioni auto ed è al lavoro per preparare un progetto di legge che richiederà che l’attuale test sul consumo di carburante del veicolo venga eseguito su strada piuttosto che nelle condizioni “artificiose” di laboratorio.
Secondo gli ambientalisti, troppe case automobilistiche “truccano” i propri test con espedienti che vanno dalla nastratura ermetica di porte e finestrini per ridurre al minimo la resistenza dell’aria o programmare la centralina per abbassare le emissioni quando le loro ruote anteriori girano mentre quelle posteriori sono ferme, come accade negli esperimenti di laboratorio, in cui le strade sono irrealisticamente lisce e le temperature inverosimilmente alte.
Inoltre, i test di laboratorio dell’attuale ‘Nuovo ciclo di guida europeo‘ per misurare le emissioni ha ben 25 anni e sono stati superati dagli sviluppi tecnologici nel settore automobilistico.
Risultato: i livelli di NOx osservati nel mondo reale sono fino a 4 o 5 volte superiori rispetto a quelli omologati in laboratorio, ed eccezionalmente anche di più. Secondo i ricercatori dell’ICCT (International Council on Clean Transportation) attualmente il limite di 80 mg di ossido di azoto per chilometro (in vigore dal primo settembre per i motori a diesel) è rispettato quasi esclusivamente nelle condizioni di laboratorio; una volta su strada solo un’auto su 16 risulterebbe a norma di legge.
La proposta deve ancora essere approvata dagli altri Commissari e da un comitato tecnico, ma sembra che il progetto di legge non incontrerà grossi ostacoli interni.
Altri Paesi, come la Cina e la Corea, stanno prendendo in considerazione l’uso di prove di emissione nel “mondo reale” e guardano con interesse l’esito dell’iniziativa della Commissione europea.
Soddisfatti gli ambientalisti, secondo i quali l’utilizzo di test più realistici rappresenta un importante passo in avanti per combattere l’inquinamento atmosferico in città. Inoltre, chiedono agli Stati membri dell’UE di sostenere le proposte della Commissione e di ignorare le case automobilistiche che si lamentano di regole troppo rigide e cercano di ritardare le riforme dei test auto.
Da parte loro, le case costruttrici negano l’accusa e sostengono che un periodo di tempo di 5 anni è necessario per motivi tecnici ed economici.
“Il sistema Real Driving Emissions è un regolamento completamente nuovo che costringerà significative modifiche negli hardware di controllo delle emissioni – ha affermato Cara McLaughlin, portavoce ACEA, l’Associazione dei costruttori europei – Tuttavia, l’Acea riconosce pienamente l’applicazione del RDE ai nuovi tipi di vetture a partire da settembre 2017″.
L’Associazione ha anche replicato con una contro-proposta di regolamento con un numero inferiore di sostanze inquinanti e l’ulteriore proroga per l’introduzione del regolamento al 2020. Inoltre, sono state proposte distanze di prova ridotte da 1300 m a 700 m, temperature minime aumentate da -7° C a -3° C e introdotte le strade rurali.
Dopo un apparente rifiuto della proposta Acea, il regolamento passerà ai Commissari per l’approvazione e agli Stati membri per gli emendamenti finali, prima di una introduzione prevista nel mese di settembre.
In ogni caso entro il 2017, le prime prove realistiche di emissioni delle auto dovrebbero iniziare sul serio.