Ecoincentivi 2015: addio!
La legge di stabilità 2015 ha tagliato i 45 milioni di euro di bonus per acquistare veicoli verdi.
Era il 2012 e il Governo Monti dava il via a una serie di incentivi per l’acquisto di auto a ridotto impatto ambientale.
Per 3 anni, a partire dal 2013 furono erogati 120 milioni di euro, gran parte dei quali da ripartire anche tra veicoli aziendali, taxi, car sharing, noleggio, servizi di linea.
40 milioni di euro stanziati per il 2013, 35 per il 2014 di milioni ed infine 45 milioni per l’anno appena iniziato.
Peccato che il Governo Renzi con la Legge di stabilità 2015 (legge 23/12/2014 n. 190, pubblicata sulla GU Serie Generale n. 300 del 29/12/2014) ha annullato il bonus per il 2015 atto a favorire l’acquisto di auto ad alimentazione elettrica, ibrida, a metano, a biometano, a GPL, a biocombustibili oppure a idrogeno.
Secondo l’articolo 39 del Decreto Sblocca Italia, pubblicato in Gazzetta Ufficiale nel settembre scorso, quei 45 milioni di euro sarebbero serviti ai privati per l’acquisto di un veicolo con emissioni di CO2 fino a 95 gr/km, senza la rottamazione obbligatoria.
Per le aziende, invece, a cui spettava la fetta più grossa ossia 35,5 milioni di euro, il limite era di 120 gr/km per auto usate esclusivamente come beni strumentali d’impresa con il vincolo della rottamazione di un veicolo più vecchio di 10 anni già attestato in proprietà da almeno 12 mesi prima del nuovo acquisto o al soggetto acquirente o a un suo familiare convivente alla data di acquisto.
Era prevista un’eccezione per fondi destinati ai veicoli con emissioni non superiori a 95 g/km (essenzialmente elettrici e ibridi), che sarebbero stati destinati a qualunque categoria di cliente, sia privati che aziende, in modo da accelerare la diffusione di auto elettriche e ibride.
Il bonus, egualmente ripartito in uno sconto del venditore e il contributo statale, avrebbe coperto fino al 20% del costo complessivo dell’auto acquistata seguendo un tetto massimo delle emissioni:
5.000 euro per vetture con emissioni CO2 non oltre a 50 gr/km;
4.000 euro per i veicoli con emissioni non superiori a 95 gr/km;
2.000 euro per i veicoli che non superano i 120 gr/km.
Per il momento gli incentivi sono stati bloccati e le associazioni di categoria non si fanno illusioni e continuano a sfornare ricette per far ripartire il mercato auto.
Il CDA di Federauto, ad esempio, ha proposto al Governo Renzi la riduzione dell’IVA per 3 anni con beneficio decrescente per garantire un’uscita morbida dalla “droga incentivi”. Secondo la Federazione composta dai presidenti delle associazioni di concessionari di tutti i marchi auto commercializzati in Italia, questa misura sarebbe in grado di rinnovare il parco con anzianità superiore a 10 anni (ben 14 milioni di veicoli) e potrebbe generare una domanda aggiuntiva di circa 252.000 autovetture l’anno, ovvero 756.000 nel triennio.