Alimentazione a gas: volano per l’economia e l’ambiente

Numeri positivi per il mercato auto GPL e Metano con previsioni di aumento nei prossimi anni e risvolti più che golosi per il mercato del lavoro.

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Con un “parco auto” circolanti che supera il miliardo di motori ed è responsabile del 28% dei consumi di energia, senza contare le emissioni di anidride carbonica in atmosfera (stimate in ¼ del totale), il globo (e il nostro Paese non fa eccezione) necessita nel più breve tempo possibile di un approccio più green alla mobilità.

Tuttavia se, da un lato è impensabile un utopico ritorno al passato senza motori, dall’altro è tecnicamente ed economicamente difficoltoso riconvertire l’esistente in termini di veicoli ad impatto zero, è pur vero che la tecnologia esistente da anni consente di “salvare capra e cavoli” semplicemente puntando sulla trazione a gas che, ricordiamo, da un punto di vista dei consumi e delle emissioni presenta  sicuramente vantaggi notevoli rispetto alla benzina e al gasolio (senza contare che anche sul portafoglio dei consumatori l’effetto positivo si sente). Ma non solo, l’implementazione e la diffusione di tale tecnologia applicata alla mobilità di merci e persone costituisce uno dei possibili volani di sviluppo in direzione della green economy con importanti ricadute economiche e occupazionali stimate tra 22.700 e 66.000 posti di lavoro aggiuntivi al 2030. 

Ad affermarlo è lo Studio: “Green economy e veicoli stradali, una via italiana” realizzato dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, con la collaborazione di Assogasliquidi Federchimica e del Consorzio Ecogas e presentato ieri. 

Le auto a gas – ha dichiarato Edo Ronchi, Presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile – sono una delle tecnologie “ponte” a basso impatto ambientale che può contribuire a ridurre l’inquinamento dell’aria nelle città, ma non solo, può far bene all’ occupazione e all’ economia. In Italia c’è una filiera di imprese che ci rende leader nel mondo e che può crescere. Un caso esemplare di green economy dove miglioramenti ambientali producono vantaggi economici e occupazionali.” 

Numeri e statistiche parlano chiaro e dimostrano le potenzialità del settore; infatti se negli ultimi anni segnati dalla crisi e dalla contrazione dei consumi le auto tradizionali hanno conosciuto un drastico calo delle immatricolazioni, le auto a gas hanno continuato a crescere (tra il 2011 e il 2012 le immatricolazioni sono quasi triplicate passando dal 5,55% al 13%) e nel 2013 la quota di mercato della auto a gas è arrivata al 14,1% (8,9% GPL e 5,2% metano). L’attuale stock di auto a gas circolante in Italia è in termini assoluti il più rilevante d’Europa, rappresentando il 76,8% del parco europeo per le auto a metano e il 26% per quelle a GPL. Inoltre, in Italia oltre al produttore (Fiat) c’è una piccola e grande industria dell’auto a gas che va dalla produzione di impianti per la conversione a GPL e metano, con una rete di trasformazione e assistenza di più di 6.000 officine, al rifornimento stradale (con più di 3.000 distributori di GPL e 1.000 di metano).

Le autovetture a GPL e metano in Italia sono più di 2 milioni e 700 mila – ha dichiarato Alessandro Tramontano, Presidente del Consorzio Ecogas – pari ad oltre il 7% del circolante. Numeri che potrebbero essere molto più importanti, a tutto vantaggio dell’ambiente e dell’occupazione, con la ripresa di politiche di incentivazione. Negli anni scorsi le immatricolazioni a gas sono arrivate a toccare il 21% del mercato e le trasformazioni sono state anche 270.000 all’anno, mentre nel 2014 ci fermeremo purtroppo a non più di 100.000 unità”.

Nel prendere in esame tutte le ricadute ambientali ed economiche dello sviluppo del settore, la ricerca ha presentato dati entusiasmanti; in uno scenario di elevata penetrazione delle auto a gas in Italia da oggi al 2030, con la progressiva sostituzione di una parte delle auto a combustibili liquidi del parco circolante italiano, dovuta sia ad acquisto di nuove auto sia ad interventi di retrofit, si arriverebbe al 2030 a risparmiare: oltre 3,5 milioni di tonnellate di CO2 in meno rispetto a uno scenario di non intervento, 67 tonnellate di particolato e 21 mila tonnellate di ossidi di azoto. La riduzione di particolato prevista al 2030 equivale alle emissioni che sarebbero generate mediamente in un anno da 4 milioni di automobili diesel

Sul fronte delle prestazioni ambientali delle auto a gas la ricerca intravede promettenti sviluppi nel campo delle alimentazioni ibride sia GPL-elettrico che metano-elettrico oltre a sistemi dual fuel metano-gasolio o GPL–gasolio. La più intrigante è quella che vede il biometano protagonista della svolta green dei combustibili per autotrazione. Il biometano (che non presenta differenze rispetto al metano di estrazione di gas naturale e può essere miscelato a questo senza problemi, così come può essere può essere trasportato e distribuito convenientemente nelle reti del gas naturale) può essere efficientemente prodotto da diverse fonti, dai rifiuti così come da coltivazioni dedicate. 

Interessanti le ricadute economiche ed occupazionali determinate in uno scenario di maggiore sviluppo dell’auto a gas in Italia. Nello scenario preso in esame dallo Studio si legge che la produzione raggiungerebbe +5,0 miliardi di € in media annua nel 2020 per poi scendere a +4,3 miliardi di euro nel 2030; il valore aggiunto si attesterebbe a +1,6 miliardi di euro nel 2020 e +1,3 miliardi di euro al 2030. Infine, la nuova occupazione creata, espressa in unità di lavoro standard, ammonterebbe a +27.300 unità nel 2020 e +22.700 unità nel 2030. Uno scenario di “reshoring”, ovvero di un progressivo rimpatrio di attività dall’estero, porterebbe al 2030 a quasi 3,9 miliardi di euro di nuovo Valore Aggiunto e a 74.000 occupati nel 2020 e quasi 66 mila posti di lavoro aggiuntivi a tempo pieno nel 2030, triplicando, così, i valori dello scenario base adottato.

Tuttavia, simili risultati abbisognano fin d’ora di un lavoro in prospettiva in grado di favorire lo sviluppo del settore delle auto a gas. In questo senso lo Studio presentato offre al Legislatore alcune proposte normative che si sviluppano principalmente sulla fiscalità ecologica dei carburanti e delle autovetturePer i carburanti si ritiene necessario mantenere nel medio-lungo periodo la tassazione attualmente applicata ai carburanti gassosi; per i veicoli si suggerisce di estendere a tutto il territorio nazionale la disciplina che oggi è applicata a discrezione delle regioni, cioè di esentare i veicoli alimentati a gas dal pagamento del bollo per 5 anniNon a caso, ad esempio, in Piemonte, dove questa norma è stata già adottata le vendite di auto a gas sono aumentate del 200%. 

Caldeggiata, infine, la proposta di un “patto per l’occupazione verde”, un piano di azione che potrebbe, ad esempio, essere vincolato ad un “patto per l’occupazione” con tutta la filiera di settore e che preveda una valutazione periodica – secondo parametri condivisi – degli effetti sul livello occupazionale presente sul territorio conseguenti alla maggior vendita di automobili e componentistica a gas.

Sono molti gli stimoli –  ha affermato Francesco Franchi, Presidente di Assogasliquidi Federchimica – che l’Europa ci sta dando per la promozione dell’uso delle auto a gas, a partire dalla recente Direttiva europea sui carburanti alternativi che prevede l’obbligo, da parte di ogni Stato membro, di redigere un proprio programma  nazionale che comprenda politiche di sviluppo a favore di questi carburanti. L’Italia deve fare la sua parte, a maggior ragione come Stato membro leader nel settore. Dobbiamo cogliere questa opportunità di sviluppo sostenibile e di crescita economica nel Paese”. 

Ci auguriamo che tali suggerimenti e prospettive vengano colti da chi di dovere e che non rimangano “lettera morta”.

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