Quanto è riciclabile la tua auto?

La Direttiva europea sul trattamento dei veicoli a fine vita (2000/53/CE ELV) impone una misurazione della riciclabilità di un veicolo fissata a un 95% del suo peso al 2015.
Il settore della ricerca si fa carico di questa mission, rivedendo la progettazione e la costruzione delle auto.

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La Direttiva, recepita e diventata legge nei 28 Paesi europei, include tra gli altri obblighi quello di un controllo omologativo di tutte le vetture immesse sul mercato dal 2008.
Secondo il legislatore, i veicoli devono essere idonei al riciclaggio secondo gli obiettivi stabiliti per il post 2015.
Le auto che vengono progettate oggi avranno, presumibilmente, una vita di 20-25 anni e il cliente che decide di rottamare il suo veicolo lo farà entro questo periodo, quindi, i settori della progettazione e della costruzione devono includere nelle caratteristiche delle vetture una riciclabilità molto elevata (95% del peso) che verrà verificata prima dell’immissione sul mercato da enti preposti.

La ricerca gioca un ruolo chiave al fine di raggiungere gli obiettivi imposti dalla Direttiva, spaziando dalla scelta ottimale dei componenti alla definizione di un assemblaggio ideale di tutti pezzi del veicolo.
La scelta dei materiali, ad esempio deve tenere conto di aspetti quali:
la riciclabilità;
la disponibilità nel tempo;
l’esistenza di mercati in grado di assorbire i prodotti riciclati.
Inoltre, parlando di materiali, è importante anche operare una distinzione tra quelli metallici e quelli plastici.
I materiali metallici hanno come caratteristica una grandissima riciclabilità e rappresentano una ricchezza, mentre quelli plastici, usati nella costruzione di un’auto, appartengono a differenti tipi, studiati all’inizio soltanto per essere idonei alla funzione che dovevano svolgere.
Inoltre, il moltiplicarsi del numero di famiglie plastiche usate in un’auto causa notevoli problemi durante la fase del riciclo. Possono essere recuperate solo plastiche che appartengono alla stessa famiglia polimerica, quando, invece, ci si trova di fronte a un mix di famiglie, l’unica soluzione è il recupero energetico (anche se c’è chi si sta già investendo in Italia in tecnologie per il riciclo del plasmix).

La ricerca e l’impegno dei progettisti sono già orientati alla riduzione della quantità di queste famiglie polimeriche, prediligendo quelle che possono trovare effettivi mercati di sbocco. In passato, c’erano 15-18 tipologie diverse, ora 7-8, e per la maggior parte sono costituite da polipropilene che consente di inviarle ai mercati di sbocco con possibilità di riutilizzo.

Sempre avendo in mente il traguardo del 2015, previsto dalla Direttiva europea, le case automobilistiche lavorano insieme ai settori di mercato a loro vicini, ma cercano anche di avvicinarsi a mercati diversi dal loro, in funzione di un’accettazione dei loro materiali al momento del riciclo.

Con la Direttiva ELV, l’Europa si è mossa nella direzione di creare leggi specifiche che tengano in considerazione l’ambiente e grazie al recepimento nei vari Paesi europei si è già passati alla fase operativa. Questa scelta legislativa viene guardata dal resto del mondo come un esempio ben strutturato e operativo da seguire.

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