L’AUTO DEL FUTURO, IN EUROPA, È CONNESSA!

Forse pronte dal 2015, ma serve una copertura standardizzata e diffusa delle reti di connessione.

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I due organismi europei di normazione e standardizzazione ETSI e CEN (Istituto Europeo per gli Standard nelle Telecomunicazioni e Comitato Europeo per la Standardizzazione), hanno confermato ieri, a Berlino, durante i lavori del 6 ° Seminario ETSI sui Sistemi di Trasporto Intelligente, che il set di norme standard richieste dalla Commissione per il via libera alle “auto connesse”, è stato completato. 

Le norme adottate garantiscono che i veicoli prodotti da diversi costruttori possono comunicare tra loro (a partire dal 2015!). L’Unione europea ha investito più di 180 milioni di Euro in progetti di ricerca sui sistemi di trasporto interconnessi, i cui risultati hanno contribuito allo sviluppo di tali standard.

Tale strategia consentirà all’industria automobilistica di crescere ulteriormente in offerta lavoro per fronteggiare la nuova sfida dello sviluppo di autoveicoli di nuova generazione.

Lo scenario, in sé ha del fantastico: immaginate di trovarvi alla guida della vostra vettura e, poco prima di una svolta con scarsa visibilità, un videomessaggio appaia sul parabrezza per anticiparvi l’ostacolo e mettervi in allerta. Oppure, percorrendo un’autostrada in presenza di nebbia a banchi, nel caso di una coda poco visibile, un messaggio di allerta vi avvisi della situazione potenzialmente pericolosa…

Neelie Kroes, vicepresidente della Commissione europea, nel salutare con favore l’annuncio ha commentato: “Con questo pacchetto di norme standard approntate, le auto connesse sono sulla buona strada”.
La comunicazione diretta tra autoveicoli ed infrastrutture garantirà un flusso di traffico più sicuro e più efficiente, con grandi benefici per conducenti e pedoni, ma anche l’ambiente e l’economia”.
Illustrando come tale strategia risulti efficace solo sui grandi numeri, il vicepresidente Kroes ha puntualizzato che: “Per fare in modo che le vetture connesse siano davvero un successo, c’è bisogno di più coerenza nelle regole nazionali alla base delle reti a banda larga veloci, perché la gestione parcellizzata delle stesse risulta essere un freno all’economia e all’innovazione… è ormai tempo che il nostro continente attesti la sua velocità di connessione ad uno standard “di crociera””.

Quella dei Trasporti intelligenti è una priorità fra i programmi di ricerca e innovazione dell’UE, infatti, dal 2002, oltre 180 milioni di Euro sono stati investiti in oltre 40 progetti di ricerca sullo sviluppo di sistemi di interconnessione fra veicoli ed infrastrutture. I risultati ottenuti sono stati comunicati a ETSI, CEN e ISO che, a loro volta, li hanno utilizzati per la definizione dei criteri standard. L’UE, ha quindi finanziato diversi testi operativi ed esperienze pilota così come  team di progetto di standardizzazione.

Il lavoro sul pacchetto di standardizzazione “Release 2” è già iniziato e permetterà di affinare le norme esistenti e di ipotizzare/risolvere i casi di utilizzo più complessi.
Contemporaneamente le organizzazioni europee si stanno adoperando per cooperare in stretto contatto con quelle americane e giapponesi per garantire la compatibilità globale dei sistemi di connessione.

Si consideri che il rinnovo del parco auto circolante con  tecnologie in grado di interconnettersi fra loro e con la rete infrastrutturale rappresenta una sfida notevole per il superamento dei limiti attuali di sicurezza, ambiente e consumi. Non solo, si consideri che con oltre 200 milioni di veicoli sulle strade europee, oggi, il comparto automotive  rappresenta ancora un importante volano per le imprese europee. Tuttavia le connesse non possono essere sviluppate senza requisiti tecnici comuni per quanto riguarda, ad esempio, le frequenze utilizzate o la gestione dei dati.

Già nel 2008, la Commissione europea aveva pubblicato un piano d’azione per la diffusione degli Intelligence Transport SystemITS in Europa. Questo piano prevedeva la definizione di un mandato per gli organismi europei di normalizzazione affinché addivenissero all’elaborazione di  norme armonizzate per la sua applicazione, in particolare per quanto riguarda sistemi cooperativi.

Questo mandato (M/453) fu indirizzato nel mese di ottobre 2009 a CEN, ETSI e CENELEC (Comitato europeo di normazione elettrotecnica) ed invitava tali organismi a preparare un insieme coerente di norme, specifiche e linee guida per sostenere l’attuazione e la diffusione dei sistemi cooperativi ITS  a livello europeo. CEN e ETSI avevano accettato formalmente il mandato, mentre CENELEC non ha accettato e quindi non ha preso parte agli sviluppi degli standard in questo particolare mandato.

Nel luglio 2010, è stata adottata la Direttiva 2010/40/UE  sul “quadro generale per la diffusione dei sistemi di trasporto intelligenti nel settore del trasporto stradale e nelle interfacce con altri modi di trasporto” per accelerare la diffusione degli ITS in tutta Europa e, in quel dettato il collegamento del veicolo con l’infrastruttura di trasporto è stata definita come un settore prioritario.

A questo punto, viene spontaneo chiedersi come riuscirà ad allinearsi il nostro Paese, che ancora non è in grado di risolvere il suo Digital Divide. Magari, dal 2015 le auto connesse si venderanno pure (per coloro che potranno comprarsele), perché forse faranno chic o saranno percepite come l’ennesimo e-gadget… Per poi risultare scatole vuote se, infrastrutture e servizi, non saranno realmente in rete.


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