SISTRI, CHE FARE?

Le piccole e medie imprese di autodemolizione e autotrasporto si riuniscono ad ECOMONDO per discutere le problematiche applicative del Sistema di Tracciabilità dei Rifiuti. Grande successo dell’iniziativa.

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A pochi giorni dall’ennesimo avvio del Sistema di tracciabilità dei rifiuti che dal 2009 rovina il sonno ad imprenditori e piccole e medie imprese che producono o trasportano rifiuti speciali, (della sua travagliata genesi abbiamo avuto modo di parlarne più che approfonditamente sulle pagine del Notiziario sin da cinque anni fa), venerdì 8 novembre, presso la Sala “Regioni & Ambiente” (Pad D1- Stand 106), all’interno della Fiera ECOMONDO di Rimini 17 Fiera Internazionale del Recupero di Materia e di Energia e dello Sviluppo Sostenibile, ha avuto luogo il Convegno: “Sistri, che fare?” a cura della nascente Federazione Autoriutilizzatori

Mentore e animatore dell’evento, il sempre vulcanico Roberto Capocasa, imprenditore, autodemolitore e già figura di spicco nel panorama nazionale, dapprima in ADA e, successivamente all’interno della Confederazione degli Autodemolitori Riuniti, CAR, alla cui nascita ha contribuito sin da subito.

Il quadro di riferimento è quello più volte presentato da varie Associazioni di categoria e prontamente ripreso su queste pagine, ovvero: la necessità di “staccare la spina” al Sistema telematico di tracciabilità attuale, così come configurato nell’ultimo aggiornamento normativo, per concentrarsi sulla possibilità di dar vita – insieme, tutti i soggetti della filiera – ad un sistema diverso, meno farraginoso ed oneroso, in grado di raggiungere veramente l’obiettivo della effettiva e necessaria tracciabilità, cui, peraltro, nessuno si vuole sottrarre.

Allo stesso tempo, s’è discussa l’urgenza di richiedere la restituzione, anche sotto forma di compensazione (e qui si aprono diversi ventagli di possibilità), delle ingenti somme versate inutilmente a fronte della perdurante stasi del Sistema e delle difficoltà operative riscontrate, anche nell’ultima seduta del Tavolo di confronto istituito presso il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare.

Fra i Relatori che si sono succeduti sul prestigioso parterre della Sala Regioni & Ambiente, il primo a prendere la parola è stato Enrico Bobbio, Presidente del Consorzio PolieCo (Consorzio nazionale per il riciclaggio dei rifiuti dei beni a base di polietilene), che dopo aver brevemente illustrato ai presenti il ruolo e il quadro di riferimento del PolieCo, ha posto retoricamente la domanda se il Sistri possa essere o meno una barriera efficace al traffico illegale di rifiuti.

Assolutamente no – si è quindi risposto – è solo un aggravio per chi opera legalmente ed una opportunità in più per chi opera nelle more della normativa“. “Il Sistri – ha quindi proseguito – serve, o per lo meno finora è servito solo a chi doveva lucrarci sopra“. Nell’offrire ai presenti una soluzione operativa, peraltro salutata con favore dalle imprese di autodemolizione convenute, il Presidente Bobbio ha dichiarato che: “Sarebbe ora di premiare gli autodemolitori seri che operano nella legalità e nel pieno possesso delle autorizzazioni, sottraendo beni e materiali preziosi alle discariche, promuovendo una filiera complessa e multimateriale del riciclo a partire da beni di largo consumo“. “In questo senso – ha concluso – le Case costruttrici, nel rispetto dell’assunto del “chi inquina, paga”, dovrebbero pagare un contributo agli autodemolitori che, di fatto, recuperano parti ancora riutilizzabili dalle auto a fine vita, avviando a riciclo tutte le altre e contribuendo, infine, ad una minimizzazione degli impatti antropici sull’ambiente“.

Successivamente ha preso la parola l’Ing. Andrea Pugliese, consulente PolieCo che ha espresso la disponibilità, da parte della Federazione Green Economy, a contribuire con gli operatori dell’autodemolizione, alla stesura di opportune linee guida finalizzate a qualificare ulteriormente l’operato degli autodemolitori che sempre più saranno chiamati ad essere “auto recuperatori”, una sottigliezza semantica che tuttavia esplicita il ruolo di riciclatori dell’auto a fine vita. Allo stesso tempo, l’Ing. Pugliese ha dichiarato la necessità di costituire un Tavolo tecnico fra imprese, non già per contrastare acriticamente il Sistri, ma per promuoverne una modifica positiva e facilmente realizzabile dal punto di vista degli oneri finanziari e burocratici.

Silvio Faggi, Segretario Generale Federazione Autotrasporti ha portato la testimonianza del grande lavoro di contrasto che la Federazione ha messo in campo contro il Sistema così come scaturito sin dalla sua genesi. “Abbiamo lavorato per presentare diversi emendamenti, molti dei quali, effettivamente approvati – ha dichiarato Faggi – tant’è che sono stati esclusi dal Sistri i rifiuti speciali non pericolosi.” “Tuttavia – ha proseguito – malgrado sia stato proposto un credito d’imposta per rifondere le aziende che hanno subito questo danno, grava ancora l’incertezza per quanto concerne il rimborso del danno subito da quelle aziende che in precedenza erano state obbligate ad iscriversi versando la quota prevista“. “Allo stato attuale – ha dichiarato Faggi – il Sistri è previsto solo per le ditte che trattano rifiuti pericolosi, che sono certamente di meno ma le problematiche restano invariate… Il Decreto Ronchi stabiliva che il responsabile era chi produceva il rifiuto, il Sistri, però ribalta tutto dato che chi produce il rifiuto è responsabile fino ai confini della propria azienda, oltre quelli la responsabilità passa a chi detiene il rifiuto, quindi s’è teso a scaricare i produttori del rifiuto dalle responsabilità e caricando le stesse sulle spalle di altri soggetti della filiera“. È necessaria, quindi, secondo il Segretario Generale della Federazione Autotrasporti: “una collaborazione stretta tra attività affini, autotrasportatori e demolitori per fare massa critica ed essere più incisivi nelle richieste alle Istituzioni preposte“.

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Paolo Vaccaneo, titolare della Sintem srl, Delegato del Gruppo Ambiente di Assosoftware per l’Interoperabilità Sistri presso il MATTM al 2012 e attualmente coordinatore del Centro Studi Assosoftware per l’Agenda Digitale Verde, ha esordito il suo intervento precisando che: “Assosoftwear segue il problema sistri sin dal 2010“. Nell’affermare che: “Il sistri è un Sistema inquinato sin dalla sua origine“, il Dott. Vaccaneo ha stigmatizzato come lo stesso, che era nato per tracciare i flussi di rifiuti, di fatto aumenta le attività burocratiche a carico delle imprese senza incidere positivamente sulla effettiva tracciabilità dei flussi delle stesse. “Di fatto – ha dichiarato – aumenterà la concorrenza tra ditte in regola ed attività criminali, con l’aggravante del sospetto che in questa operazione di per sé fallimentare vi siano zone d’ombra nelle quali qualcuno co ha guadagnato“. Nel proseguire nel suo intervento, Vaccaneo ha sentenziato che il Sistri “è un sistema molto labile ed un semplice giorno di cedimento nella fase di sperimentazione del sistema ha provocato una caduta dei trasporti del 50% con danni immediati alle aziende che in un arco di settimana non sono state in grado di recuperare“. “Per tracciare i rifiuti – ha quindi concluso – basterebbe dotarli banalmente di un’etichetta con codice a barre con costo bassissimo sia iniziale che come gestione tecnologia a basso costo e massima tracciabilità“.

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Roberto Galanti, coordinatore nazionale FIAP ha ribadito i concetti precedentemente espressi dagli altri Relatori, sottolineando la necessità di superare un Sistema informatico che ha “buchi” che consentono agli operatori dell’illegalità di prosperare in tranquillità. Durante l’intervento, Galanti ha ricordato, poi, come già in sede di Tavolo Tecnico presieduto dal Ministro Orlando, le varie Associazioni convocate avessero delineato le perduranti criticità del sistema che continuano a provocare pesanti cali nelle consegna dei rifiuti ai vettori e agli impianti di gestione (stimabili in cifre negative dal 30 al 40%), così come alle grosse difficoltà delle imprese ad aggiornare i dispositivi elettronici (token USB e black-box) a contattare il contact-center del SISTRI e, una volta sentito questo ad avere risposte alle proprie domande; nonché una notevole farraginosità del sistema ed in particolare la lunghezza esasperante delle operazioni da svolgere, che non si conciliano affatto con i tempi della precedente organizzazione aziendale. Nel ricordare come, in sede di Tavolo Tecnico, il MATTM abbia assicurato che presto saranno pubblicate sul sito istituzionale le maggiori domande sull’operatività del sistema e le relative risposte e che a breve verrà pubblicata una nuova circolare sulle disposizioni del D.L. convertito e su altri chiarimenti chiesti dagli operatori e che lo stesso Ministero ha anche anticipato la volontà di aprire dei tavoli tecnici, a partire dal 10 novembre , su procedute particolari del SISTRI, quali la micro raccolta, l’intermodale, l’interoperabilità, i dispositivi elettronici e le operazioni presso gli impianti finali, Galanti ha concluso il suo intervento sottolineando il grande fermento riscontrato nella base imprenditoriale di riferimento, riscontrabile nelle tante testimonianze critiche nei social network e nei blog tematici.

A concludere l’intenso e caldissimo pomeriggio, l’intervento di Roberto Capocasa, vero anfitrione della giornata, che ha tuonato contro una burocrazia miope incapace di cogliere le richieste in positivo delle imprese di autotrasporto e autodemolizione le quali “stanno quotidianamente in prima linea per difendere il diritto alla propria sopravvivenza, lavorando in un settore ambientale non privo di rischi e subendo le pressioni di poteri forti e di concorrenze sleali“. “Oggi – ha detto Capocasa – non possiamo più permetterci divisioni interne, localismi e preziosismi personali perché ne va della sopravvivenza delle nostre imprese, delle nostre famiglie e dei nostri figli“. “Il grande successo in termini di presenze per questa giornata nata sulla base di semplici sollecitazioni telefoniche, incontri informali e sms dimostra la grande attenzione del nostro comparto, la voglia di fare, la voglia di continuare ad essere protagonisti nel riciclo dei veicoli a fine vita“.

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