ITALIA IN CONTROTENDENZA

Si preferisce rottamare auto relativamente nuove e potenzialmente meno inquinanti

In un momento di forte crisi economica, come quello attuale, comprarsi un’auto nuova rappresenta una spesa eccessiva per qualsiasi famiglia. Molto meglio l’usato, soprattutto per le tasche degli italiani. Ricorrere all’auto di seconda mano è da sempre un modo per avere un mezzo a costo ridotto, eppure gli ultimi dati sul mercato delle automobili usate dicono esattamente il contrario. Il mercato dell’usato è in forte calo, gli italiani preferiscono mandare a rottamare automobili, anche grandi e costose, e comprarsi un’auto nuova. Ogni 100 auto nuove, si vendono 110 auto usate, con un rapporto di quasi uno a uno. Non è così nel resto d’Europa, dove il rapporto tra auto nuove ed usate è netta- mente superiore. Secondo i dati del 2008 ogni 100 automobili nuove, in Gran Bretagna, per esempio, se ne vendono 350 usate, in Francia 260 e in Germania 200. Il fenomeno italiano è veramente paradossale, se si pensa che questo crollo avviene proprio quando sono finiti gli incentivi statali, che promuovevano il mercato del nuovo a svantaggio di quello dell’usato.

Il mercato dell’auto, sia nuovo che usato, sta attraversando comunque un periodo nero. Nonostante nuovi modelli e soluzioni per una mobilità sempre più ecologica, per le Case automobilistiche il risultato nelle vendite è comunque negativo: -18% rispetto allo scorso anno; ad oggi sono state vendute circa 150.000 vetture, mentre nello stesso periodo del 2009 le auto vendute erano circa 200.000. In molti sostengono che la situazione migliorerà a partire dal 2012, infatti i maggiori marchi si stanno organizzando per la ripresa, puntando sulle novità e sull’eco-sostenibilità. In ogni caso, l’italiano medio preferisce man- dare a rottame la sua auto e i motivi sono i più disparati. Il consumatore si fida sempre meno dell’usato e dei rivenditori che da qualche tempo hanno iniziato ad ammettere errori commessi in passato, cercando di porre più attenzione ai clienti e di essere più corretti nei loro confronti. Ma la colpa non è soltanto dei rivenditori di vetture di seconda mano, anche la burocrazia fa la sua parte. Per vendere o comprare un’auto usata in Italia, si deve pagare più tasse e riempire più moduli di qualsiasi altro Paese europeo. L’auto di seconda mano, infatti, è gravata da un’imposizione fiscale abbastanza pesante, che ne condiziona e limita i successivi passaggi ad altri proprietari. Facciamo un breve ripasso, per capire le spese a cui va incontro chi vuole acquistare una vettura usata in Italia. Per il passaggio di proprietà, ad esempio, ci si può rivolgere a un’agenzia di pratiche auto, evitando code e grattacapi burocratici, oppure darsi al “fai da te”, risparmiando una cifra che, a seconda delle agenzie, può andare dai 50 ai 150 euro, rivolgendosi allo Sportello telematico dell’automobilista presso gli uffici del Pubblico registro automobilistico (PRA) e quelli del Dipartimento Trasporti terrestri (ex Motorizzazione Civile). Se l’auto usata viene acquistata presso una concessionaria, delle pratiche relative al passaggio di proprietà se ne occupano i rivenditori, che usufruiscono di tariffe agevolate. Per quanto riguarda, invece, l’IPT (Imposta provinciale di trascrizione), quando la vendita avviene tra due soggetti privati, si paga sulla potenza effettiva in ragione di 3,51 euro ogni kW. In questo modo un usato da 150 kW supera abbondantemente i 500 euro. Per trascrivere il nome del proprietario al PRA: il “nuovo” paga solo 151, 87 euro, qualunque sia la potenza dell’automobile; l’usato, invece, paga una tassa proporzionale ai kilowatt effettivi. Paradossalmente una Ferrari nuova paga poco più di 150 euro, se dopo un mese viene rivenduta da un privato paga oltre 1000 euro di IPT. Gli ultimi dati del mercato dell’usato, inoltre, evidenziano che le auto di piccola cilindrata sono le più ricercate. Questo trend si spiega con la tassa ridotta per le vetture fino a 53 kW e tassa proporzionale alla potenza per le altre, il che significa favorire l’usato di minore cilindrata, a discapito di quello di prestigio. Questo si traduce in una presenza più massiccia nelle strutture di autodemolizioni di automobili di grossa cilindrata, che sono più robuste, affidabili e longeve. Anche in questo caso l’Italia è in controtendenza rispetto all’Europa, dove sopravvive solo l’usato di maggior valore intrinseco, che è quello più affidabile anche dal punto di vista della sicurezza stradale perché comprende vetture grandi e più sicure per gli automobilisti, in quanto dotate di accessori come airbag e decisamente più stabili nella guida. Questi piccoli accorgimenti posti in essere dallo Stato fanno parte di una strategia, attraverso la quale l’auto rimane di proprietà della stessa persona per tutto il suo ciclo di vita e viene rottamata il più presto possibile, grazie anche agli eco-incentivi. In realtà gli incentivi non sono stati poi così eco, infatti nel 2009 le vetture più rottamate, per poter godere degli incentivi pubblici, non sono state le Euro 0 e neanche le Euro 1, bensì le Euro 2 (con oltre il 33% del rottamato), cioè auto con meno di 10 anni di vita. A non sentire la crisi dell’usato è invece Ebay. Il sito di e-commerce più popolare al mondo ha registrato un significativo au- mento della richiesta di offerte nel settore automobilistico, in quanto sono sempre di più i privati e gli operatori che scelgono il canale web per l’acquisto e la vendita di auto. Il por tale di commercio elettronico ha notato un notevole aumento di richieste, a fronte di altre offerte al pari crescenti: ben 178.000, come dichiarato dallo stesso Ebay. Il numero di utenti, che s’inoltra nella selva di annunci, è cresciuto del 30%: tutti a caccia dell’occasione perfetta. La maggior parte degli internauti cercano di vendere una Fiat – al secondo posto Mercedes e, di seguito, Bmw,Volkswagen e Alfa Romeo – mentre la maggior parte degli acquirenti di città caotiche come Roma cerca una Smart, per destreggiarsi in modo agile e quasi invisibile nel traffico cittadino. Nonostante gli aiuti dal web, vendere auto in Italia è diventato sempre più difficoltoso: se da un lato la disponibilità finanziaria degli italiani continua a diminuire, anche i settori “low profile”, come il mercato delle auto usate o a chilometri zero, non sono in buone condizioni e senza incentivi statali all’acquisto di macchine nuove, in cambio della rottamazione di quelle vecchie e inquinanti, il mercato dell’auto in Italia e in Europa resterà in crisi ancora per diversi mesi.


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