IENE: INFRA ECO NETWORK EUROPE
Una rete internazionale alla ricerca di soluzioni per rendere le strade europee più sostenibili per gli ecosistemi e per la fauna selvatica
Nell’anno dedicato alla biodiversità anche il sistema deiTrasporti si inter- roga sulla necessità di far convivere l’esigenza della mobilità di uomini e di merci con l’obbligo: della minimizzazione degli impatti antropici derivanti da un maggior consumo di suolo (per l’implementazione di eventuali nuove infrastrutture viarie); della riduzione delle emissioni inquinanti e climalteranti; con la prospettiva ulteriore di diminuire la perdita di biodiversità dovuta al crescere di incidenti automobilistici con fauna selvatica e alla pericolosa (ambientalmente parlando) “privativa” che la necessità di implementare le arterie viarie pone sui cosiddetti “corridoi verdi”. Per questo, già da tempo, in Europa, c’è chi si interroga sulla necessità di approcciare al problema della viabilità in un’ottica di sviluppo sostenibile, attraverso logiche di pianificazione territoriale e di governance che tenga conto, non solo degli aspetti urbanistici, ma anche di quelli biologici, allorquando si progettano strade e autostrade. Da alcuni anni, ma in verità se ne è parlato poco anche sulla stampa specializzata, è attiva, in Europa, la Rete IENE, acronimo di Infra Eco Network Europe, recentemente salita agli onori di cronaca per un Convegno interna- zionale tenuto a Velence (Ungheria), nel quale sono stati presentati i risultati degli ultimi anni di lavoro.
IENE è una Rete internazionale di autorità ed esperti che si occupano di infrastrutture di trasporto (auto- strade, strade e ferrovie) in relazione agli ecosistemi e alla fauna selvatica. L’obiettivo principale è quello di pro- muovere una rete infrastrutturale sicura e sostenibile dei traspor- ti europei, attraverso misure e procedure di pianificazione stradale, che permettano la conservazione della biodiversità e contrasti la frammentazione del paesaggio, oltre a ridurre gli incidenti automobilistici e le vittime tra la fauna selvatica. Il traffico veicolare, in costante e rapida crescita, ha richiesto un incremento delle infrastrutture. La costruzione continua di strade, autostrade, ferrovie e canali navigabili, inevitabilmente ha avuto negli ultimi decenni un impatto devastante sulla fauna selvatica. Il paesaggio per molte specie, anche rare, di mammiferi, uccelli, anfibi e rettili, è diventato più frammentato e diviso in zone sempre meno ospitali e vivibili per il loro delicato equilibrio. Questa perdita di spazi, è stata finalmente riconosciuta come una delle maggiori minacce irrisolte per la diversità biologica in tutto il mondo. Si calcola che centinaia di milioni di ani- mali selvatici muoiano ogni anno sulle strade europee a causa dell’impatto con i mezzi di trasporto, mentre in Italia si stimano 15.000 animali morti per ogni provincia. Questo rappresenta un pericolo, non solo per gli animali, ma anche per la sicurezza degli automobilisti. Oggi, grazie a un’avanzata legislazione europea sull’ambiente e a una maggiore consapevolezza del pubblico, ci sono maggiori opportunità per una miglio- re integrazione tra rete di trasporti e ambiente. La rete IENE nasce inizialmente come iniziativa del Ministero dei Trasporti olandese nel 1996, poi durante gli anni successivi si è costituito il Net- work internazionale vero e proprio, al fine di affrontare congiuntamente le problematiche, condividere risorse e trovare soluzioni per risolvere i problemi comuni. L’organizzazione sollecita la cooperazione reciproca tra i suoi membri e incentiva lo scambio di conoscenze tra i vari settori delle infrastrutture ambientali e di trasporto, sia a livello nazionale che a livello internazionale. Inoltre pubblica i risultati delle maggiori ricerche internazionali, diffonde le conoscenze e le esperienze pratiche, con lo scopo di promuovere un sistema sostenibile di trasporti e di ridurre gli impatti negativi causati dalla costruzione, utilizzo e manutenzione di infrastrutture stradali e ferroviarie. Le principali aree di intervento sono:
• collegamento degli habitat frammentati
• conservazione della biodiversità
• riduzione delle vittime della fauna selvatica
• sviluppo sostenibile delle infrastrutture Il Progetto Europeo COST 341 “Frammentazione degli habitat dovuta alle infrastrutture stradali”, realizzato dalla IENE, resta il più importante risultato a livello tecnico-scientifico sul tema delle interazioni tra infrastrutture e ambiente. Iniziato nel 1998 e inserito nel quadro della COST (Cooperazione nel campo della ricerca scientifica e tecnica), il progetto COST 341 ha coinvolto attivamente esperti provenienti da oltre 21 Paesi europei e i suoi risultati sono stati tradotti in molte lingue e sono stati riconosciuti in tutto il mondo. Olanda, Svizzera, Francia, Germania e Spagna sono i Paesi europei con i programmi di “deframmentazione” più evoluti, ma ultimamente anche i Paesi dell’Est hanno effettuato realizzazioni considerevoli. Il più importante è stato il primo convegno internazionale IENE 2010, dal titolo “Improving connections in a changing environment”. L’evento, che si è tenuto a fine settembre a Velence, città a 45 chilometri da Bu- dapest, si è focalizzato sulle soluzioni per ottenere una rete infrastruttura- le di trasporto pan-europea che sia ecologicamente sostenibile. Uno dei chairman della sessione sugli impatti ecologici è stato Marco Dinetti, il responsabile Ecologia Urbana della LI- PU, che rappresenta l’Italia all’interno della rete IENE ed il cui compito è quello confrontarsi e scambiare esperienze con gli altri patner europei facenti parte della rete. L’Italia deve fare ancora molto per una consapevolezza diffusa a livello nazionale, anche se sono presenti iniziative interessanti su scala locale, come, ad esempio: la progettazione e la realizzazione di passaggi per la fauna, recinzioni ed altri interventi di mitigazione. Il rapporto “fauna/ traffico” costituisce infine un impor- tante capitolo ai fini della sicurezza stradale, se si considerano i milioni di Euro di materiale danneggiato, le centinaia di feriti e di morti che si hanno sulle strade italiane ogni anno, in conseguenza di incidenti stradali con animali. Per questo motivo la costruzione di nuove infrastrutture di trasporto deve contenere al massimo la frammentazione e il degrado degli habitat, soprattutto negli ambiti protetti o di grande valore ecologico e naturalisti- co come i parchi nazionali, regionali, le riserve, le oasi, le altre aree protette. Ridurre, mitigare e compensare gli impatti che le infrastrutture provocano nei confronti dell’ambiente, assicura la biodiversità, migliorando al tempo stesso la nostra sicurezza stradale.