PRONTO IL KIT PER TRASFORMARE UNA VETTURA TRADIZIONALE IN AUTO ELETTRICA

Un’idea tutta italiana che prevede anche l’istallazione di colonnine di ricarica e auto ibride per gli 8 Comuni veneti coinvolti nel Progetto SUMMIT

ricarica auto elettrica

SUMMIT, Sustainable Urban Mobility Management in Treviso.
È questo il nome del progetto targato Ascotrade, azienda trevigiana di fornitura di gas ed energia elettrica, del gruppo Ascopiave, realizzato con la collaborazione di Confartigianato Marca Trevigiana e CNA Treviso, che vuole portare per 24 mesi in 8 comuni della provincia di Treviso iniziative e infrastrutture per l’introduzione della mobilità elettrica tra cui un kit per convertire le auto alimentate con combustibili tradizionali (benzina, gasolio) in auto elettriche.
Attualmente in Italia, il settore dei trasporti produce oltre il 49% delle emissioni di polveri sottili (PM10), di cui oltre il 65% di queste deriva dal trasporto stradale e con questo progetto si intende facilitare l’attuazione del Piano di Azione per le Tecnologie Ambientali adottato dalla Commissione Europea dal 2004, in quanto per favorire il conseguimento dei valori limite di qualità dell’aria dovranno essere intraprese efficaci azioni in materia di emissioni industriali, di trasporti e di mobilità sostenibile.
Le problematiche del nostro Paese legate alla mobilità elettriche sono connesse, oltre alla rete infrastrutturale e alle stazioni di ricarica praticamente assenti, anche a questioni burocratiche correlate all’immatricolazione. Per poter guidare un’auto elettrica, prima deve essere registrata in Germania e poi importata nuovamente in Italia.
Basti pensare che qualche anno fa un gruppo di artigiani padovani, fra cui titolari di officine ed esperti in ascensori e carrelli elevatori, acquistarono 200 motori elettrici da testare e destinare alle automobili (peraltro di fabbricazione italiana) con tanto di inverter e centraline, ma poi furono costretti venderli in Scandinavia perché il loro utilizzo era impossibile in Italia.
Un piccolo esempio locale che la dice lunga sul livello di arretratezza del nostro Paese…

Grazie alla collaborazione di artigiani veneti, in particolare riparatori, meccanici ed elettricisti, con centri di ricerca di alcune importanti Università, dell’Istituto pubblico di ricerca “Josef Stephan Institute” di Lubiana, nonché della speciale partnership commerciale con Volvo Auto Italia, presto potrebbe essere disponibile e commercializzato un kit per la conversione delle automobili tradizionali in vetture elettriche, già progettato e collaudato con successo in numerosi prototipi.
Il progetto SUMMIT è stato presentato al Governo italiano e alla Commissione Europea nell’ambito del Programma LIFE +, con lo scopo di accedere ai fondi che l’UE mette a disposizione per la sezione Governance Ambientale. Si prevede, infatti, un impegno economico di 1.150.000 Euro e, se la proposta sarà approvata, il progetto potrà godere di un finanziamento del 50% dei costi, mentre la restante metà sarà a carico di Ascotrade.

Da un lato ravvediamo in questo progetto i benefici per la comunità in termini di diminuzione di inquinamento – ha dichiarato Stefano Busolin, Presidente di Ascotrade – dall’altro una possibilità di crescita aziendale, alla luce dei cali nelle vendite di metano, attraverso la possibilità di vendere energia attraverso i mobility center, come già stanno facendo alcuni nostri competitor nelle province limitrofe”.
In linea generale il Progetto prevede l’installazione di più colonnine per la ricarica elettrica delle autovetture, la consegna di alcuni nuovi autoveicoli elettrici “Volvo” e la conversione di un certo numero di automobili degli 8 Comuni a vocazione turistica coinvolti, Castelfranco Veneto, Conegliano, Follina, Montebelluna, Oderzo, Pieve di Soligo, Treviso, Vittorio Veneto, che potranno beneficiare dell’attuazione delle quattro principali linee di intervento del progetto SUMMIT:
1. Istituzione Sustainable Mobility Centers (Centri per la mobilità sostenibile) ossia un luogo dove installare anche 10 colonnine di ricarica ad uso pubblico, fornire informazioni sugli aspetti ambientali e turistici del territorio, oltre ad altri servizi di mobilità sostenibile come il bike sharing;
2. Fornitura di un’auto ibrida a disposizione delle Amministrazioni per servizi comunali (mobilità anziani, mobilità bambini, mobilità disabili, etc);
3. Attivazione di corsi di formazione e di seminari per la figura del mobility manager;
4. Promozione di un campagna di diffusione della mobilità sostenibile.

Inoltre, sono previsti anche:
– Analisi e studio della mobilità e del trasporto locale;
– Installazione di postazioni di bike sharing e car pooling;
– Elaborazione di studi di fattibilità sulla diffusione capillare delle tecnologie, dei sistemi e degli approcci adottati a scala più ampia e per utenze mirate;
– Sensibilizzazione e coinvolgimento dei cittadini alle problematiche ambientali;
– Elaborazione di un modello di gestione sostenibile della mobilità, con introduzione delle strategie e delle misure legate al Mobility Management, replicabile in altri comuni.

L’obiettivo – ha spiegato Severino Dal Bo’, Presidente provinciale e regionale Autoriparatori Confartigianato, –  è di rendere accessibile ed a prezzi popolari, cioè molto inferiori al costo della sostituzione dell’automobile usata, questi interventi, in modo tale da rivitalizzare un segmento dell’artigianato, quello appunto dei riparatori e dei meccanici elettricisti. L’unico nodo ancora da risolvere ad oggi la questione dell’omologazione di queste vetture”.

Entro il 2020 in Italia saranno installate 125.000 colonnine di ricarica, 10.000 delle quali, almeno, in territorio veneto.
È un processo ormai inarrestabile che anche il nostro gruppo doveva affrontare. – ha dichiarato Fulvio Zugno, Presidente di Ascopiave – È una fase iniziale: vedremo il recepimento da parte dei cittadini, ma bisogna pur iniziare”.

In un contesto drammatico e di forti difficoltà in cui stanno vivendo le PMI del nostro Paese, il progetto avrà notevoli ricadute anche nel tessuto industriale e potrebbe essere una boccata d’ossigeno, dato che sono coinvolti artigiani trevigiani, che stanno provando sulla propria pelle gli effetti di questo lungo periodo di crisi.

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