CRESCERE UNITI IN QUALITÀ

Il Responsabile Nazionale dell’Unione CNA/SC/Autoriparazione, Mario Turco, presenta una iniziativa CNA interessante anche per le imprese di autodemolizione

mario turco

Lo scorso 3 luglio, a Civitanova Marche (MC), ha avuto luogo il  Seminario: “Aggregazioni e reti di imprese: il futuro per le imprese di servizio”, celebrato in occasione dell’Assemblea elettiva di CNA Servizi alle Comunità delle Provincie di Macerata e Fermo.
Obiettivo dell’incontro, favorire il rafforzamento dei legami tra imprese su obiettivi condivisi, quali i modelli organizzativi, la salvaguardia dell’occupazione, l’accesso alle nuove tecnologie, la commercializzazione, i servizi.
Nell’occasione, abbiamo avuto modo di ascoltare l’intervento di Mario Turco, Responsabile Nazionale dell’Unione CNA/SC/Autoriparazione che ha presentato una serie di esperienze imprenditoriali aggregate, tra cui “Autogarant”, il network di servizi gratuito per le imprese di autoriparazione promosso e gestito dalla CNA.
Per saperne di più gli abbiamo rivolto alcune domande.

Dott. Turco, con quali numeri CNA si presenta nel comparto automotive (officine di autoriparatori e autodemolitori)?
CNA/AUTORIPARAZIONE  associa oltre 25.000 imprese del settore, suddivise in officine, carrozzerie, centri di revisione e gommisti. Tra questi alcuni svolgono anche l’attività di soccorritori stradali e circa 300 sono imprese di autodemolizione.

Quali sono le problematiche maggiori che come Confederazione vi trovate ad affrontare al fianco dei vostri associati?
Le imprese aspettano risposte chiare che il Governo deve impegnarsi urgentemente a dare, per favorire una reale spinta alla ripresa. Le più incombenti, da approcciarsi con un pensiero alla green economy – che ci sta particolarmente a cuore – sono:
1. prolungare e stabilizzare le detrazioni fiscali del 65% per gli interventi di efficienza energetica.
2. rilanciare nuovi incentivi sulla produzione di energia da fotovoltaico, finalizzati ai piccoli impianti di famiglie e imprese, e proporzionati a costi e benefici degli interventi.
3. abolire il SISTRI e definire rapidamente un nuovo sistema di tracciabilità dei rifiuti, che garantisca un reale controllo del flusso dei rifiuti, un vero strumento di contrasto e repressione delle ecomafie, che non pesi economicamente sulle imprese e sui servizi.

Con riferimento alla normativa sui gas fluorurati, le categorie interessate dell’installazione e dell’autoriparazione, attendono un urgente provvedimento che semplifichi le procedure di qualificazione delle imprese, riduca i costi delle certificazioni e ricomponga un quadro temporale le cui scadenze possano essere rispettate dagli operatori.
Green economy vuol dire operare per una riconversione complessiva dell’economia, in termini di compatibilità ambientale, sociale ed economica. Un’idea di cambiamento che riguarda tutte le attività – dal taxi all’estetista, dal metalmeccanico all’orafo – i processi produttivi ed i prodotti. Un’azione costante che punti a criteri di efficienza e qualità, di eco-compatibilità e funzionalità.
Si tratta di rendersi consapevoli della necessità di fare in fretta e di applicare tutto l’impegno necessario per recuperare i ritardi fin qui accumulati.
Va però sottolineato che, anche in una situazione così contraddittoria, in Italia i segnali positivi non mancano.
Le imprese italiane, in generale, sono già avviate sulla strada del cambiamento, ma dobbiamo essere coscienti e consapevoli che ora è il sistema – complessivamente – che deve trasformarsi, e lo deve fare potendo contare su condizioni di contesto favorevoli, all’interno di una chiara strategia di politica industriale, che sia coerente con gli obiettivi dell’Unione Europea e con le drammatiche condizioni di occupazione e lavoro.
I ritardi accumulati devono essere superati con decisioni che possano orientare sicuramente la vita delle famiglie, gli stili di vita, i consumi, la produzione di beni e servizi, all’interno di una economia di mercato che garantisca concorrenza e scambi commerciali.

Quali, invece, i servizi che siete in grado di erogare?
La CNA è una grande azienda di servizi per i suoi oltre 500.000 associati (di cui 300.000 aziende e oltre 200.000 pensionati artigiani), che attraverso 1.200 sedi, 7.000 addetti offre servizi tradizionali ed innovativi riguardanti tutte le tipologie di attività che un azienda possa avere. Pertanto fare una lista di questi servizi è praticamente impossibile. Posso solo dire che non esiste domanda da parte di una impresa a cui  la CNA non abbia una risposta mirata.

Dott. Turco, quali sono, secondo CNA, i presupposti per la sopravvivenza e lo sviluppo delle piccole e medie imprese di autoriparazione e autodemolizione italiane?
Oggi le nostre imprese devono fare i conti con tematiche che sempre di più caratterizzano la vita sociale ed economica contemporanea e quella del prossimo futuro, non solo del nostro Paese.
Processi di crescita imprenditoriale ed aggregazione tra imprese, sviluppo sostenibile ed eco-compatibile, profonda trasformazione dei mercati e loro livelli di libertà e accessibilità, questi sono alcuni dei grandi temi che rappresentano le principali “leve” sui cui innestare rinnovati processi di sviluppo e qualificazione dell’artigianato e delle PMI.
All’interno di questo contesto, i processi di “crescita aziendale” sono un fattore  determinante, laddove “crescita” non significa affatto, obbligatoriamente, una “crescita quantitativa” (in termini di dimensione, addetti, risorse fisiche). Crescita vuol dire prevalentemente “crescita qualitativa”, ovvero atteggiamenti, strategie, alleanze, partnership che la singola azienda elabora e mette in atto, nel tentativo di costruire una nuova relazione con il mercato di riferimento – dove il rapporto con il cliente sta sempre di più spostandosi su valori immateriali (fiducia, fedeltà, sicurezza).
Nel settore dell’assistenza/manutenzione e riparazione dei veicoli – ad esempio – si va realizzando una tendenza che rappresenta – per certi versi – il punto di approdo del concetto stesso di “impresa-rete”: vale a dire imprese che comprendono tutte le aree dell’ assistenza e della riparazione dell’auto (meccatronici, gommisti, carrozzieri, centri di revisione, soccorso stradale), adeguate in termini di dimensioni ed investimenti, che offrono un servizio completo agli automobilisti, rappresentando così un punto di riferimento importante per l’assistenza e la manutenzione del parco auto, vuoi di un determinato territorio, vuoi di determinati clienti (anche i grandi clienti) che cercano questi servizi in quel territorio.

Se è vero che da qualche anno a questa parte il mercato dell’auto è in crisi, è altrettanto vero che il business dell’after-market, conseguentemente, sta vivendo un periodo positivo. Quali misure sono state messe in campo e su quali, invece, occorrerebbe spingere affinché tale mercato si concretizzi in una filiera concreta che parte immediatamente dopo la vendita dell’auto per arrivare all’automobilista e alle sue necessità?
Il mercato primario (vendita delle auto) è da anni in un declino strutturale e mai più ritornerà ai ritmi di vendita degli anni ante crisi. E non è vero – purtroppo – che questo si traduca in un fatto positivo per l’assistenza ed il post-vendita. La crisi italiana è prevalentemente una crisi di domanda interna: le famiglie italiane non hanno più soldi in tasca e riducono tutto quello che si può ridurre. La spesa per l’auto è in cima alla lista di queste riduzioni ed il mercato del post-vendita è calato di circa il 20%.
È necessario rilanciare il mercato del post-vendita automobilistico e CNA/Autoriparazione ha elaborato una piattaforma politica che al più presto presenterà al Governo.
La logica su cui invitiamo a ragionare il Governo è simile a quella seguita per gli incentivi del 65% in edilizia (anche con finalità di risparmio energetico).
Ecco in pillole le proposte:
1. Iva al 10% per gli interventi di manutenzione/riparazione/assistenza;
2. Deducibilità degli interventi di manutenzione e riparazione
3. Incentivi alle trasformazioni GPL/metano (anche  di tipo indiretto: limitazione traffico centri urbani)
4. Abolizione del bollo (con una redistribuzione del carico fiscale sull’auto secondo il principio di chi consuma di più e inquina di più, deve pagare di più).

In questi ultimi anni la problematica legata alla corretta gestione dei rifiuti speciali e pericolosi e la loro tracciabilità, attraverso lo strumento del SISTRI, mai effettivamente realizzato, in realtà, è stato uno dei principali grattacapi per gli operatori del settore. È possibile, secondo CNA, coniugare praticità e sicurezza ambientale con costi sopportabili per le aziende? Qual è la ricetta CNA in merito?
Penso di aver già risposto in precedenza. Il SISTRI va abolito e va ripensato insieme alla categorie interessate un nuovo sistema di tracciabilità chiaro, trasparente, semplice e poco costoso per le imprese.

Recentemente CNA ha messo in campo Autogarant, Società di scopo che si rivolge a tutti i settori del post-vendita automobilistico (Centri di revisione, officine, carrozzerie, gommisti, operatori del soccorso stradale, operatori della mobilità eco-sostenibile) con l’obiettivo di contribuire a migliorare e qualificare le loro prestazioni aziendali ed il loro posizionamento strategico sul mercato, in risposta allo scenario competitivo in cui queste imprese agiscono. Può raccontarci meglio questa iniziativa?
Il network Autogarant è di recente costituzione e la sua uscita pubblica alla Fiera Autopromotec è stata il suo battesimo presso gli interlocutori di riferimento.  
Autogarant si muove ed agisce con una filosofia davvero innovativa rispetto a tutte le altre reti del mondo dell’aftermarket automotive. Le altre reti esistenti (autorizzati franchising o soft franchising) considerano le imprese autoriparazione come dei veri e propri “clienti” ai quali vendere qualcosa: chiedono loro una quota di affiliazione (in alcuni casi anche salata), chiedono loro degli impegni di spesa come – ad esempio – l’acquisto di un certo volume di ricambi e/o di materiali, in alcuni casi chiedono una quota percentuale sul fatturato, e tutto ciò senza un concreto e misurabile tornaconto per gli autoriparatori.
Autogarant agisce in maniera completamente diversa e lo fa perché è un network creato e gestito da una Associazione nazionale di categoria.
Innanzitutto, Autogarant non intende lucrare sui suoi affiliati ma intende offrire loro una serie di “vantaggi” – di natura economica e non – che riesce ad ottenere proprio perché può aprire il suo mondo fatto di oltre 25.000 imprese di autoriparazione (imprese di autoriparazione iscritte a Cna) al sistema di stakeholder che in questo mondo operano. La chiave di lettura per leggere Autogarant è nella sua matrice associazionistica: intendiamo individuare ed offrire vantaggi utili per l’attività delle aziende aderenti, perseguendo l’obiettivo di ottimizzare e consolidare il loro rapporto associativo con Cna. Vorremmo inoltre fare capire alle imprese che non è necessario appartenere a network “a pagamento” e che molte cose che aiutano le loro performances aziendali si possono avere anche per il solo fatto di stare insieme e di rappresentare una massa critica attraente per i loro interlocutori economici. In estrema sintesi, Cna/Autoriparazione, attraverso Autogarant, intende andare oltre il suo istituzionale mestiere di “rappresentanza sindacale” per agire in maniera diretta anche nel campo della proposta di servizi e prodotti alle imprese aderenti. Questa – a nostro avviso – è la nuova frontiera di una moderna Associazione di categoria.
Il nostro database è rappresentato dagli iscritti a Cna/Autoriparazione ai quali non chiediamo assolutamente nulla per potersi affiliare al network, basta compilare il format per l’adesione e acconsentire alle norme sulla privacy. Ci rivolgiamo a tutti i mestieri del post vendita automobilistico (officine, carrozzerie, centri di revisione, soccorritori stradali, gommisti,
operatori della mobilità sostenibile), valorizzando le specificità di ognuno con informazioni e proposte mirate a ciascuna di esse. In estrema sintesi si tratta di una rete di tipo “inclusivo” (nel rispetto delle normative di settore e nella salvaguardia della qualità a tutela de consumatori), e di una rete “a legame debole”, vale a dire che la scelta di utilizzare o meno le proposte di Autogarant è completamente volontaria, nel rispetto dunque delle relazioni commerciali che ciascuna impresa già possiede. Autogarant è una vetrina aperta dove situiamo informazioni settoriali (sempre aggiornatissime), proposte di prodotti e servizi utili per l’attività delle imprese, le quali, se le valutano competitive rispetto al proprio consolidato, potranno accettarle in qualsiasi momento, mettendosi in collegamento diretto con l’operatore che fa la proposta: Autogarant è un relais tra i fornitori e le imprese affiliate e non già un soggetto economico che lucra nella vendita di alcunché.

È previsto, nel futuro, l’ingresso alle Imprese di autodemolizione?
Autogarant intende rivolgersi a tutte le aziende del post-vendita automobilistico e dunque anche alle imprese di autodemolizione. Pertanto, nulla in contrario se nascesse anche la sezione “Autogarant Demolitori”.  
Comunque già adesso pensiamo di proporre tra i servizi che man mano si possono trovare sulla vetrina Autogarant anche l’offerta di ricambi usati, che diano oltre alla economicità anche garanzia  sul piano della sicurezza, e della qualità . Si tratta di un mercato particolare, oltretutto oggi in crescita per ovvie ragioni, che se gestito nei modi giusti e corretti, può dare risposte positive sia agli autoriparatori che agli autodemolitori.

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