LA COMMISSIONE AVVIA UNA CONSULTAZIONE PUBBLICA

Obiettivo: conoscere l’opinione dei rappresentanti delle autorità pubbliche degli Stati membri, delle organizzazioni rappresentative dei lavoratori e dei datori di lavoro

sicurezza sul lavoro

Gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali hanno un prezzo elevato sia umano che economico, tanto che la Commissione europea da sempre è impegnata con strategie di diversa natura a ridurre questo drammatico fenomeno.
Con lo scopo di conoscere le prospettive e ricevere i contributi del pubblico in seguito ai risultati della valutazione della Strategia europea per la salute e la sicurezza sul lavoro per il periodo 2007-2012, la Commissione europea ha avviato una consultazione pubblica che contribuirà a identificare le sfide attuali e future in tema di salute e sicurezza sul lavoro e le soluzioni per affrontarle.

Pertanto tutti i cittadini e le organizzazioni sono invitati a contribuire a tale consultazione, che rimarrà aperta dal 31 maggio 2013 al 26 agosto 2013. Sono particolarmente apprezzati i contributi dei rappresentanti delle autorità pubbliche degli Stati membri, delle organizzazioni rappresentative dei lavoratori e dei datori di lavoro, nonché delle parti interessate e degli esperti in tema di salute e sicurezza sul lavoro.

Gli infortuni sul lavoro hanno raggiunto il minimo storico e i livelli dell’UE in fatto di salute e sicurezza sul lavoro sono ormai un riferimento per il resto del mondo – ha dichiarato László Andor, Commissario per l’Occupazione, gli Affari sociali e l’Inclusione – Investire nella sicurezza sul lavoro è vantaggioso perché aumenta la produttività e il benessere dei lavoratori, riduce l’assenteismo e la rotazione del personale e conduce ad una maggiore gratificazione professionale, in modo particolare durante i periodi di crisi. Questo settore d’intervento tuttavia si trova ad affrontare anche sfide che dobbiamo risolvere insieme”.

Dal 2002 l’UE ha assolto il proprio compito politico nell’area della salute e della sicurezza sul lavoro per mezzo di strategie pluriennali che sono state formalmente approvate dalla Commissione previe consultazioni e attuate su base volontaria dagli Stati membri e dalle parti interessate.
Sono state adottate finora due strategie in tema di salute e sicurezza sul lavoro, la prima nel 2002 per il periodo sino al 2006, la seconda nel 2007 per il periodo sino al 2012.
La Strategia 2007-2012 ha fissato un obiettivo ambizioso per tutti gli Stati membri: ridurre gli infortuni sul lavoro del 25%, oltre ad alcuni obiettivi specifici, quali:
•    migliorare il quadro normativo dell’UE in tema di salute e sicurezza sul lavoro e renderne più efficace l’attuazione,
•    adattare il quadro normativo ai cambiamenti dei luoghi di lavoro,
•    sviluppare strategie nazionali coerenti e adeguate ai contesti specifici di ogni singolo Stato membro, e
•    incoraggiare cambiamenti comportamentali e promuovere una cultura della prevenzione rivolta a tutte le componenti della società.

La Commissione europea ha recentemente pubblicato i risultati della Strategia europea per la salute e la sicurezza sul lavoro per il periodo 2007-2012, che offrirà un punto di partenza per la consultazione con tutte le principali parti interessate in tale ambito: autorità pubbliche nell’ambito della salute e della sicurezza sul lavoro degli Stati membri, organizzazioni rappresentative dei lavoratori e dei datori di lavoro a livello sia dell’UE che nazionale, esperti ed altre parti interessate in tale settore.

Dalla valutazione emerge chiaramente che nel mondo del lavoro infortuni e malattie risultano ancora una problematica notevole, in particolare i disturbi muscolo-scheletrici e quelli di natura psico-sociali causati dallo stress. Inoltre, recenti rapporti hanno anche identificato il potenziale peso dei tumori professionali, una percentuale significativa dei quali può essere prevenibile con azioni mirate.
Le preoccupazioni principali per la salute, quali tumori professionali, disturbi muscolo-scheletrici e stress, così come gli incidenti e gli infortuni sul lavoro, rischiano di rimanere problemi significativi per il prossimo futuro.

Le cause più comuni di assenza per malattia rimangono, e probabilmente rimarranno, legati a disturbi muscolo-scheletrici e  stress, sebbene siano correlati anche a fattori non lavorativi, contribuendo a portare avanti il dibattito sulla definizione di malattie professionali.
I problemi alla schiena legati all’eccessivo lavoro fisico e quelle degenerative legate all’invecchiamento della popolazione attiva sono particolarmente debilitanti e forniscono una chiara direzione verso la necessità di una più ampia promozione e programmi per la gestione della salute in ambito lavorativo.
In relazione allo stress sul posto di lavoro, la crisi economica si tradurrà presto in un aumento di pressioni psico-sociali, tra cui eccessive richieste di straordinari e la rottura dell’equilibrio vita-lavoro, che condurranno inesorabilmente a malattie legate allo stress e a indebolire il benessere mentale. Pertanto l’attenzione ai rischi psicosociali nei luoghi di lavoro sarà una questione di notevole importanza per gli anni futuri.

Le conclusioni di tale valutazione confermano la necessità di una politica su scala europea in tema di salute e sicurezza sul lavoro, in particolare per quanto riguarda la tendenza positiva nella riduzione degli infortuni sul lavoro e il ruolo della strategia dell’UE nel coordinare gli sforzi e nel fornire un inquadramento comune per gli interventi, in modo da ridurre il numero e la gravità degli infortuni e delle malattie professionali.

Tuttavia, occorre evidenziare come la riduzione del numero complessivo degli infortuni in Italia sia del tutto coerente con l’obiettivo (diminuzione del 25% degli infortuni nel complesso nel quinquennio) individuato dalla strategia europea in materia di salute e sicurezza sul lavoro per il quinquennio 2007-2012.

La strada, però, è ancora lunga, soprattutto per migliorare l’attuazione delle disposizioni in tema di salute e sicurezza sul lavoro nelle PMI e nelle microimprese, per sviluppare strumenti atti a garantire una sorveglianza e una raccolta di prove più accurate, per concentrarci maggiormente sui rischi emergenti e le malattie professionali e per fronteggiare in modo efficace i problemi di salute e sicurezza sul lavoro connessi all’invecchiamento della popolazione attiva e gli infortuni, che rappresentano eventi drammatici per le famiglie e la società.

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