PRIMI IN EUROPA PER IL CARO-POLIZZE
L’Assicurazione dell’auto rappresenta un capitolo di spesa importante per famiglie ed imprese e, malgrado allerte e proclami, i costi continuano a crescere
Una o due volte l’anno – a seconda della scelta per il pagamento del premio – la scadenza dell’assicurazione auto coincide con la consumazione di un ventaglio di accidenti del quotidiano che vanno dal più innocuo improperio al ben più tragico dilemma intrafamiliare giacché, in tempi di crisi, ogni spesa induce ad una scelta a favore della soddisfazione di questo o quel bisogno (anche il primario, come l’alimentazione). Tanto più che l’esborso per l’RC Auto è obbligatorio e non costituisce motivo di sindacazione. Non è certo questo il terreno giusto per disquisire sull’utilità o meno di questo istituto che, in molti casi ha rappresentato una possibilità di risarcimento per danni subiti o la possibilità di rifondere quelli provocati (soprattutto quando l’entità economica di questi ultimi rappresenta una cifra indisponibile al soggetto coinvolto), tuttavia, è esperienza comune che la scadenza del premio viene vissuta come un balzello iniquo, la cui entità è di difficile calcolo e con la beffa ulteriore che la possibilità di affidarsi alla concorrenza interna a settore è solo un miraggio. Se poi si è neopatentati, anziani o di mezza età è anche peggio e pure la collocazione geografica ha il suo notevole peso. Insomma, a conti fatti, l’italiano, al volante, paga di più rispetto ai cittadini del resto d’Europa.
A dirlo, ovviamente, da sempre, sono le Associazioni dei consumatori, Adusbef e Federconsumatori (NdR: anche il Notiziario se n’è occupato, vedasi il n. 10 – ottobre 2001; pagg. 39 – 41: “L’insostenibile pesantezza dei premi”), ma la conferma arriva anche dall’Autorità Garante per la Concorrenza ed il Mercato, Antitrust, che, in data 22 febbraio, ha diramato agli organi di Stampa i risultati di una Indagine avviata nel maggio del 2010 allo scopo di accertare le cause dell’andamento dei premi e dei costi relativi al mercato dell’assicurazione della responsabilità civile autoveicoli terrestri nonché di individuare le possibili implicazioni concorrenziali della disciplina attuativa della procedura di risarcimento diretto.
Inoltre, l’indagine (svolta su un campione rappresentativo dell’82% del mercato e delle polizze effettivamente pagate), conferma numerose criticità di natura concorrenziale che si riflettono, da una parte, in livelli, tassi di crescita e variabilità dei premi non concorrenziali; dall’altra, in strutture dei risarcimenti a carico delle compagnie non efficienti in senso produttivo, anch’esse proprie di un equilibrio non concorrenziale. Come se non bastasse, l’introduzione della procedura di risarcimento diretto nel 2007 non sembra aver interrotto questo circolo vizioso.
Le prospettive di lavoro che l’Antitrust presenta, agli Istituti assicurativi, al Legislatore e alla platea dei consumatori prevedono:
1. la modifica del sistema del risarcimento diretto con l’introduzione di meccanismi che incentivino il controllo dei costi da parte delle compagnie assicurative, per recuperare efficienza e trasferirne i benefici ai consumatori in termini di premi più bassi;
2. l’introduzione di nuovi modelli contrattuali che consentano, a fronte di sconti consistenti da garantire all’assicurato, la riduzione dei costi tramite lo sviluppo del risarcimento in forma specifica o dietro fattura;
3. nuove soluzioni che facilitino la mobilità tra un’assicurazione e un’altra, rivedendo il meccanismo delle classi di merito interne e mettendo a punto preventivatori che aiutino i consumatori a scegliere la polizza più conveniente.
Ma vediamo insieme quali sono le problematiche che ha riscontrato l’Antitrust.
Premi troppo alti per i cittadini italiani
Dall’indagine emerge, a conferma della percezione comune, che i premi Rc Auto in Italia sono in media più elevati e crescono più velocemente rispetto a quelli dei principali Paesi europei. Tanto per dire, l’automobilista italiano paga in media un premio dal costo doppio rispetto ai colleghi di Francia e Portogallo, e nel confronto con gli automobilisti tedeschi e olandesi c’è di che uscire con le “ossa rotte” (e il borsellino vuoto): + 80% e + 70%!
Nel quadriennio 2006-2010 la crescita dei prezzi per l’assicurazione è stata quasi il doppio di quella della zona Euro e quasi il triplo di quella registrata in Francia e anche da lato dei sinistri le cose non vanno proprio bene, infatti: la frequenza sinistri è quasi il doppio di quella in Francia e in Olanda e supera di circa il 30% quella in Germania; il costo medio dei sinistri in Italia supera quello della Francia di circa il 13%, quello della Germania di oltre il 20% ed è più del doppio di quello del Portogallo. Un segnale positivo arriva, per fortuna, dal numero delle frodi accertate ai danni delle compagnie in Italia che appare quattro volte inferiore a quello accertato dalle compagnie nel Regno Unito e la metà di quello accertato in Francia.
Categorie deboli più penalizzate
Confermato l’aumento delle polizze dopo l’introduzione del risarcimento diretto.
La metodologia dell’indagine ha previsto l’analisi di 7 ipotetici profili di assicurati diversi, ciascuno dei quali con caratteristiche di rischio diverse. Ad ogni compagnia è stato chiesto di fornire informazioni sui premi effettivamente corrisposti da ciascun profilo di assicurato in ciascuna delle 30 province analizzate. Dall’analisi dei dati è emerso che i premi per l’RC Auto sono cresciuti a tassi piuttosto significativi per quasi tutti i profili di assicurato e in larga parte degli ambiti provinciali considerati, tanto per i maschi, quanto per le femmine. I pensionati con vetture di piccola cilindrata, i giovani con ciclomotori e i quarantenni con i motocicli sono le categorie di assicurati per le quali i premi sono aumentati in gran parte delle province incluse nel campione analizzato. Ad esempio, gli aumenti annui medi delle polizze RC Auto a livello provinciale sul periodo 2007-2010 hanno raggiunto il 20% all’anno nel caso di un neo-patentato con un’autovettura di piccola cilindrata, il 16% all’anno per un quarantenne con un’autovettura di media cilindrata, il 9-12% all’anno per un pensionato (donna o uomo) con un’autovettura di piccola cilindrata, il 12-14% all’anno per un diciottenne (donna o uomo) con un ciclomotore e superato il 30% annuo per un quarantenne (donna o uomo) che assicura un motociclo. Le province nelle quali sono stati riscontrati gli aumenti più significativi sono localizzate nella gran parte dei casi nel Centro-Sud Italia; tali province si caratterizzano, infatti, per una crescita dei premi superiore a quella riscontrata nel Nord Italia.
Cambiare Compagnia? Un miraggio
A ben guardare è l’unica arma a disposizione dei consumatori e che, almeno in teoria, dovrebbe stimolare le Compagnie ad una salutare concorrenza, eppure, il tasso di mobilità tra una compagnia e l’altra è ancora molto basso (circa il 10%). Solo le Compagnie telefoniche (che rappresentano, tuttavia, solo il 5% del mercato Rc Auto), nel triennio 2007-2010 sono state caratterizzate da maggiore mobilità in termini di ingressi (16-18%) rispetto a quelle tradizionali.
Se è vero che l’indagine mostra un’estrema variabilità dei premi richiesti ad indicare che sul mercato è possibile trovare polizze maggiormente convenienti, è altrettanto vero che, in questo caso, la palla passa ai consumatori che devono avere tempo, strumenti e cultura per scegliere con oculatezza (il che, in un Paese caratterizzato da forte digital divide sembra essere piuttosto complicato).
Inoltre, la spesa per l’RC Auto sostenuta da ciascun consumatore può variare anche considerevolmente all’interno della provincia di residenza. In particolare, utilizzando il coefficiente di variazione, la variabilità della spesa per l’RC Auto assume valori nell’ordine del 20-30% per un numero significativo di profili in ciascuna macroarea sia per gli assicurati di sesso femminile. I consumatori non riescono tuttavia a sfruttare queste possibilità perché gli strumenti di informazione e di confronto tra le diverse offerte sono complicati e non si è sviluppata la figura dell’agente plurimandatario.
C’è poi il problema della peculiare articolazione delle classi interne e delle regole evolutive adottate dalle compagnie che impatta negativamente sulla mobilità degli assicurati: cambiando assicurazione il cliente viene inserito in classi interne più svantaggiate rispetto a quella di provenienza.
Oneri superiori agli sconti per chi installa la “scatola nera” o sceglie il risarcimento in forma specifica
Sia l’andamento della frequenza sinistri che quello del costo (medio) dei sinistri, che insieme determinano il costo per il risarcimento dei sinistri, risultano crescenti: la frequenza sinistri in Italia è aumentata in tutti gli anni successivi all’introduzione della procedura di risarcimento diretto ad eccezione del 2010; l’aumento del costo medio dei sinistri CARD (Convenzione Assicuratori Risarcimento Diretto) sul periodo 2008-2010 è stato pari al 12,4% per i sinistri CARD e al 28,1% per quelli NO CARD.
Le compagnie non hanno inoltre sfruttato le possibilità offerte dalla procedura CARD per controllare in maniera più efficace il costo dei risarcimenti: gli sconti offerti agli automobilisti a fronte della clausola del “risarcimento in forma specifica” non hanno superato il 5% del premio e i contratti di questa tipologia non sono stati più del 6% del totale. Anche il ricorso alla “scatola nera” non è stato incentivato: gli oneri contrattuali a carico della clientela per l’istallazione della scatola nera risultano superiori alla scontistica offerta dalle compagnie. Il risultato è che il numero di contratti con la “scatola nera” non ha superato il 3% del totale.
Fortemente critiche, le Associazioni di Consumatori, Adusbef e Federconsumatori, che, lo stesso giorno della pubblicazione dell’indagine dell’Autorità Garante per la Concorrenza ed il Mercato, hanno stigmatizzato il ruolo “dormiente” delle autorità vigilanti (ISVAP-IVASS e Antitrust) per impedire questo “saccheggio” ai danni dei consumatori.
“Non è più tempo di monitoraggi, ma di dure sanzioni – scrivono i due soggetti in una nota congiunta – Cosa hanno fatto le dormienti Autorità vigilanti,come Isvap-Ivass e la stessa Antitrust, che oltre alle indagini conoscitive avrebbero il potere sanzionatorio, per impedire questo sistematico saccheggio a danno di consumatori ed assicurati, che da decenni pagano polizze obbligatorie più elevate del mondo e che arrivano per buona parte della platea degli assicurati, a superare il 7%, ossia 1.500 euro del reddito medio di una famiglia che guadagna 20.000 euro netti?”
“Con tutto il rispetto per l’Antitrust, non c’è più tempo né per gli appelli alla moderazione tariffaria, tantomeno per la documentazione elaborata dagli uffici studi che si tramutano nelle solite indagini conoscitive, è arrivato il momento di sanzionare comportamenti da rapina a danno dei cittadini”.
Nel commentare l’audizione del Presidente dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, Antonio Catricalà sul tema dell’indagine conoscitiva sul settore dell’assicurazione di veicoli con particolare riferimento al mercato e alla dinamica dei premi dell’assicurazione per responsabilità civile auto (Roma, 29 settembre 2010 presso la Commissione Industria, Commercio, Turismo del Senato della Repubblica), nel succitato n. 10 – Ottobre 2010 del Notiziario, concludevamo affermando che: “A questo punto, ad automobilisti e “vittime” del sistema non resta che sperare in un intervento istituzionale per risolvere una questione che, seppur per troppo tempo sotto gli occhi di tutti, finalmente ha trovato una opportunità di ufficializzazione”.
Son passati quasi tre anni e la situazione è praticamente la stessa. Si continua a sperare tutti in un intervento istituzionale ma è sempre più forte l’impressione che contro cartelli, lobby e potentati finanziari la corsa per l’equità è dura e tutta in salita.
Cosa propone l’Antitrust
Gli ultimi interventi normativi, che vanno nella giusta direzione, richiedono ulteriori perfezionamenti oltreché la loro puntuale attuazione e un’attenta verifica. L’Antitrust suggerisce tra l’altro:
a) Il rimborso alla compagnia che risarcisce il proprio assicurato danneggiato dovrebbe avvenire, sempre tramite stanza di compensazione, come accade oggi, sulla base di un forfait definito secondo le modalità attualmente in vigore, ma decurtato di una percentuale (cd. il “recupero di efficienza”). Andrebbero in sostanza previsti livelli via via decrescenti all’ammontare che oggi le compagnie si pagano reciprocamente a fronte di un danno causato da un proprio assicurato. Ciò avverrebbe introducendo un “cap “ sul forfait, così modificando l’attuale sistema di rimborso basato sul mero costo storico. Verrebbe in questo modo innescato un incentivo per le compagnie a controllare e contenere i costi (in parte dovuti anche alle frodi).
b) Vanno adottati modelli contrattuali che aumentino, da una parte, la capacità di controllo dei risarcimenti da parte delle compagnie e, dall’altra, le possibilità di autoselezione da parte degli assicurati. Il regolatore dovrebbe operare affinché vengano introdotte clausole, facoltative per l’assicurato, associate a congrui sconti di premio (ad esempio risarcimento in forma specifica, con riparazione presso autofficine convenzionate con l’assicurazione, prestazioni di servizi medico-sanitari resi da professionisti individuati e remunerati dalle compagnie). Anche l’installazione della ‘scatola nera’ deve avvenire a fronte di una forte scontistica.
c) Dal lato dei costi occorre eliminare qualunque elemento di incertezza sulle lesioni micro permanenti rendendo risarcibili solo quelle che emergono da indagini strumentali e va prevista la possibilità di ispezionare i veicoli danneggiati nel corso di un sinistro (CARD) anche per la compagnia del responsabile.
d) Vanno introdotte certezza e chiarezza in merito alle classi interne, prevedendo, in caso di cambiamento dell’assicuratore, che la ‘nuova’ compagnia attribuisca all’assicurato una classe interna non inferiore a quella che verrebbe assegnata ad un proprio assicurato avente le stesse caratteristiche di rischio.
e) Va favorito lo sviluppo di nuovi ed efficaci strumenti on line utili alla comparazione di un ampio numero di premi per l’RC Auto di facile e immediato utilizzo e, grazie a idonee icone grafiche, con la specificazione delle principali esclusioni e rivalse connesse a ciascuna offerta.