ANCORA CADUTA A DUE CIFRE
A gennaio in Europa le vendite hanno segnato una flessione dell’8,5%. Situazione desolante in Italia: -17,58%
Ancora vendite in calo.
Non sembra fermarsi la tragica discesa delle immatricolazioni in Europa, soprattutto in Italia, il cui mercato da 18 mesi lamenta una riduzione a due cifre.
Se nell’Europa a 27 le immatricolazioni nel mese di gennaio sono state 918.000, in flessione dell’8,5% sui risultati 2012, il nostro Paese a gennaio ha registrato un desolante -17,58% con appena 113.525 autovetture immatricolate.
“Nel contesto Europeo l’Italia ha da superare la tipica incertezza pre-elettorale – ha commentato Romano Valente, Direttore Generale dell’UNRAE, l’Associazione che in Italia rappresenta le Case automobilistiche estere – ma deve confidare che il nuovo Esecutivo, attraverso idonei interventi di riduzione della pressione fiscale sulle famiglie, riesca a generare una nuova e più favorevole propensione verso i consumi”.
Il Gruppo Fiat, con 25.767 immatricolazioni, ha avuto un calo del 9,34%, che rappresenta però una boccata d’ossigeno dopo i dati dei mesi scorsi. Da Torino, infatti, evidenziano “i positivi risultati della 500L, ai vertici nel suo segmento’’, e il successo di “Panda e 500, stabilmente le citycar più vendute in Europa’’.
La Land Rover segna, un promettente + 1,07%, con 3.087 immatricolazioni. Fortissimo è l’aumento della Kia (30,31%) arrivata alla 15° posizione, a meno di 500 immatricolazioni dalla Hyundai, che lamenta un -10,46%. Opel, invece, cresce dello 0,82%, con 6.551 unità.
Crollo per la Ford che con appena 6.603 immatricolazioni accusa un arretramento del 44,33% e per la Dacia a -40,19%.
Nella graduatoria dei modelli diesel più venduti primeggia la Volkswagen Golf con 2.198 unità, 89 in più della Fiat 500, seconda in graduatoria delle più immatricolate.
In totale, le auto diesel sono state 59.876, che rappresentano il 52,41% delle nuove immatricolazioni, 55,12% nel 2012.
Quelle a benzina sono passate da 51.609 a 36.678 e hanno visto la loro quota di mercato scendere da 37,20 al 32,10%.
Crescono sempre di più le vendite di auto GPL, che da 5.971 del gennaio 2012 sono arrivate quest’anno a 11.219 unità, con un aumento dell’87,89% e una quota di mercato del 9,82%.
In crescita anche le auto a metano, da 4.211 a 5.485 unità, con incremento del 30,25%,
Raddoppiate le immatricolazioni di auto ibride, a 964, contro le 416 del gennaio 2012.
Ancora basse le vendite di auto elettriche, mentre a gennaio 2012 furono 57, quest’anno sono state solo 33.
Per quanto riguarda l’Europa, la situazione non sembra migliore.
Con 192.090 immatricolazioni la Germania registra una flessione dell’8,6% rispetto al buon livello registrato nello stesso periodo dello scorso anno, tornando ad un volume simile a quello del gennaio 2011. Tuttavia le Associazioni di categoria tedesche sono ottimiste e credono che, nonostante il debole inizio, nel 2013 si possano superare i 3 milioni di autovetture immatricolate, grazie all’andamento economico positivo, che nelle prossime settimane potrebbe incentivare la fiducia dei consumatori.
Crescita dell’11,5% per il mercato britannico con 143.643 vetture immatricolate rispetto alle 128.853 dell’anno precedente.
L’incremento delle vendite in questo caso è dovuto a una moneta diversa dall’euro e all’economia stabile del Paese che hanno incrementato gli acquisti delle famiglie, cresciuti del 15,9% (al 42,5% di quota) e dal buon andamento delle flotte (+6% in volume al 52,4% di rappresentatività).
Grazie agli incentivi alla rottamazione, dopo 30 mesi consecutivi di flessioni, in Spagna tornano a crescere del 7% le vendite di autovetture a privati tornando ai livelli di 25 anni fa.
Ottimiste le Associazioni di categoria che prevedono per il 2013 una chiusura al di sopra delle 700.000 auto immatricolate, facendo registrare un’inversione di tendenza, in attesa del 2014, quando il mercato è previsto superare le 800.000 unità.
Al contrario la Francia è in caduta libera con un crollo del 15,1% a 124.798 immatricolazioni, registrando il livello più basso per il mercato dell’auto dal 1997. L’andamento del mercato francese è segnato da tre trimestri consecutivi di stagnazione e prospettive ancor meno rosee e dell’aumento della tassazione per i veicoli che emettono valori di CO2 superiori a 135 g/km.
Tra le cause del crollo delle vendite in Italia sono determinanti i costi proibitivi per il mantenimento delle automobili. Tra polizze RC Auto, pedaggi autostradali e nuovi record raggiunti dai prezzi dei carburanti, complessivamente gli aumenti a carico di un automobilista sono stati pari a +481 Euro nel caso di un’auto a benzina e di +538 Euro per un’auto a gasolio.
Hanno contribuito, inoltre, il potere di acquisto delle famiglie ai minimi storici, crollato del 13,2% dal 2008, la forte frenata dell’indebitamento, il mancato avvio di ecoincentivi per l’anno trascorso e l’inasprimento fiscale nei confronti dell’acquisto, della proprietà e del possesso degli autoveicoli.
“Il Governo è riuscito a fare esattamente il contrario di quello che sarebbe stato sensato e necessario. – ha commentato Filippo Pavan Bernacchi, Presidente di Federauto – Questo è il risultato dell’accanimento fiscale verso il mondo dell’automotive in Italia, dove il Governo ha pensato a fare cassa senza curarsi dei danni prodotti nella nostra filiera. Mi piace ricordare sempre che fatturiamo l’11,4% del PIL, partecipiamo alle entrate fiscali nazionali per il 16,6% e occupiamo, con l’indotto, 1.200.000 persone. Mi corre l’obbligo sottolineare che per il crollo dei volumi lo Stato, lo scorso anno, ha perso 3 miliardi tra Iva e tasse varie, cui si devono aggiungere i costi degli ammortizzatori sociali. Eppure nessuno vuole intervenire, affrontare il problema, operare le scelte necessarie”.
E il futuro non sembra portare nulla di positivo.
Secondo i risultati dell’Osservatorio “Previsioni & Mercato”, realizzato dal Centro Studi UNRAE, l’Associazione delle case automobilistiche estere in Italia, emerge una nuova stima per il mercato delle autovetture secondo la quale nel 2013 le vendite di auto in Italia dovrebbero attestarsi a poco più di 1,3 milioni di unità con una flessione del 5,4% rispetto alle immatricolazioni registrate nel 2012.
Il ribasso delle stime è dovuto soprattutto al peggioramento degli indicatori economici nell’ultima parte del 2012 e all’effetto trascinamento sul 2013. Il calo continuerà anche nel secondo trimestre, ma sarà leggermente più moderato.
Inoltre, pesano la caduta dei consumi, in particolare quelli di beni durevoli e l’assenza di interventi politici determinanti per alleggerire la pressione fiscale sulle famiglie e quindi di incidere positivamente sui consumi.
“È necessario – ha spiegato il Direttore Generale UNRAE, Romano Valente – auspicare che il prossimo Esecutivo sia nelle condizioni di operare le necessarie scelte di alleggerimento della pressione fiscale, di far confluire la liquidità del sistema creditizio verso le imprese e quindi, attraverso il rilancio dei consumi e degli investimenti, riavviare la spirale positiva dell’economia”.
Non ci resta che aspettare le mosse del nuovo Governo e sperare in una ripresa veloce del settore.
I CONSIGLI DELL’ACI
L’Automobile Club d’Italia ha presentato al futuro Esecutivo una ricetta, strutturata in 10 punti, per far risparmiare all’automobilista una cifra complessiva di 26,8 miliardi di euro, riducendo così i costi di gestione dell’auto di 700 euro che passerebbero, sempre secondo una stima dell’ACI, da 3.500 euro a 2.800.
In questo modo si potrebbe far ripartire un comparto in crisi che ha perso 350 concessionarie solo nel 2012 e che sta mettendo a rischio altri 10.000 posti di lavoro.
Ecco le proposte:
1) ABOLIZIONE DEL CODICE DELLA STRADA E CREAZIONE DEL CODICE DEI CONDUCENTI.
Ridurre il mostro burocratico, composto di 245 articoli, altri 408 per il regolamento di attuazione e ancora 19 appendici, fino ad arrivare ad un documento più snello di soli 50 articoli.
2) PATENTI A LIVELLI PER LE AUTO PIÙ POTENTI.
Ovvero un sistema graduale che porti i giovani a guidare le vetture più potenti solo dopo più di un solo anno di patente. Niente guida notturna, ad esempio, né in autostrada, tanto meno su auto veloci.
3) CORSI DI RIEDUCAZIONE STRADALE PER IL RECUPERO DEI PUNTI PATENTE.
Giusto rifare gli esami per chi infrange le regole.
4) ABOLIRE IL SUPERBOLLO.
Una tassa inutile che ha distrutto il mercato delle auto sportive, non ha fruttato niente allo Stato e anzi ha fatto perdere un sacco di IVA.
5) RIMODULARE LE ACCISE PER I CARBURANTI.
Certo sarebbe una misura sensata e anzi dovuta, ma inutile sperare, il fisco ci perderebbe e non avrebbe risorse per emergenze improvvise.
6) RIFORMA RC AUTO PER PREVENIRE LE FRODI E CONTENERE I COSTI.
Questo è un punto molto delicato ed è la seconda voce di spesa sull’auto. In Italia però girano 4 milioni di vetture senza assicurazione con gravi ripercussioni a livello di costi sui cittadini onesti. Altissima poi la piaga degli incidenti fasulli o gonfiati, Paga sempre, e più caro, solo chi è in regola.
7) PROVENTI DELLE MULTE DESTINATI ALLA MOBILITÀ.
Nel 2012 sono stati pagati oltre 2,5 miliardi di euro di multe. Per legge il 50% dovrebbe essere reinvestito nella sicurezza stradale, ma è difficile verificare se i Comuni la applicano correttamente, in genere se ne servono per fare cassa.
8) PIÙ METRO, BUS E TRAM PER RINUNCIARE ALL’AUTO IN CITTÀ.
In tutte le città italiane il sistema è tutto tranne che efficiente, economico e veloce; spesso svolto con mezzi vecchi ed inquinanti.
9) PIÙ INFOMOBILITÀ A LIVELLO LOCALE.
Si passa troppo tempo in coda e non ci sono sistemi di gestione del traffico. La lentezza è un costo!
10) CABINA DI REGIA DELLA MOBILITÀ PER IL TERRITORIO.
Serve qualcuno che coordini a livello centrale le amministrazioni regionali e locali che legiferano e fanno regolamenti del tutto scoordinati.
Fonte: ACI – Automobile Club d’Italia