MERCATO AUTO: UNA CRISI PER RIFLETTERE

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Mentre il costo dei carburanti continua a salire, le vendite scendono progressivamente verso il basso e il futuro non riserva un orizzonte più roseo.
Nel 2012, le vendite di auto nuove in Europa, secondo l’ACEA (Associazione dei produttori), hanno toccato il livello più basso dal 1995: il calo è stato dell’8,2%.
L’Italia detiene la maglia nera in Europa in quanto il mercato italiano auto ha ceduto il 19,87% rispetto al 2011 con un peggioramento netto nel mese di dicembre (-22,51%).
Unici Paesi ad aver avuto un incremento sono stati la Cina e la Russia.
I fattori di questo crollo che non si fermerà nel 2013 sono diversi: la crisi economica; il rincaro delle assicurazioni; l’aumento delle imposte che riguardano le auto.
Inoltre, il 2012 è stato il primo anno non interessato dagli incentivi alla rottamazione che avevano, invece, sostenuto il mercato negli anni precedenti.
Una delle pochissime note positive è stato l’incremento della vendita delle auto con alimentazioni alternative (GPL, metano, elettriche, ibride).
Un incremento non troppo significativo per questo tipo di mercato, schiacciato dalla mancata presenza degli incentivi promessi dal Governo e poi, svaniti nel nulla.
Senza gli incentivi il mercato delle auto specie quelle elettriche non ha futuro, visti i costi molto elevati che oscillano fra i 30.000 e i 40.000 euro, rispetto ad un auto “convenzionale”.
Qualcuno sosterrà che il guadagno è da individuare nei costi ridotti di ricarica (da 2 a 3 euro), ma a conti fatti, questo risparmio rispetto ai carburanti tradizionali è nettamente penalizzato dal costo delle batterie (fino a 10.000 euro) che vanno sostituite più o meno ogni 100 mila km.
Altri problemi riguardano l’erogazione del servizio di ricarica. L’ENI e l’ENEL sono giunti ad un accordo per l’installazione di colonnine per la ricarica e a marzo alcuni distributori verranno attrezzati per ospitarle, ma ancora c’è molto lavoro da fare.
L’ideale sarebbe adottare i sistemi attuati nel nord d’Europa dove le auto elettriche sono più diffuse, specie in Norvegia, grazie a politiche che incentivano l’acquisto di questo tipo di auto, al parcheggio gratuito dovunque, alla possibilità di utilizzare corsie preferenziali e muoversi anche nelle ZTL. Inoltre, sono previsti sgravi di alcune imposte.

Il picco in negativo del mercato dell’auto è strettamente connesso ai problemi dell’energia.
La produzione di petrolio si sta ormai avviando alla sua parabola discendente e la situazione non migliora, considerando che per contro la domanda dei Paesi emergenti è in crescita, mentre i prezzi, ovviamente, lievitano e si crea una sempre maggior dipendenza dai pozzi del Medio Oriente, rendendo il quadro, se non inquietante, sicuramente preoccupante.
Le auto sono le responsabili della parte più consistente del consumo di petrolio, soprattutto per la bassa efficienza che caratterizza i mezzi a quattro ruote.
Vanno anche considerati gli effetti dell’anidride carbonica immessa nell’atmosfera, causa sempre più evidente di sconvolgimenti climatici in continua crescita.
Alleggerire il peso delle auto potrebbe essere la prima e più semplice soluzione per migliorare la situazione. Si potrebbe arrivare a costruire auto dal peso dimezzato, con carrozzerie più resistenti e con controlli della velocità efficaci. I Paesi emergenti sono i più interessati a seguire questa linea, mentre i Paesi industrializzati sono troppo legati ai modelli attuali di auto e soffrono di una cronica mancanza di informazione, tanto da non riuscire ad immaginare modelli nuovi che siano più efficienti e anche meno inquinanti.
Il rinnovamento del parco automobilistico richiede, prima di tutto, un cambiamento profondo di mentalità, nonché di un’informazione più corretta e onesta che riesca a superare gli interessi dell’industria dell’auto e quella del petrolio.
Invece, la tendenza odierna a costruire auto grandi, sempre più potenti è proprio l’opposto delle necessità vere del mercato e anche delle emergenze ambientali che richiederebbero una politica orientata all’innovazione e alla ricerca.
Per ottenere questo cambiamento è necessario equilibrare la pressione esercitata dalle lobby dei grossi gruppi economici sui Governi mediante una spinta altrettanto forte da parte di un’opinione pubblica informata e consapevole che conduca verso la direzione opposta, cioè alle soluzioni innovative, come appunto auto elettriche o ibride.
Queste scelte più responsabili possono condurre ad un equilibrio tra ambiente e risorse, garantendo un futuro migliore per tutti.

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