UN FUTURO SENZA CARBONE È POSSIBILE?
Le strategie dell’Unione Europea per ridurre le emissioni di CO2 di oltre l’80% senza pregiudicare gli approvvigionamenti energetici e la competitività del settore
Un’energia sicura, priva di rischi, sostenibile ed economicamente accessibile rappresenta una necessità quotidiana nel mondo moderno, dalla quale dipendono il benessere della popolazione e lo sviluppo del settore industriale.
Il sistema energetico e la sua organizzazione oggi non sono più sostenibili a causa delle elevate emissioni di gas a effetto serra, dei rischi per la sicurezza dell’approvvigionamento e la competitività, in un contesto di elevati costi energetici e scarsi investimenti.
L’Unione Europea è alla ricerca di una soluzione che possa garantire un livello analogo di comfort ai cittadini e alle imprese a prezzi abbordabili, assicurando la sicurezza e la competitività dell’approvvigionamento e rispettando l’ambiente.
Un sistema energetico che utilizza fonti a bassa intensità di carbonio, più concorrenziali e diversificate, rappresenta la soluzione anche in termini di crescita economica, occupazione, sviluppo locale e innovazione, ma i fattori che ostacolano il passaggio verso tale sistema sono numerosi:
1) i prezzi di mercato dell’energia non tengono pienamente in considerazione tutti i costi per la società legati a inquinamento, emissioni di gas serra, esaurimento delle risorse, rifiuti, uso del territorio, qualità dell’aria e dipendenza geopolitica.
2) Inerzia del sistema, infatti gran parte degli investimenti nel sistema energetico sono in attività di lungo termine, comportando notevoli effetti di vincolo; pertanto possono essere introdotte modifiche al sistema solo in modo graduale.
3) La percezione dei cittadini sui rischi correlati alla costruzione di nuove centrali e infrastrutture elettriche può essere più negativa delle opinioni degli esperti. Inoltre, per convincere le persone a cambiare i propri comportamenti, sono spesso necessari tempi lunghi, oltre che incentivi o normative adeguati.
4) L’incertezza relativa agli sviluppi tecnologici, all’andamento della domanda, dei prezzi e della struttura del mercato possono aumentare notevolmente i rischi e i costi per gli investitori e rende i consumatori e le aziende restii a investire, dato che il sistema energetico necessita di costi fissi a lungo termine che richiedono decenni per essere recuperati.
5) Mercati imperfetti e miopi, dove la concorrenza è ancora debole a causa del dominio quasi monopolistico degli operatori storici e dove gli investimenti a lungo termine non vengono realizzati dagli operatori di mercato, che cercano guadagni a più breve termine. Inoltre i servizi di efficienza energetica e delle fonti di energie rinnovabili decentralizzate hanno mercati penalizzati dal numero ridotto di operatori e dalla mancanza di un quadro normativo favorevole.
Poiché per lo sviluppo industriale europeo è urgente la definizione di un nuovo modello di produzione e di consumo dell’energia, l’UE ha elaborato la Energy Roadmap 2050, ossia Tabella di marcia per l’energia per il 2050. Si tratta di una visione e una strategia per la decarbonizzazione (cioè il processo che porta al cambiamento del rapporto carbonio-idrogeno nelle fonti energetiche) entro il 2050, che tengano conto degli obiettivi generali della politica energetica europea della sostenibilità, della sicurezza degli approvvigionamenti e della competitività, accanto i quali vengono proposti obiettivi più specifici:
1) garantire agli investitori maggiore certezza sugli orientamenti politici futuri possibili a livello comunitario, indicando diverse traiettorie per conseguire la decarbonizzazione nel 2050 con i relativi effetti a livello economico, sociale e ambientale;
2) indicare i compromessi tra gli obiettivi strategici e i diversi percorsi di decarbonizzazione, individuando i loro elementi comuni;
3) stabilire le tappe fondamentali per la fase successiva alla Strategia Energia 2020, al fine di mobilitare le parti interessate e offrire maggiore certezza per tale fase.
La Tabella di marcia per l’energia per il 2050 esamina le sfide da affrontare e indica la direzione da seguire per conseguire l’obiettivo UE della decarbonizzazione, sottolineando che se gli investimenti saranno rinviati, si dovranno affrontare maggiori costi tra il 2011 e il 2050 e si creeranno maggiori disagi nel lungo periodo.
“Solo con un nuovo modello energetico potremo rendere il nostro sistema sicuro, competitivo e sostenibile sul lungo termine. – ha sottolineato il Commissario Ue all’Energia, Günther Oettinger – Ora disponiamo finalmente di un quadro normativo europeo per attuare le misure strategiche necessarie che indirizzino gli investimenti nella giusta direzione”.
L’Energy Roadmap 2050 presenta scenari diversi e analizza le possibili conseguenze, sfide e opportunità che deriverebbero dalla modernizzazione del sistema energetico, in quanto è difficile fare previsioni sul fabbisogno e gli approvvigionamenti. Inoltre le proiezioni tengono conto dei potenziali cambiamenti a livello di tecnologie, reti e prezzi del carbonio.
Scenari di decarbonizzazione
Elevata efficienza energetica. Impegno politico per realizzare risparmi energetici elevati, prevededo ad esempio requisiti minimi più rigorosi per le apparecchiature e i nuovi dispositivi, elevate percentuali di ristrutturazione degli edifici esistenti, istituzione di obblighi di risparmio energetico alle imprese di utilità pubblica del settore dell’energia. Questo scenario consentirà una riduzione della domanda di energia del 41% entro il 2050 rispetto ai picchi del 2005-2006.
Tecnologie di approvvigionamento diversificate. Non esiste una preferenza rispetto alla tecnologia; tutte le fonti di energia possono competere sul mercato senza misure di supporto specifiche. La decarbonizzazione è indotta da una fissazione dei prezzi del carbonio che presuppone l’accettazione da parte dell’opinione pubblica sia del nucleare sia del sistema di cattura e stoccaggio del carbonio
Quota elevata di energia da fonti rinnovabili. Forti misure di sostegno per le energie rinnovabili che garantiscano una percentuale molto elevata di tali fonti nel consumo energetico finale lordo (75% nel 2050) e una percentuale delle stesse fonti nel consumo di elettricità pari al 97%.
Tecnologia di cattura e stoccaggio di CO2 (CCS) ritardata. Scenario analogo a quello delle tecnologie di approvvigionamento diversificate ma che presuppone che la CCS sia ritardata, con conseguente impiego di quote più elevate di energia nucleare; la decarbonizzazione indotta più dai prezzi del carbonio che dai progressi tecnologici.
Ricorso limitato all’energia nucleare. Scenario che parte dal presupposto che non vengano costruiti nuovi impianti nucleari (oltre ai reattori attualmente in costruzione), con una conseguente maggiore penetrazione delle tecnologie di cattura e stoccaggio del CO2 (il 32% circa nella produzione di energia).
Dalla combinazione dei diversi scenari si possono trarre conclusioni per l’elaborazione di strategie che produrranno effetti nel 2020 e oltre.
La decarbonizzazione non solo è fattibile, ma potrebbe rivelarsi, nel lungo periodo, anche meno costosa delle politiche attuali. A prescindere dal mix energetico scelto, sono fondamentali l’efficienza energetica, l’utilizzo delle energie rinnovabili e gli investimenti nella modernizzazione delle infrastrutture, che devono essere realizzati subito per evitare adeguamenti ancora più costosi in futuro. Infine, è indispensabile un mercato comune dell’energia (da completare entro il 2014) per mantenere i costi energetici bassi e per garantire la sicurezza degli approvvigionamenti.
Anche la dimensione sociale della Roadmap per l’energia ha un ruolo molto importante, infatti la transizione inciderà sull’occupazione e richiederà interventi nel campo dell’istruzione e della formazione, oltre a un dialogo sociale più vigoroso per gestire in modo efficace il cambiamento e assicurare una transizione equa e basata su principi occupazionali dignitosi.
Le critiche alla Tabella di marcia per l’energia per il 2050 non sono tardate ad arrivare
Rainer Hinrichs-Rahlwes, Presidente dell’European Renewable Energies Federation (EREF), sostiene che la Roadmap 2050 dovrebbe convincere le persone e gli Stati che questa sia l’unica via possibile per risparmiare sui costi di produzione dell’energia e per tornare a rispettare il mondo in cui viviamo.
Per il Presidente dell’European Renewable Energy Council (EREC), Arthouros Zervos, invece, sarebbe stato meglio un progetto più a breve termine con una minore riduzione di gas serra, per tenere alta la fiducia nel caso in cui le cose andassero nel verso giusto. Inoltre si dovrebbe porre l’attenzione anche su altre tematiche come il riscaldamento globale. Infine, sempre secondo Zervos, mancano suggerimenti per la diversificazione della produzione di energia negli anni oltre il 2020.
Le proiezioni delle tendenze attuali, in effetti, evidenziano che la riduzione di gas serra necessaria può essere conseguita solo al 50% ed evidenziano una maggiore dipendenza dalle importazioni, soprattutto di gas, e un aumento dei prezzi dell’elettricità e dei costi legati all’energia.
Combinando i contributi in materia di efficienza energetica, energie rinnovabili e nucleare e tecnologie di cattura e stoccaggio del carbonio, però, sarà possibile la decarbonizzazione del settore energetico, il tutto a costi sostenibili.
La Tabella di marcia per l’energia per il 2050 ovviamente dovrà essere aggiornata regolarmente, tenendo in considerazione gli sviluppi più recenti; infatti nei prossimi anni saranno presenti ulteriori proposte e già quest’anno sono in programma nuove misure su mercato interno, energie rinnovabili e sicurezza nucleare.