SISTRI: IL TORMENTONE CONTINUA

Riportiamo, nelle pagine seguenti, il testo originale di un articolo apparso nel numero ½ Gennaio/Febbraio 2012, della rivista nazionale Regioni & Ambiente (pagg. 50-51) frutto di un importante lavoro di Redazione e che riepiloga gli ultimi capitoli di questo tormentone nazionale che sembra non avere fine.
In coda al “pezzo”, abbiamo aggiunto un piccolo, originale, aggiornamento dovuto alla diversa uscita della pubblicazione.

Siamo convinti che questa, infatti, non sarà l’ultima e che nel prossimo intramontabile Decreto Milleproroghe di fine anno ne troveremo un’altra”.
Anche con il cambio di Governo, purtroppo la nostra previsione, contenuta nella frase finale dell’ultimo articolo dedicato all’annosa questione della tracciabilità dei rifiuti, si è puntualmente avverata (cfr. “SISTRI: “L’ultima… proroga?”, in Regioni&Ambiente, n. 9 settembre 2011, pagg. 26-27).
Anche se qualcuno l’ha ribattezzato “Centoproroghe”, per il minor coinvolgimento di norme rispetto alle precedenti edizioni, il D.L. 29 dicembre 2011, n. 216, recante “Proroga di termini previsti da disposizioni legislative” (G.U. 29 dicembre 2011, n. 302), dispone la proroga della fase di  piena ed esclusiva operatività del sistema SISTRI al 2 aprile 2012, per “consentire un necessario periodo di adeguamento del sistema e consentire a tutti gli operatori di adempiere correttamente agli adempimenti informatici previsti” (Art. 13, comma 3).
Rimane ferma la data del 1° giugno 2012, non prima della quale potrà scattare il SISTRI per i piccoli produttori di rifiuti pericolosi. Mentre si conferma, fino al 2 luglio 2012, il regime di esonero dall’iscrizione al SISTRI per le imprese agricole che conferiscono fino a 100 kg l’anno di propri rifiuti a circuiti organizzati di raccolta.

Il nostro scoramento non deriva da giudizi di merito sul sistema e sul relativo progetto informatico, quanto dalla convinzione che un Paese che voglia uscire dalle emergenze, non può riproporre continuamente proroghe e deroghe a scadenze e norme che si è dato.
Avevamo apprezzato le parole del neoMinistro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Corrado Clini che in Commissione Ambiente al Senato aveva dichiarato: “Il nostro obiettivo è completare le prove di funzionamento per collaudare il sistema. Intendiamo procedere con rapidità. Quello del SISTRI è un obiettivo chiaro e condiviso. Ci sono state questioni amministrative e tecniche che si sono interposte ad una sua rapida adozione. A questo punto invito chi è contrario a dirlo espressamente senza prendere a pretesto questioni tecniche”.
Tant’è che il Ministero, in vista dell’obbligatorietà per i soggetti produttori di rifiuti speciali con oltre 10 dipendenti e per la filiera della gestione dei rifiuti urbani della Campania, prevista per il 9 febbraio 2012, aveva lanciato la fase di “ test permanente” del sistema dal 12 al 31 dicembre 2011, per tutti gli operatori coinvolti, dopo che dal 23 al 25 novembre erano stati effettuati test “ristretti”, secondo quanto richiesto dalle principali organizzazioni imprenditoriali dei diversi settori produttivi nella riunione del Comitato di Vigilanza e Controllo del SISTRI del 6 dicembre 2011.
Da quanto affermato dal Ministero, questi test avrebbero dato risultati positivi “al di là del contenuto numero di partecipanti” che avrebbero, a loro volta, giudicati “soddisfacenti” i tempi impiegati per la predisposizione delle schede.
Tali test erano stati effettuati dopo l’introduzione di semplificazioni procedurali per la compilazione delle schede di registrazione cronologica e di movimentazione, di cui al DM 10 novembre 2011, n. 219 avente ad oggetto “Regolamento recante modifiche e integrazioni al decreto ministeriale del 18 febbraio 2011, n. 52, concernente il regolamento di istituzione del sistema di tracciabilità dei rifiuti (SISTRI)” (G.U. n.4 del 5 gennaio 2012 – Suppl. Ord. n. 5), che, tra l’altro, modificando il comma 1 dell’Art. 12 del D.M. 17 dicembre 2012 aveva fatto slittare al:
30 aprile 2012 il termine per la presentazione da parte dei produttori iniziali di rifiuti e le imprese ed enti che effettuano operazioni di recupero e di smaltimento dei rifiuti, della dichiarazione SISTRI (il cosiddetto Mudino) relativa al 2011;
– al 2 ottobre 2012 il termine per la presentazione per ciascuna categoria di cui al D.M. 26 maggio 2011 (esclusi i produttori di rifiuti speciali pericolosi con massimo 10 dipendenti), con riferimento alle informazioni relative all’anno 2012.
Successivamente, con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 23 dicembre 2011 recante “Approvazione del Modello Unico di Dichiarazione ambientale per l’anno 2012” (G.U. 30 dicembre 2011, n. 303 – Suppl. Ord. n. 283), i soggetti tenuti alla comunicazione al catasto dei rifiuti entro il 30 aprile, con riferimento all’anno 2011, dovranno utilizzare la nuova modulistica e le istruzioni allegate al DPCM che sostituiscono quelle allegate al DPCM del 27 aprile 2010.
I soggetti tenuti a presentare il nuovo MUD sono così specificati:
i Comuni o loro Unioni o Consorzi e Comunità Montane;
i Produttori di AEE e i Sistemi collettivi di finanziamento della raccolta e del recupero dei rifiuti di RAEE;
il Conai o gli altri Soggetti di cui all’articolo 221, comma 3, lettere a) e c) del D.Lgs. 152/156;
i Soggetti che effettuano le attività di trattamento dei veicoli fuori uso e dei relativi componenti e materiali.
Ricordiamo, invece, che i Soggetti tenuti alla Dichiarazione Sistri (Mudino), sempre con la stessa data di scadenza e per lo stesso periodo di competenza, sono:
coloro che effettuano operazioni di smaltimento dei rifiuti;
i produttori iniziali di rifiuti pericolosi, tranne gli imprenditori agricoli con volume di affari non superiori ad 8 milioni di euro;
i produttori iniziali di rifiuti non pericolosi con più di 10 dipendenti.
Questi provvedimenti si sono resi necessari perché il D.Lgs. 7 luglio 20011 attuativo delle Direttive 2008/99/CE sulla Tutela Penale dell’Ambiente e 2009/123/CE relativa all’Inquinamento provocato dalle navi e all’introduzione di Sanzioni per dilazioni (G.U. n. 177 del 1° agosto 2011) aveva previsto che qualora il cosiddetto Mudino non fosse stato presentato o presentato in modo incompleto o errato entro il 31 dicembre 2011 da parte dei produttori, recuperatori e smaltitori, sarebbe stata irrogata a loro carico pesanti sanzioni amministrative fino a 15.000 euro (cfr: “Ecoreati: introdotte nel C.P. due nuove fattispecie” e relativo Inserto normativo in Regioni&Ambiente, n. 9 settembre 2011, pagg. 32-33).

C’è da aggiungere, poi, che da notizie assunte da giornali sembra essere tuttora fermo alla Corte dei Conti, il Decreto previsto dalla Legge di conversione del D.L. n. 138/2011 (il cosiddetto “Manovra bis”) che il Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, di concerto con il Ministro per la semplificazione normativa e sentite le categorie interessate, doveva emanare entro il 16 dicembre 2011, al fine di individuare specifiche tipologie di rifiuti, “alle quali, in considerazione della quantità e dell’assenza di specifiche caratteristiche di criticità ambientale, sono applicate, ai fini del SISTRI, le procedure previste per i rifiuti speciali non pericolosi”.

Di fronte alle incertezze sul funzionamento del Sistema, le Associazioni di categoria di piccoli imprenditori, artigiani e commercianti hanno preannunciato una serie di azioni legali per ottenere il risarcimento dei danni subiti dal mancato avvio del Sistri e, soprattutto, per le tariffe pagate per un servizio non goduto: secondo le Associazioni, negli ultimi due anni 325.470 imprenditori italiani hanno speso 70 milioni di euro per iscriversi, acquistare oltre 500.000 chiavette USB e quasi 90.000 Black box.
Tuttavia, sussiste la condivisa volontà di realizzare un sistema di dematerializzazione che vada verso la modernizzazione del Paese e di tracciabilità dei rifiuti “realmente efficace per contrastare le ecomafie e fondato su criteri di trasparenza ed efficienza”, sarebbe meglio concertare un percorso realistico, ma certo, anziché continuare a richiedere modifiche ed integrazioni che presuppongono un rinvio per il riallineamento del sistema, senza contare il “ginepraio” di scadenze e norme che non è facile da districare, sia per gli operatori che per il legislatore.
Viene il sospetto che il tentativo, poi fallito, di dare un “colpo di spugna” al SISTRI, abrogandone tutte le disposizioni con effetto immediato, qual era previsto dall’Art. 6 della D.L. 13 agosto n. 138, relativo alla Manovra finanziaria anti-crisi, fosse anche conseguenza di obiettive difficoltà da parte dell’Esecutivo di riprendere il “bandolo della matassa” legislativa, oltre che dalle pressioni lobbistiche di chi ha contrastato fin dall’inizio il Sistema di tracciabilità dei rifiuti e che non demorderà.
Come accaduto in passato, è possibile anticipare che ancora una volta un emendamento al “Milleproroghe”, farà slittare ulteriormente la data del suo effettivo avvio.

E infatti, mentre questo numero di Autodemolitori stava per essere chiuso in Redazione, prima che l’emergenza neve imponesse uno stop a mezza Italia, di due settimane circa, più gli strascichi prevedibili in termini di impedimenti e limitazioni alla mobilità, il nuovo emendamento al “Milleproroghe” (approvato alla Camera, modificato in Senato ed ancora in discussione alla Camera), indica, per la partenza del sistema, la nuova data del 30 giugno 2012, vanificando, così, l’ipotesi della partenza scaglionata, secondo la quale le varie imprese interessate sarebbero partite in maniera differenziata.
V’ha, in effetti, chi ritiene che questo ennesimo “inciampo” sia un bene, dal momento che, comprensibilmente, una partenza “a scaglioni”, si sarebbe tradotta in un pernicioso aggravio in termini di tempo investito dalle aziende per verificare procedure tecniche e correttezza dei dati inseriti nel sistema, tanto più quando molte imprese perdurano nell’incertezza dell’obbligatorietà di operare tramite il SISTRI stesso.
Una tegola in più, quest’ultima, per quegli impianti che per mancato aggiornamento dell’iscrizione al trasporto dei propri rifiuti, con Delibera n. 2 del 23/01/2012 (comunicato pubblicato sulla G.U. n. 22 del 27/01/2012), sono stati cancellati dall’Albo stesso dalla sezione relativa alle imprese che trasportano rifiuti in contro proprio e che, non adeguatamente informate dalle relative Associazioni di categoria, continuano a svolgere la loro attività presentandosi presso gli impianti di conferimento, i quali, dovranno ora verificare la posizione dell’iscrizione, al fine di non incorrere in illeciti o concorso nella gestione illecita dei rifiuti.
Quale sarà, dunque, il futuro a breve del SISTRI?
Per ora, si ipotizza l’abbandono dei formulari di identificazione dei rifiuti dei registri di carico e scarico ed una generale semplificazione del sistema (richiesta da mesi da tutti i soggetti coinvolti che, più volte hanno pure sottolineato solenni inefficienze a fronte di ingenti costi di iscrizione per un sistema che continua a singhiozzare da una proroga all’altra ingenerando solo confusione e malcontento a tutti i livelli.
E per fortuna che la Selex Elsag (società che ha realizzato ed implementato il software), attraverso la controllata Selex Service Management, ha conquistato un Cisco Innovation Award 2012 (riconoscimento ambitissimo, che premia tutte quelle soluzioni altamente innovative, le best practices nell’Itc che utilizzano tecnologie all’avanguardia) proprio per il progetto SISTRI, giudicato da 10 giudici internazionali dopo un articolato processo di selezione e valutazione come “Most Society Impacting Network”.
Ci sarebbe da ridere se, la gravità della situazione non inducesse, piuttosto, alle lacrime.

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