UNIRIGOM: PER IL RECUPERO DELLA GOMMA

Obiettivo: lotta all’illegalità e sviluppo dell’industria del riciclo

Per spingere il riciclo della gomma e contrastare il traffico illecito di pneumatici fuori uso (PFU) nasce in Confindustria una nuova Associazione per il recupero della gomma: UNIRIGOM. Presentata in occasione della Fiera di Rimini, ECOMONDO 2010 vedrà la luce nei prossimi mesi grazie all’accordo siglato tra UNIRE, Unione Imprese del Recupero di Confindustria e ASSORIGOM, Associazione Nazionale Raccolta, Riciclo e Riutilizzo della Gomma. Rafforzare i punti deboli della filiera e favorire lo sviluppo di una vera e propria industria del riciclo è lo scopo della nuova Associazione di categoria che trova riparo sotto il “tetto” di Confidustria E che punta a “compattare” il settore contro i traffici illeciti di PFU in vista dell’imminente avvio del sistema nazionale integrato per monitoraggio, raccolta, trattamento e reimpiego dei Pneumatici Fuori Uso (PFU). Il 26% dei pneumatici fuori uso “rotola” infatti illegalmente sfuggendo ad ogni forma di controllo e monitoraggio. L’elaborazione dei dati ottenuti da Istat, Federazione Gomma e Plastica e dalle interviste agli operatori presentati da UNIRE e Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile nel Rapporto “L’Italia del Riciclo” evidenzia una corretta allocazione solo per il 74% dei PFU generati ogni anno in Italia. Il restante 26% finisce invischiato nelle maglie dell’illegalità o perché abbandonato illegalmente sul territorio o perchè destinato a forme di “smaltimento” non autorizzate e ambientalmente non compatibili.

Secondo i dati forniti da ECOPNEUS ogni anno spariscono nel nulla circa 100 mila tonnellate di PFU, circa 1/4 degli pneumatici immessi in commercio nello stesso arco di tempo. Secondo le stime più attendibili sono circa 350 mila le tonnellate di PFU prodotte annualmente nel nostro Paese, una quantità importante, frutto della vendita di oltre 30 milioni di pneumatici per autovettura, 2 milioni per autocarro, 3 milioni per mezzi a 2 ruote e 200 mila per mezzi industriali ed agricoli, cui corrisponde, in linea di massima, l’uscita dal mercato di altrettante quantità di pneumatici usati. Delle 325 mila tonnellate di PFU prodotte nel 2009, circa la metà è stata destinata al recupero energetico, il 20% è stata recuperata come materia prima seconda per utilizzi urbani e industriali (dato pari alla metà della media Europea) e la quota restante (circa il 25%) si è dispersa in traffici o pratiche illegali. Di qui l’importanza e la necessità di un’Associazione nel settore del recupero della gomma e dei Pneumatici Fuori Uso in grado di sostenere un dialogo costruttivo con il nuovo sistema integrato di gestione dei PFU che sta per partire e che attribuisce al produttore/importatore la “responsabilità” della raccolta e del recupero del prodotto a fine vita: i produttori/importa- tori saranno dunque tenuti ogni anno a gestire (assicurando raccolta, trasporto, recupero e smaltimento) una quantità di PFU equivalenti a quanto immesso nel mercato del ricambio nell’anno precedente. In tale scenario di cambiamento si colloca UNIRIGOM. “La nuova Associazione – ha spiegato il Presidente di UNIRE, Corrado Scapino, in occasione della presentazione di UNIRIGOM ad ECOMONDO – nasce per fronteggiare il radi- cale cambiamento delle condizioni di accesso al mercato che a breve incontreranno gli operatori del settore e per costruire un qualificato dialogo con il Consorzio dei costruttori di pneumatici (ECOPNEUS). In questo senso, intento dell’Associazione è richiedere da un lato l’utilizzo prioritario delle piattaforme esistenti, dall’altro avviare concrete iniziative necessarie per la realizzazione, anche nel nostro Paese, di un mercato del riciclo della gomma da pneumatici fuori uso, a partire dall’attuazione della normativa sugli acquisti verdi. A tale proposito l’Associazione sarà impegnata, tra l’altro, nell’accelerare i processi di diffusione e applicazione del Green Pubblic Procurement”. Ma non solo. Tra gli obiettivi della “nuova nata” in casa Confidustria c’è anche quello di promuovere il corretto uso dei materiali ottenuti dal riciclaggio della gomma. “UNIRIGOM si propone di sviluppare un’industria del recupero e del riciclo di alta qualità – ha dichiarato Roberto Quaranta, Presidente di ASSORIGOM – rafforzando i punti di eccellenza già presenti e creando le condizioni per poter supportare l’intero com- parto al fine di raggiungere livelli di performance avanzati, anche attraverso lo sviluppo di processi di ricerca e sperimentazione su materiali e nuove tecnologie, nonché mediante l’applicazione dei migliori standard affermati in ambito internazionale”. Per quanto riguarda le applicazioni dei materiali ottenuti dal riciclaggio di pneumatici, la destinazione predominante dei granuli è nell’impiego come materiale elastico da intaso per superfici sportive in erba artificiale, piste da atletica e pavimentazioni antitrauma, oppure per la costruzione di dossi artificiali, delimitatori di traffico e cordoli. L’impiego di polverino per la produzione di asfalti modificati continua ad essere un’applicazione in fase di sviluppo nel settore stradale, ma ancora non decolla: la quantità di gomma utilizzata nel 2009 sulle strade italiane corrisponde a soli 10 km lineari di superfici modificate, una cifra sottostimata rispetto al potenziale utilizzabile. Eppure, sulle strade italiane qualcosa comincia a muoversi. Tra le recenti sperimentazioni di nuovi utilizzi dei PFU, UNIRE segnala i risultati positivi del progetto avviato dalla Provincia Autonoma di Bolzano per l’impiego di asfalti “gommati” prodotti con tecnologia “wet”; il crescente interesse delle pubbliche amministrazioni verso le “pavimentazioni silenti”, ovvero le pavimentazioni stradali realizzate con asfalti appositamente ingegnerizzati per ridurre il rumore generato dal traffico veicolare; infine, le possibilità di sinergia con il settore edile (es. pannelli isolanti multistrato realizzati con PFU). A Torino è stata invece avviata, da parte del Politecnico e della Provincia, in collaborazione con FISE-UNIRE (Associazione delle imprese di recupero e riciclaggio dei rifiuti), ECOPNEUS (As- sociazione dei produttori e importatori di pneumatici), SITEB (Associazione degli operatori del settore stradale e bitume) e ANFIA (Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica), una sperimentazione, unica in Italia per completezza e valore scientifico, per la definizione del migliore utilizzo del polverino da pneumatici fuori uso nei bitumi stradali. La Provincia ha, infatti, affidato al Politecnico di Torino un progetto di ricerca volto a studiare l’impiego del polverino ottenuto dalla frammentazione-triturazione dei pneumatici fuori uso nelle pavimentazioni stradali. Dalla teoria alla pratica, dal laboratorio alla strada, la ricerca si è conclusa con la realizzazione di un tronco-pilota asfaltato con conglomerato bituminoso contenente polverino di gomma da pneumatici fuori uso: un tratto di 1.200 metri (comprensivo di due rotonde), per un totale di 16.000 metri quadrati di superficie, realizzato nell’ambito dei lavori per la realizzazione della circonvallazione di Venaria e Borgaro, la più grande opera pubblica che la Provincia di Torino abbia mai realizzato. “L’utilizzo del polverino da pneumatici fuori uso nelle pavimentazioni stradali permetterà di ampliare in modo significativo le possibilità di riciclo dei pneumatici, oggi in gran parte avviati a recupero energetico – hanno commentato con soddisfazione gli Assessori alla Viabilità e all’Ambiente, Alberto Avetta e Roberto Ronco – A questo si aggiungono importanti vantaggi, quali l’elevata durabilità della pavimentazione, l’aumento della resistenza alla fessurazione, le elevate prestazioni funzionali e strutturali, le buone caratteristiche di fonoassorbenza ed una maggiore aderenza, con evidenti benefici impatti sulla sicurezza”. In Italia vengono annualmente smaltiti circa 25 milioni di pneumatici fuori uso (PFU), corrispondenti a una massa di circa 400.000 tonnellate, di cui il 45% è avviato al recupero energetico, il 23% è trasformato in granuli e polverino e il restante 32% non è correttamente raccolto e trattato. Nel dettaglio, di queste 400.000 tonnellate di PFU, circa 100.000 vengono utilizzate per il recupero energetico in Italia, 80.000 circa vengono esportate all’estero; 90.000 vengono trasformate in granuli e polverino venduti in Italia e all’estero, mentre il rimanente quantitativo non ha una destinaizone individuabile. Il polverino di gomma di pneumatico, ottenuto dalla macinazione di PFU, può essere proficuamente impiegato, come dimostrano le esperienze sviluppate negli Stati Uniti e in alcuni Paesi europei, quale componente aggiuntivo del bitume per formare gli strati superiori delle pavimentazioni stradali. Studi scientifici e prove “su strada” evidenziano , oltre agli evidenti benefici ambientali per il riutilizzo di materia, le migliori prestazioni strutturali e funzionali degli “asfalti da pneumatici” rispetto agli asfalti tradizionali. Ma non solo. Dal processo di granulazione dei PFU si ricavano anche altri materiali da valorizzare: in particolare acciaio e tessile e altri scarti. Tali frazioni sono pari al 15% ciascuna nel PFU da autovettura e rispettivamente al 27% (acciaio) e al 3% (tessile e altri scarti) nel PFU da autocarro. Insomma, più che un “copertone selvaggio” da bruciare o abbandonare illegalmente, il Pneumatico Fuori Uso può essere una risorsa preziosa da riciclare e re-impiegare in un circuito produttivo legale e sostenibile. Monitorare tale filiera e promuoverne lo sviluppo di qualità è lo scopo dell’alleanza “UNIRE-ASSORIGOM” che ha portato ad UNIRIGOM, ultima arrivata in casa Confindustria. ,


Condividi con:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *