IL TEMPO È DENARO
Suggerimenti e processi per l’ottimizzazione dei cicli produttivi e l’intercettazione delle risorse
Questo è uno dei principi fondamentali che vale per tutte le attività imprenditoriali, da quelle più grandi, come le multinazionali, a quelle più piccole anche a livello artigianale; dai settori più classici delle industrie metalmeccaniche o chimiche, a quelli meno eclatanti, ma non per questo meno impor tanti, co- me i servizi alle imprese o le attività di riciclo e smaltimento dei rifiuti. Troppo spesso ci si accorge di un inutile dispendio di energie quando è ormai tardi, quando cioè, in termini industriali, è terminato un singolo ciclo di lavorazione o un’intera fase produttiva oppure quando c’è un riscontro negativo con il mercato, a quel punto ci si rende conto che l’impegno speso in termini di tempo e di risorse non è proporzionale al risultato ottenuto. A tutti è ben noto che l’attuale situazione economica e congiunturale non consente diseconomie, errori di valutazione e spreco di energie, ma troppo spesso vediamo esempi che ci dimostrano, nonostante i buoni propositi, che si continua ad operare in modo sbagliato o quantomeno non ottimale, senza dotarsi di strumenti operativi adeguati, in altre parole continuando a perdere tempo e denaro.
Processi aziendali troppo complessi, filiera della produttività non opportunamente calibrata e monitorata, finanziamenti non utilizzati, errato approccio con il mercato, sono i fattori che determinano spesso il declino della più volenterosa e ottimistica attività im- prenditoriale. La maggior parte delle piccole e me- die imprese opera oggi in condizioni di costante “affanno” organizzativo ed operativo per stare al passo con le richieste e la competitività che il mercato costantemente impone, senza avere il tempo necessario per riflettere in ma- niera metodica e distaccata sui problemi e sulla loro soluzione. In questa sede ci si propone, a più ri- prese ed in successive pubblicazioni, di entrare nello specifico di ogni tema esposto, esaminando la situazione in maniera generale senza la pretesa di trovare una soluzione ad ogni problema, ma solamente con l’intento di propor- re alle piccole imprese che non sono dotate di uno staff di esperti che si de- dicano a questo specifico argomento, una serie di riflessioni e punti di analisi per evitare di operare in condizioni di affanno e di diseconomia, con il rischio di veder declinare la propria attività imprenditoriale. L’approccio all’analisi dello stato di sa- lute di una azienda, quanto l’azienda presenta problemi, deve essere quanto mai tempestivo ed efficace, soprattutto se la situazione, come spesso accade, è grave ed impone per la ripresa un termine di scadenza temporale che di solito è dettato dal mercato. Non ci si può permettere di sprecare il tempo, più un processo produttivo pre- senta fasi senza valore aggiunto più pesa sull’azienda in termini di costi inutili. Le soluzioni per programmare e lavora- re con serenità e sicurezza non devono necessariamente venire dall’esterno, ma possono essere ricercate anche soltanto all’interno della stessa azienda ottimizzando le risorse esistenti con procedure e soluzioni spesso più semplici di quanto si possa immaginare. Si riportano di seguito una serie di punti che saranno di volta in volta approfonditi per raggiungere l’obiettivo di risparmiare il tempo, togliere tutto ciò che non dà valore aggiunto al processo produttivo, ridurre al minimo i tempi morti, lavorare in qualità e in sicurezza, affrontare in modo vincente il mercato e la concorrenza. Si ritiene pertanto necessario operare come segue: • disegnare il processo aziendale attuale per individuare i problemi e le loro cause (value stream mapping attuale); • individuare gli sprechi all’interno del processo aziendale (valore non aggiunto del processo); • ridisegnare il processo aziendale futuro (value stream mapping futura); • ridurre al minimo l’errore umano e quindi le diseconomie aziendali ed il rischio di infortunio; • verificare la necessità, la completezza e l’applicazione delle procedure aziendali; • individuare leggi e finanziamenti che permettano di dare ossigeno all’attività produttiva nel suo complesso. Lo scopo finale di tale processo generale che, ripetiamo, in quanto generale non scende nella specifica situazione aziendale, è quello di: • abbattere i costi del ciclo di produzione • aumentare la produttività dell’azienda • aumentare la competitività sul mercato • aumentare la qualità
• ridurre l’errore umano
• ridurre il rischio di infortuni sul lavoro
• individuare ed attivare leggi e finanziamenti pubblici per acquisire risorse economiche. Si inizierà con il trattare quest’ultimo punto, per i motivi e le considerazioni di seguito riportati. Per effettuare le operazioni di analisi e di ottimizzazione sopra proposte è necessario rivolgersi ad esperti del settore, dotarsi di nuovi beni materiali (macchine, attrezzature) o immateriali (processi di azienda, software gestionale specifico), in una parola spendere del denaro per rinnovare o migliorare il • creare uno staff adeguato di persone scegliendo tra le risorse umane in- terne dell’azienda (brainstorming); processo aziendale. Questo investimento, di per sé indi- spensabile per poter essere competitivi sul mercato e garantire la sopravvivenza dell’Azienda, spesso non è disponibile o non è possibile impegnarlo tempestivamente in questa attività, pur se il rischio che si corre in alcuni casi è molto grave. Poiché tale situazione si verifica in tantissime medie e piccole Imprese, lo Stato e la Comunità Europea intevengono ogni anno a sostengo di progetti aziendali di implementazione e ristrutturazione, con appositi bandi e strumenti finanziari a fronte del raggiungimento di obiettivi chiari e ben finalizzati. Tra le iniziative predisposte in tal senso si sottolinea un bando pubblico attualmente predisposto su questo tema, rivolto a rafforzare la funzione commerciale ed a migliorare l’organizzazione aziendale privilegiando tutti quei progetti che, nell’ottica di realizzare e commercializzare nuovi prodotti o nuove strategie aziendali, mirano a stimolare le competenze distintive di un’Azienda, la qualità del capitale umano, il sistema informativo, l’immagine aziendale e le relazioni con i clienti. Il contributo pubblico, concesso in conto capitale cioè a fondo perduto, privilegia in alcuni settori le iniziative che operano nel campo della salva- guardia dell’ambiente e del riciclo dei prodotti di rifiuto, creando materia prima da utilizzare per nuovi prodotti industriali. La categoria degli autodemolitori rientra tra i beneficiari del bando in questione, come pure di altre iniziative in tal senso predisposte, in quanto facente par te delle attività classificate nella codifica ATECO alla voce E 38 “raccolta, trattamento e smaltimento dei rifiuti; recupero dei materiali” – punto 38.32.10 “recupero e cernita dei materiali e preparazione per il riciclaggio di cascami e rottami metallici”. Attualmente è aperto un bando con scadenza per la presentazione delle domande di ammissione a contributo fissata a fine febbraio 2011. Il contributo è erogato in conto capi- tale/fondo perduto ed in percentuale sull’intero progetto, la cui spesa ammissibile deve avere un importo massimo di circa 500.000,00 € a seconda delle aree territoriali. È finanziabile tutto ciò che riguarda la sicurezza nonché l’acquisto di software di attrezzature necessarie per conseguire l’innovazione ed il conseguente snellimento del processo produttivo. Si ritiene importante invitare le Aziende della categoria, interessate ad affrontare e risolvere i problemi sopra riportati, ad approfittare di tutte le disponibilità finanziarie ripetutamente messe a disposizione dalle strutture pubbliche, per acquisire risorse esterne all’Azienda da destinare al miglioramento del processo produttivo esistente ovvero a nuove idee di produzione o diversificazione dell’attività imprenditoriale in atto. Anche in questo caso gli esperti nel settore possono guidare le Aziende all’interno dell’iter burocratico necessario per accedere ai benefici finanziari messi a disposizione dei bandi non ancora scaduti. Pur troppo ogni anno contributi comunitari per circa 800 milioni di euro rischiano di svanire, oltre che per la lentezza delle amministrazioni pubbliche italiane e per la macchinosità delle procedure europee di accesso, anche per l’incapacità e l’indolenza dei privati di partecipare ai bandi proposti. Il rischio principale è quello di perdere definitivamente le risorse, perché ogni anno la dotazione finanziaria messa a disposizione dalla Comunità Europea per le Regioni, da devolvere a favore delle piccole e medie Imprese, è rap- portata alla capacità di spesa dimostrata nell’anno precedente. In parole povere più le Regioni so- no brave a spendere i soldi messi a disposizione e più saranno dotate di finanziamenti per gli esercizi successivi. Meno denaro saranno in grado di impegnare a favore delle Industrie del loro territorio e meno risorse riceveranno per i bandi successivi. I finanziamenti messi a disposizione dalla Comunità Europea per il tramite delle Regioni, possono essere richiesti dalle Imprese soltanto mediante la proposta di progetti aziendali redatti secondo i modelli dei bandi apposita- mente emessi. Quindi è compito e responsabilità solamente delle Aziende interessate far sì che arrivino ogni anno risorse economiche da utilizzare per la propria attività, per il miglioramento del proprio processo aziendale, per essere competitivi sul mercato, per inserirsi sui mercati esteri, per ridurre i costi e per dotarsi di attrezzature che migliorino la qualità del prodotto finale e l’immagine aziendale. Ing. Paolo Melchiorre Consulente Aziendale Consulente in materia di Sicurezza sul Lavoro paolomelchiorre.ing@libero.it