L’INSOSTENIBILE PESANTEZZA DEI PREMI
Il Presidente dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, conferma dubbi e lamentele delle Associazioni di consumatori
Ci risiamo; passata la tregua estiva durante la quale, umanamente, ci si ritaglia un ambito di “pace e sospensione” dalle beghe di ogni giorno, tornati al lavoro, col portafoglio un po’ più leggero e la previsione di un inverno economicamente molto freddo, ecco pararcisi di fronte gli aumenti delle spese fisse, fra i quali quelli (piuttosto odiati) relativi alle polizze dell’assicurazione per la responsabilità civile auto (RCA). In effetti, da parecchi anni semplici cittadini, automobilisti e associazioni di consumatori lamentano un inspiegabile e costante aumento annuale delle polizze. Secondo Federconsumatori, dal 1994 ad oggi le tariffe RC auto sono aumentate del 173% e, rispetto allo scorso anno, del 18%. Analogamente, Codacons, valutando l’andamento dei premi medi delle polizze nelle maggiori città italiane (Milano, Roma, Napoli e Palermo) per quattro differenti categorie di patentati, ha riscontrato, nel periodo settembre 2009 – 2010 una variazione percentuale che va dal +16,64% di Milano al +26,05 di Napoli. “Indubbiamente si tratta di rincari ben superiori al tasso d’inflazione – dichiara Codacons – che nel periodo agosto 2009-2010 è stato pari all’1,53%”.
Né l’aumento dei massimali minimi di legge, entrato in vigore a dicembre 2009 può essere una spiegazione plausibile per aumenti di tali entità, dichiara sempre la stessa Associazione di consumatori: “calcoli fatti a settembre dello scorso anno indicavano infatti una differenza percentuale tra i premi calcolati col massimale vecchio e nuovo intorno al 3,5 – 4%”. Di tutt’altro parere (ovviamente, verrebbe da dire), l’Associazione Nazionale delle Imprese Assicuratrici – ANIA che sforna altri dati, subito sconfessati da Federconsumatori in un comunicato stampa del 29 settembre, ove si legge, tra l’altro: “Piacerebbe molto anche a noi, e soprattutto a tutte le famiglie italiane, se le polizze fossero realmente diminuite, negli ultimi 5 anni, di oltre l’11%, ma pur- troppo la realtà è ben lontana”. Quella delle polizze RC auto, infatti, “è una voce che incide in maniera sempre più pesante sui budget delle famiglie – hanno dichiarato Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, rispettivamente, Presidenti Federconsumatori e Adusbef – per questo è indispensabile inter venire in maniera determinata su questo settore, promuovendo, come richiesto dall’Anti- trust, maggiore chiarezza e trasparenza ed adottando misure che aumentino la competitività in tale settore, attraverso, ad esempio, l’incremento ed il potenziamento del ruolo degli agenti plurimandatari”. Negli ultimi giorni di settembre, infatti, è uscito a gamba tesa, l’inaspettato intervento dell’Antitrust che ha fotografato alcune zone d’ombra nel settore, inasprendo i toni con le Compagnie Assicuratrici e scrivendo pagine favorevoli nel cahier de doléance dei consumatori automobilisti. Il pretesto è stata l’Audizione del Presidente dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, Antonio Catricalà, avvenuta in Roma, il 29 settembre presso la Commissione Industria, Commercio, Turismo del Senato della Re- pubblica. Tema dell’Audizione, proprio l’Indagine conoscitiva sul settore dell’assicurazione di autoveicoli, con particolare riferimento al mercato e alla dinamica dei premi dell’assicurazione per responsabilità civile auto (RCA). Nel ricordare come tale indagine conoscitiva sia stata avviata già dal maggio di quest’anno e che gli uffici preposti stan- no ancora elaborando le informazioni e i dati ricevuti, il Presidente ha voluto chiarire che al momento non è possibile formulare considerazioni conclusive, tuttavia si possono “mettere in evidenza le ragioni che hanno indotto l’Autorità ad avviare una specifica analisi di settore”. Quello della RCA è un mercato piuttosto impor tante sia dal lato produttivo che da quello della domanda “il ramo responsabilità civile da guida di autoveicoli risulta essere, in Italia, uno dei mercati principali nel settore assicurativo, registran do nel 2009 una raccolta di premi pari ad oltre 17 miliardi di euro, con un’incidenza del 46,3% sul totale rami danni e del 14,4% sul portafoglio complessivo”. Malgrado la liberalizzazione del mercato, in attuazione del diritto comunitario, sia partita dal 1994, l’Antitrust evidenzia che non si è analogamente attivato un efficace processo concorrenziale e conseguentemente non ci sono stati effetti positivi in merito al contenimento dei prezzi. Infatti: “La scarsa vivacità della competizione che si riscontra in questo settore è conseguenza della tenuità della concorrenza che si registra in genere nei mercati assicurativi e finanziari”. L’Antitrust evidenzia le ragioni di tale situazione nella particolare natura dei servizi erogati dalle Compagnie, i quali, per la loro particolare complessità, si prestano ad una valutazione indiretta da par te del consumatore, ovvero mediata dalle in- formazioni desunte da intermediari di fiducia (agenti e addetti allo sportello bancario). “Questa asimmetria informativa a svantaggio dei consumatori riduce di molto le possibilità di controllo critico sulle scelte di consumo – ha dichiarato Catricalà – e per conseguenza indebolisce il confronto concorrenziale tra le stesse imprese che offrono i sevizi”. Altro punto nodale nel novero delle criticità individuate dall’Antitrust riguarda la valutazione di “comportamenti apertamente collusivi che l’Autorità ha sanzionato, come nel caso degli scambi di informazioni realizzati tramite un’organizzazione comune”. Insomma, sembra che, come già so- spettato dalla vox populi, le Compagnie assicuratrici agiscano facendo cartello ai danni dei consumatori, nella totale indifferenza delle Istituzioni competenti. In più, come d’abitudine piuttosto diffusa nel mondo degli operatori finanziari, si è rilevato che le Compagnie risultano essere legate tra di loro da partecipazioni incrociate e dalla compresenza delle stesse persone fisiche al vertice degli organi dirigenziali di Società che dovrebbero essere tra di loro concorrenti. “Per citare solo un dato – ha dichiarato il Presidente Catricalà – il 71% del- le compagnie assicurative, considerate nell’Indagine svolta dall’Autorità sul tema della corporate governance di banche e assicurazioni, presentava legami costituiti da amministratori comuni con i propri concorrenti; tali imprese rappresentavano l’87% dell’attivo totale del settore”. A questo punto, l’Antitrust non ha potuto che rilevare come la compresenza di tali fattori incida pesantemente e condizioni lo sviluppo di una naturale competizione nel settore assicurativo dell’automobile. Peraltro, tali dinamiche non sono certo frutto della contemporaneità, infatti, già a partire da uno studio precedente datato 2003, l’Antitrust aveva registrato “una tendenza durevole all’incremento dei premi in un contesto caratterizzato da stabilità delle quote di mercato, nonché dal limitato ingresso di nuovi operatori, sia italiani che esteri”, come a dire: mercato aperto a pochi e per di più d’accordo. Vero è che da allora di acqua sotto i ponti ne è passata, tuttavia, malgrado siano inter venuti impor tanti cambiamenti nel mercato e nel relativo sistema regolatorio, non si può affermare che le problematiche sopra citate siano state risolte. Seppure sia stato introdotto dal 2006 un sistema di distribuzione che sfrutta internet e dal 2007 il meccanismo di risarcimento diretto, non sembra che i miglioramenti attesi si siano verificati. Internet ha sicuramente sortito effetti positivi in termini di abbattimento dei costi per l’utente finale, ma non si è visto quel massiccio ingresso di nuovi operatori che ci si aspettava (di fatto son sempre quelli che continuano ad opera- re con i canali tradizionali). Per quanto riguarda l’effetto del risarcimento diretto in termini di concorrenza, ebbene anche in questo caso l’Antitrust denuncia che: “all’indomani dell’entrata in vigore del nuovo sistema si sono registrati fenomeni di sensibile incremento dei premi, specie per determinate categorie di utenti e di veicoli. Nel corso del 2009, poi, si è verificata una generalizzata tendenza all’aumento associata al peggioramento del rapporto tra costo dei sinistri e premi (Loss Ratio) che si sarebbe registrato nell’ultimo anno. Dunque, neanche i costi dei risarcimenti dei sinistri appaiono sotto controllo”. A seguire, con l’elencazione delle problematiche rilevate nel settore, il Presidente dell’Antitrust ha osservato inoltre: • l’aumento della propensione degli automobilisti italiani a passare da una Compagnia all’altra (tasso di cambia- mento variato dal 6,3% del 2006 al 9,3 del 2009); • poca trasparenza nell’aumento dei premi; • l’abbandono di intere aree del Paese da parte di Compagnie di primo piano che, a volte, “sembrano proporre premi eccessivamente elevati tali da concretizzare una sorta di dissimulato rifiuto a contrarre”; • “una rilevante questione relativa alla sottostima dei danni da parte delle Compagnie e dei conseguenti effetti di depressione dell’incentivo a competere”. A far da contraltare alla Relazione del Presidente Catricalà, in un intervento radiofonico al Radiocorriere, è stato lo stesso Presidente dell’ANIA, Fabio Cerchiai che ha voluto sottolineare come: “Nel settore della RC auto la concorrenza c’è ed è manifesta”. “Il problema – ha aggiunto il Presidente ANIA – è la sinistrosità. Dobbiamo affrontarla e noi abbiamo fatto le nostre proposte, anche in Parlamento. Aspettiamo delle risposte”. Interrogato sulla questione relativa al presunto “abbandono” di alcune aree del Paese, Cerchiai è stato piuttosto secco, rispondendo con un laconico: “A me non risulta”. A questo punto, ad automobilisti e “vitti- me” del sistema non resta che sperare in un intervento istituzionale per risolvere una questione che, seppur per troppo tempo sotto gli occhi di tutti, finalmente ha trovato una opportunità di ufficializzazione.