LA FILIERA NAZIONALE IN MOSTRA A ECOMONDO 2010
Per la prima volta, dopo 13 edizioni, la Fiera di Rimini dedica un apposito spazio al ciclo di vita degli autoveicoli con apposite aree espositive,Workshop e Convegni
A due anni dalla stipula dell’Accordo di Programma Quadro sulla gestione dei veicoli fuori uso, la Fiera Internazionale del Recupero di Materia ed Energia e dello Sviluppo Sostenibile, ECOMONDO di Rimini Fiera, ha deciso di dedicare, un ampio spazio alla Filiera End Life Vehicles e la sua complessa attività, durante tutti i 4 giorni di svolgimento della manifestazione riminese (3-6 novembre). Obiettivi del progetto, che vede la prestigiosa partnership di Fiat Group Automobiles SpA, pienamente condivisa con tutti gli altri importatori rappresentati da UNRAE: – visualizzare l’intera filiera dell’autoveicolo, dal “Design for recycling” al riciclo finale dei materiali recuperati dalla demolizione; – massimizzare la visibilità di tecnologie, innovazioni e strumenti utilizzati in tutto il processo industriale; – informare, divulgare informazioni e fornire soluzioni per una gestione efficiente del processo di autodemolizione.
Accanto ad un adeguato Spazio Espositivo che ospiterà tutti i key players del settore (Costruttori di autoveicoli nazionali ed esteri; Concessionarie; Associazioni di filiera e Consorzi di riciclo; Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare; Ministero dello Sviluppo Economico; Società di servizi ed Aziende produttrici di macchinari ed attrezzature per l’autodemolizione), ECOMONDO 2010 prevede un’area all’interno del per- corso Mostra, dedicata ad Auditorium e attrezzata per dibattiti sul tema ELV e Workshop formativi gestiti dagli interessati per tutti i 4 giorni di manifestazione. Inoltre è prevista un’apposita Area Demo, esterna ai Padiglioni espositivi, attrezzata per dimostrazioni e prove di autodemolizione. Considerando i soli numeri dell’edizione 2009 (per i quali si rimanda ai box allegati), ECOMONDO si conferma quale principale ed irrinunciabile Fiera sulle tecnologie verdi e nuovi stili di vita, luogo di incontro privilegiato tra l’industria dell’ambiente e della sostenibilità e gli stakeholders istituzionali, associazioni di categoria, Pubblica Amministrazione, ONG e tutte le tipologie di industria e di produzione di beni, dove confrontarsi su nuovi modelli di crescita economica attraverso la lente di ingrandimento dell’innovazione, delle tecnologie pulite, di un nuovo approccio all’urbanizzazione e ai contesti sociali; luogo di incontro e di scambio privilegiato tra gli operatori del mercato sulla green economy, nonché straordinario strumento di informazione e formazione per i professionisti del settore riciclo e recupero dei rifiuti, sui materiali ecosostenibili e sui temi dell’efficienza energetica. In definitiva, un percorso virtuoso per le Imprese e gli Enti Locali che fanno della sostenibilità una chiave di business, di competitività e di qualità e ricercano un tavolo di interazione unico sui bisogni e sulla ricerca delle migliori soluzioni per un business etico e responsabile. Di certo non è la prima volta che ECO- MONDO pone una forte attenzione alla filiera ELV (prova ne sia l’enorme affluenza di pubblico e stakeholders che negli ulti- mi anni hanno seguito i prestigiosi eventi convegnisitici dedicati), tuttavia, quest’anno si sottolinea positivamente la volontà della Fiera di Rimini, di approcciare l’argomento ELV attraverso dinamiche relazionali più olistiche. E proprio questa volontà di offrire un terreno comune per “fare sistema” è alla base dello start rappresentato dall’Accordo di Programma Quadro che fa da orizzonte culturale dell’intero Progetto ELV. Si ricorda che detto Accordo, siglato a Roma dal Ministero dell’Ambiente e dellaTutela delTerritorio e del Mare, dal Ministero dello Sviluppo Economico, dall’ISPRA e dalle Associazioni che rappresentano la filiera industriale del trattamento dei veicoli a fine vita (ANFIA e UNRAE per i costruttori di autoveicoli – FEDERAICPA per i concessionari di autoveicoli – FISE-UNIRE, CAR-CNA e ADA per le aziende di demolizione – ASSOFERMET per gli addetti alla demolizione, frantumazione e recupero/ commercio di rottame – AIRA per i frantumatori di rottame metallico e AIR per le aziende del recupero energetico), rap- presenta il primo ed unico esempio di tal genere in Europa. Tutti gli attori del sistema, dalla più grande industria automobilistica nazionale alla più piccola impresa familiare di demolizione, sono stati coinvolti in una filiera industriale lavorando con i responsabili dei Ministeri competenti. Obiettivo: trasformare l’enorme quantitativo di rifiuti in una “miniera” di materie prime con un progetto completo e all’avanguardia nel campo dell’ambiente. Orbene, come si accennava, a due anni dalla firma dell’Accordo di Programma Quadro, cominciano ad emergere i primi risultati operativi, le forti prospettive di sviluppo delle attività avviate, cosi come, purtroppo, anche le incertezze e le perplessità dovute alle aspettative che ogni associazione o gruppo naturalmente intende veder realizzate in un momento nel quale la crisi economico-finanziaria ha fatto sentire un peso a volte insostenibile nella gestione interna alle singole aziende. Se nell’edizione 2009 di ECOMONDO si è inteso focalizzare l’attenzione degli addetti ai lavori sul censimento delle attività avviate dall’inizio dell’Accordo di Programma ed allo stesso tempo, con il contributo del- le Associazioni, indicare gli strumenti e le azioni per contribuire ad uno sviluppo armonico dell’Accordo stesso per il prossimo futuro, quest’anno, si intenderà proseguire nell’analisi dei dai raccolti e nella disamina dello stato dell’arte del settore. Ovviamente, i riferimenti primi sono la UE ed i Paesi membri che già hanno acquisito obiettivi di rilievo, tenendo conto che la direttiva Europea di riferimento, la 2000/53/ CE si preoccupa di disciplinare ed aumenta- re l’efficienza ambientale della gestione dei veicoli fuori uso, imponendo una serie di vincoli, sia in fase di progettazione (bando dei metalli pesanti, marchiatura dei componenti, ecc.), sia sulla fase della gestione del fine vita (target di riciclaggio e recupero energetico, tempi di raggiungimento e responsabilità dei soggetti). Si consideri che ogni anno, in Europa, vengono rottamati circa 12 milioni di veicoli (solo in Italia la cifra supera 1,5 milioni di unità). Il settore End Life Vehicles nel contesto nazionale interessa un ventaglio di realtà industriali: la grande industria automobilistica (nazionale ed estera); 1.600 imprese di autodemolizione; 350 aziende che commerciano in rottame ferroso e non; oltre 50 aziende di frantumazione di media e grande dimensione; senza contare Società di servizi, Consorzi di filiera ed una diffusa realtà di piccole e medie imprese, coinvolte a vario titolo nel riciclo dei materiali derivanti dal fine vita dei veicoli. Per saperne di più ed approfondire i particolari circa lo stato dell’arte della Filiera nazionale ELV, dal privilegiato punto di vista del prestigioso Costruttore italiano, partner di ECOMONDO 2010, abbiamo contattato l’Ing. Salvatore di Carlo, Responsabile E&D – End of Life Vehicles & Car Recycling Gruppo Fiat Group Automobiles S.p.A. che ha risposto alle nostre domande. Ing. Di Carlo, come giudica la novità rappresentata dal fatto che la Fiera Internazionale ECOMONDO di Ri- mini ha deciso di dedicare un’intera Area tematica ai protagonisti della Filiera ELV? Mi sembra un’ottima opportunità. Del resto già da diversi anni gli operatori nazionali ed internazionali riconoscono il primato nazionale alla Fiera ECOMON- DO nel settore del riciclaggio di materia e di energia e delle tematiche legate allo sviluppo sostenibile in generale. Non è un caso che da parecchio tempo frequento questa Fiera e lo faccio tanto come rappresentante del gruppo Fiat (con responsabilità specifica per quanto riguarda il fine vita dei veicoli), quanto rappresentante dell’ANFIA (Associazione Nazionale Fra Industrie Automobilistiche). Più volte il mio intervento è stato richiesto in virtù del gravoso lavoro che il mio ufficio ha svolto quale coordinamento della Filiera nell’ambito delle operazioni realizzate per da- re risposte e risultati alle istanze della legge in materia di riciclaggio dei veicoli a fine vita. Quindi, per quanto riguarda la comunicazione diretta fra i Costruttori e gli operatori del settore automotive, direi che la partecipazione ad ECOMNDO è un elemento di forte attenzione e l’importanza che la Fiera stessa ha deciso di porre sull’argo- mento in nuce è valutata positivamente per le ricadute in termini di veicolazione di risultati raggiunti e problematiche da risolvere ancora con il concorso di tutti gli stakeholders. In sostanza, quali saranno i termini della collaborazione fra Fiat Group Automobiles ed ECOMONDO per la realizzazione del Progetto ELV? Da un punto di vista operativo ciò che ci preme maggiormente è porre in risalto l’unicità tutta europea della filiera che si è venuta a creare in Italia, andando a realizzare, allo scopo, un luogo di incontro e dibattito in grado di dare voce a tutti gli interessati. E questo, vedrà la luce proprio nel cuore di una Fiera in cui tutti gli stakeholders sono presenti e continuamente stimolati dall’osservazione di quanto realizzato e “messo in mostra” dai colleghi. In pratica, si tratta di mettere in evidenza, socializzandole, le attività finora realizzate per la realizzazione della Filiera, coinvolgen- do il pubblico attraverso la presentazione di ipotesi di lavoro e case histor y nell’ambito: dei rapporti con la Pubblica Amministrazione; di strategie industriali e della ricerca di nuovi elementi di mercato, in grado di facilitare il lavoro della Filiera e consentire gli obiettivi di riciclaggio imposti dalle norme. Sull’importanza di quest’ultima mi lasci sottolineare ancora l’aspetto di unicità rap- presentato dal caso italiano in Europa: la Filiera ELV è già ben disegnata a partire dal principale gruppo automobilistico del Paese, passando per la rete dei Concessionari e arrivando fino alle imprese di autodemolizione, rottamazione, frantumazione e, infine, quelle che hanno nel recupero di energia il loro core business. Questa è la caratteristica di unicità della Filiera: rappresenta un intero segmento del mercato contemplando in sé la più grande industria metalmeccanica accanto alla piccola impresa artigiana di autodemolizione; unite per il riconoscimento del proprio ruolo con la consapevolezza di un comune denominatore rappresentato dal risultato economico e dal raggiungimento di obiettivi etici sposati ad una realtà industriale. Tuttavia, qualche problematica nella Filiera ELV c’è, ed allo stato attuale non tutti gli anelli della catena sembrano godere di eguali vantaggi. Qual è, secondo il suo privilegiato punto d’osservazione, il livello di attuazione dell’Accordo di Programma Quadro sulla gestione dei veicoli fuori uso? Certamente è auspicabile un margine di miglioramento su vari fronti che, comunque, sono stati più volte portati all’attenzione degli organi competenti da parte dei vari componenti della Filiera. Ad esempio nell’ambito dei lavori previsti per l’attuazione dell’Accordo prosegue un incessante lavoro per l’allineamento con l’attività della Pubblica Amministrazione che per noi operatori rappresenta il faro- guida. Quindi forte attenzione da parte di tutti per ciò che concerne l’aggiornamento normativo e l’applicazione delle stesse norme in continua evoluzione, soprattutto nel comparto della tutela ambientale. Va detto che tali norme sono sempre più viste non come ostacolo all’attività industriale ma come positivo punto di partenza nell’ottica di un rilancio del mercato. Ancora, una forte attenzione da parte di tutti è rivolta alla possibilità di realizzare progetti, investimenti ed attività che, in qualche modo, vedano la Pubblica Amministrazione proporre al settore possibilità di ulteriori investimenti innovativi per i cicli industriali nell’ottica della gestione ambientale dell’intero ciclo di vita degli autoveicoli. Criticità ce ne sono, ovvio, molte connaturate alla natura stessa della Filiera che raggruppa migliaia di aziende dalla dimensione assai diversa fra di loro e dal diverso business. In più vi sono problematiche nella direzione di sbocchi di mercato specifici industrialmente compatibili, con ovvie valenze commerciali, per i vari materiali che si ha intenzione di riciclare ma che, a tutt’oggi, vedono poche possibilità offerte dal mercato. Tuttavia, se è pur vero che le difficoltà non mancano, va detto che, allo stesso modo, non mancano né le forze né tanto meno la volontà di affrontare le questioni in vista di una loro risoluzione. Ragionando in maniera industriale, come filiera, proviamo a proporre alla pubblica amministrazione, nell’ambito dell’Accordo di Programma – e quindi forti di uno strumento operativo molto efficace – delle soluzioni o almeno delle ipotesi di soluzioni, per le quali la pubblica amministrazione stessa può dare indicazioni o fornire suggerimenti pratici in un’ottica normativa. Lei ha toccato uno dei nervi scoperti della questione: la destinazione dei materiali derivanti dal riciclo; si pensi, ad esempio alla questione dei pneumatici esausti o a quella di paraurti e serbatoi, poi è chiaro che alcune aziende si trovano in difficoltà quando devono basare il proprio business sul riciclo… In effetti questo è un tema che, ad uno sguardo più attento, non riguarda solo il caso Italia, ma, a diversi livelli, interessa tutta l’Europa. Tuttavia si leggono segnali positivi e, soprattutto, si nota un maggiore interesse da parte delle Istituzioni preposte per la risoluzione di questo gap ed il riallineamento di obiettivi ideali con traguardi pratici. Nel caso dei pneumatici sappiamo che è imminente la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto concernente la fase attuativa dell’art 228 del D. Lgs 152/2006, in materia di riciclaggio di pneumatici fuori uso (PFU), sia quelli derivanti dal settore service (sostituzione), sia quelli derivanti da veicoli a fine vita. È già un passo in avanti; sono convito che questo decreto permetterà un cospicuo miglioramento nello sbocco sul mercato di specifici materiali e che, di conseguenza, rappresenterà una possibilità in più per quelle aziende che si occupano della destinazione dei materiali derivanti dal ciclo ELV. Senza contare i vantaggi in termini di risparmio energetico e abbattimento dei costi di discarica di cui beneficerà la comunità tutta. Questo è solo un esempio: ci sono già altri progetti in fase di discussione con la pubblica amministrazione e che mirano, da un lato, al maggior recupero dei materiali, dall’altro, ad una spinta positiva alle imprese a partire dall’apertura di nuovi sbocchi di mercato. Qual è, secondo lei, il livello di riciclo di autoveicoli a fine vita e dei materiali derivanti, in Italia, rispetto agli altri Paesi europei? Credo si sia raggiunto un ottimo livello e del resto i numeri parlano chiaro: i dati che l’ISPRA ha fornito per il 2007 indicano un riciclaggio reale che si posiziona sulla cifra dell’82% circa. Osservando le realtà dei partner europei posso affermare che siamo fra quelli che hanno una maggior capacità reale di riciclo, proprio per la capillare diffusione di piccole e medie industrie storicamente legate ai rispettivi territori locali. Ora, è auspicabile rafforzare il coordinamento tra tutte le realtà industriali ed imprenditoriali del settore ELV e fra queste e la pubblica amministrazione onde ragionare sulle prospettive di maggior efficacia ed efficienza della Filiera che, ripeto, ha la sua forza maggiore proprio nel tessuto locale di piccole e medie imprese che possono e devono avere la possibilità di un maggiore sviluppo. Quindi, a questo punto, l’imperativo è: partecipare, da protagonisti al Pro- getto ELV di ECOMONDO. Cosa vorrebbe suggerire proprio alle piccole e medie imprese artigiane dell’autodemolizione che spesso frequentano da semplici spettatori alla kermesse riminese? L’invito a partecipare è forte e chiaro. C’è bisogno della collaborazione di tutti e delle idee di tutti gli stakeholders che quotidianamente vivono sulla propria pelle le problematiche di un settore per certi aspetti unico. Know how, esperienza ed idee creative ma- turate sul campo possono essere oggetto di discussione ed approfondimento sul tavolo del- la discussione comune; gli strumenti ci sono. Ripeto, l’Accordo di Programma Quadro è una grande opportunità che la pubblica amministrazione ci ha fornito; ora sta a noi implementarlo e svilupparlo. Sono convinto che nessuno più dei picco- li imprenditori sia in grado di aggiungere elementi utili per la discussione comune e magari soluzioni operative pratiche.