EMERGENZA RIFIUTI: SI CERCANO NUOVE STRADE PER ARGINARE IL PROBLEMA
L’UE vuole più controlli sui trasporti dei rifiuti ma non ci sono ancora le giuste stutture
La Commissione Europea ha pubblicato il 1° febbraio 2010 uno Studio commissionato a Milieu Ltd, AmbienteDura e FFACT, inteso a verificare la possibilità di ipotizzare, a livello Comunitario, “l’istituzione di un organismo europeo specifico incaricato di sorvegliare l’attuazione e l’applicazione della normativa UE sui rifiuti”.
L’iniziativa è solo una delle tante che, a livello UE si stanno perseguendo per risolvere le complesse dinamiche legate alla cattiva gestione dei rifiuti, la cui produzione europea si aggira attorno ai 2,6 milioni di tonnellate, 90 milioni delle quali, circa, sono classificate come “rifiuti pericolosi”.
Né la mole della produzione sembra essere l’unico problema da risolvere, dal momento che, pur nella civilissima Europa, l’empia pratica dello smaltimento illegale appare ancora ampiamente utilizzata, soprattutto in Italia.
Nello specifico del settore dell’autodemolizione, ad esempio, l’UE ha pubblicato nei mesi scorsi la seconda relazione che fa il punto sullo stato di attuazione della Direttiva 2000/53/ CE, prendendo in esame il triennio 2005-2008 (la precedente COM/2007/0618 prendeva in esame il periodo 2002-2005). Ebbene, come la prima, anche quest’ultima presenta una fotografia in chiaroscuro, evidenziando che: “Alcune disposizioni della direttiva non sono state ancora recepite completamente o correttamente, come dimostra il numero di procedimenti d’infrazione”.
(Ndr: per maggiori informazioni sulla Relazione specifica, si veda l’art. Pubblicato a pag 5 del numero di Marzo del Notiziario) Negli ultimi anni, il problema dei rifiuti e della loro corretta destinazione si è aggravato notevolmente con l’aumento della produzione e dei trasferimenti dei rifiuti nell’Unione allargata, al punto che, già nel 2008 il Parlamento Europeo aveva adottato una risoluzione che invitava la Commissione a riferire sulla fattibilità della creazione di una “forza ispettiva ambientale comunitaria”. Nello Studio di cui sopra, si legge che “le attuali carenze nell’attuazione e nell’applicazione della normativa sono all’origine dello scarico illegale di rifiuti praticato su larga scala e del gran numero di discariche e di altri siti e infrastrutture che non rispettano le norme Ue. In alcuni stati membri le infrastrutture per il trattamento dei rifiuti sono inadeguate o inesistenti. L’elevato numero di casi di spedizioni illegali di rifiuti suscita inoltre preoccupazione crescente”.
“Lo scarico illegale di rifiuti continua ad essere una pratica diffusa – sottolinea la Commissione – numerose discariche non soddisfano le norme e in alcuni Stati membri mancano ancora le infrastrutture di base per il trattamento dei rifiuti. Le spedizioni illegali rappresentano un’altra fonte di preoccupazione”. L’allora Commissario Europeo per l’Ambiente Stavros Dimas (ora sostituiro da Janez Potočnic) ha commentato sottolineando che “il rispetto della normativa Ue è fondamentale se vogliamo conseguire l’obiettivo principale della legislazione sui rifiuti, ossia proteggere la salute dei cittadini europei e preservare l’ambiente. Dobbiamo esaminare tutte le possibilità, compresa l’istituzione di un’agenzia o di un organismo a livello europeo che consentirebbe ai cittadini, all’ambiente e all’economia dell’Unione Europea di trarre i massimi benefici dalla normativa UE”.
Il documento della Commissione spiega che l’Agenzia proposta dovrebbe svolgere diversi compiti:“Esami dei sistemi di applicazione delle norme negli stati membri, controlli coordinati e attività di ispezione. Ad essa sarebbe associato uno specifico organismo europeo responsabile delle ispezioni e dei controlli diretti di infrastrutture e siti in casi di inadempienza grave. Una rete europea di Stati membri sosterrebbe l’agenzia di una serie di attività. Le raccomandazioni sono basate sulle risposte fornite da funzionari degli Stati membri e da soggetti interessati in questionari e nel corso di colloqui e seminari informali. Il costo annuale è stimato di poco superiore ai 16 milioni di euro. Oltre ad altri benefici derivanti dal trattamento dei rifiuti, la piena attuazione della legislazione Ue sui rifiuti ridurrebbe la emissioni di gas a effetto serra, compreso il metano prodotto dalle discariche, di quasi 200 milioni di tonnellate di CO2 all’anno, con un risparmio annuo di 2,5 miliardi di euro al prezzo attuale del carbonio di circa 13 EUR/ tonnellata.
Un rafforzamento dell’attuazione della normativa produrrebbe altri benefici economici significativi, quali eque condizioni di concorrenza per le imprese europee, migliori opportunità per l’innovazione e un accesso più agevole a preziose materie prime secondarie. Un’analisi approfondita dei costi e benefici verrà effettuata quest’anno e fasi successive potranno essere proposte nel corso del 2011”.
La Commissione Europea ha individuato nella mancanza di ispezioni e di controlli sul posto due fattori importanti e ha cercato di dare una risposta a questa preoccupante situazione sostenendo una serie di ispezioni coordinate , controlli sul posto e controlli di spedizioni dei rifiuti negli stati membri in collaborazione con Impel (The European Union Network for the Implementation and Enforcement of Environmental Law), la rete UE di funzionari delle amministrazioni competenti in materia di ambiente negli Stati membri.
Inoltre è state resa nota una Relazione congiunta da cui si evince che “sono state effettuate oltre 10.000 ispezioni su trasporti e svariate in imprese. In totale hanno partecipato alle azioni congiunte di controllo dell’applicazione 22 stati membri e molti paesi confinanti. Nel 19% dei casi di trasporti contenenti rifiuti gli ispettori hanno riscontrato che le spedizioni erano illegali.
La maggior parte dei casi riguardava esportazioni illegali dai paesi dell’UE verso l’Africa e l’Asia in violazione del divieto di esportazione dei rifiuti pericolosi o degli obblighi di informazione per l’esportazione di rifiuti “verdi” non pericolosi.
La rete IMPEL continua ad effettuare ispezioni congiunte di spedizioni di rifiuti e intende estenderle a tutti gli Stati membri. La Commissione ha inoltre affrontato il problema proponendo il rafforzamento della normativa. La revisione proposta della direttiva sui rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE) comprende norme aggiuntive intese ad evitare le spedizioni illegali di rifiuti elettrici ed elettronici, soprattutto quando sono falsamente dichiarati come prodotti usati. La Commissione sta inoltre valutando la fattibilità di rafforzare i requisiti in materia di ispezioni nell’ambito della normativa UE sulle spedizioni di rifiuti”.
Il problema dei rifiuti è serio e necessita di una soluzione a breve termine. In Italia, ad esempio, non si è ancora trovata una linea che sia da guida per un intero Paese. Ci sono luoghi che rischiano di essere letteralmente sommersi dai rifiuti (Napoli docet) e ce ne sono altri perennemente a rischio. L’introduzione del sistema di tracciabilità dei rifiuti (SISTRI), rappresenta un notevole passo avanti in questo senso, ma sta già trovando, a pochissimi giorni dalla sua introduzione, vari ostacoli da parte degli operatori obbligati ad iscriversi. Dunque: servono controlli, si richiede tracciabilità anche al fine di evitare traffici illeciti che inquinerebbero non solo l’ambiente ma anche il mercato, ma poi, nei fatti, nessuno vuole sentirsi controllato.
Maggiore controllo e ispezioni severe potrebbero portare più rigore e beneficio in Italia e negli altri Stati membri, ma occorre, la collaborazione di tutti.