UNA NUOVA “TEGOLA” PER GLI AUTODEMOLITORI

Ma la Confederazione degli Autodemolitori Riuniti (C.A.R.), annuncia battaglia e pieno sostegno alla categoria, promuovendo una serie di iniziative che, al momento, appaiono risolutive.

Decisamente quella degli Autodemolitori non è proprio la categoria giusta per quanto concerne tranquillità e sicurezza nel lavoro. Già gravati da una nomea non proprio lusinghiera che affonda le sue radici nel secondo dopoguerra, allorquando fu necessario reperire metallo e smaltire, nel contempo, enormi quantità di ferro e leghe, tristi avanzi delle macerie lasciate dal conflitto. Passati attraverso quarant’anni di storia del Paese con variopinti appellativi (sfasciacarrozze, ruttamat, ferraciari…), i professionisti dell’autodemolizione hanno da tempo lasciato alle spalle un approccio semplicistico alle problematiche insite nel loro servizio, assumendo nel tempo la qualifica di veri e propri imprenditori che si confrontano ogni giorno con le insidie di un comparto di mercato non già dei più semplici.

Infatti, le fluttuazioni del prezzo delle materie prime influiscono enormemente su quello del rottame metallico, senza contare che essere l’ultimo anello della catena che rappresenta la “vita” degli autoveicoli, espone a rischi notevoli, proprio quando il mercato si contrae com’è avvenuto nell’ultimo anno. Si consideri, poi, che la categoria merceologica trattata da questo tipo di impresa rientra nel complesso dei rifiuti speciali, con tutte le problematiche legate alla stratificata e spesso non sempre facilmente interpretabile, normativa di riferimento (normativa, che sempre più esula dal contesto nazionale per richiamare direttamente le istanze che vengono pronunciate a Strasburgo o a Bruxelles). In questo senso, rielencare per l’ennesi- ma volta le difficoltà che i professionisti dell’autodemolizione incontrano nel nostro Paese durante l’incerto esercizio della loro professione significa stilare un cahier de doleance che tende drammaticamente ad aumentare nel tempo. Si va dall’applicazione precisa del- la normativa di riferimento (D. Lgs. 209/2003 così come riformato dal D. Lgs. 142/2006 in recepimento della Direttiva Comunitaria 2000/53/CE), alle regole previste dagli enti locali per l’ottenimento delle autorizzazioni; dalle difficoltà di accesso a fidi e mutui bancari per gli adeguamenti strutturali obbligatori, previsti dalle norme, da cui dipendono le autorizzazioni stesse, a quelle della realizzazione di una precisa filiera ELV sul territorio nazionale; alla impossibilità di garantire il “costo zero”, alla demolizione in un mercato privo di sbocchi per il materiale riciclato e sempre più chiuso per quanto concerne la vendita della ricambistica. E ancora: dinamiche di concorrenza da parte di altri soggetti della filiera, difficoltà di accesso alle autovetture (a parità di costi), tempi lunghi di attesa per la radiazione documentale dei veicoli che determina un allungamento dei tempi di deposito e – come sta avvenendo tuttora a causa della flessione del mercato dei rottami – provocano un ulteriore ristagno dei materiali causando ulteriori problemi ai centri di raccolta che devono, oltrettutto, rispettare dei precisi parametri di deposito. In questo contesto di incertezza, poi, intervengono vieppiù dinamiche poco virtuose di personaggi che certamente gettano il discredito su tutta la categoria, esportando illecitamente autoveicoli radiati per rottamazione e poi rivenduti all’estero come veicoli usati (cosa che provoca non solo un ulteriore danno alla salute dei cittadini comunitari e all’ambiente, ma anche una antieconomica “fuga di materiale”). In questo contesto, già di per sé non molto consolante, s’è aggiunta una nuova “bega” per la categoria. Si tratta del divieto di radiazione per i veicoli gravati da fermo amministrativo, così come comunicato dall’ACI, con Circolare 10649 del 1° settembre 2009. In sostanza, il Ministero dell’Economia e della Finanze – Dipartimento delle Finanze – Direzione Federalismo Fiscale, su specifica indicazione di un quesito formulato dall’ACI, ha fornito: “rilevanti e nuove indicazioni in ordine alla natura del fermo amministrativo e alle implicazioni da esso scaturenti, precisando preliminarmente, che lo stesso ha funzione cautelare, dunque conservativa del bene su cui è apposto”. Conseguentemente a ciò, l’ACI è stato invitato a “non dare seguito alle richieste di cancellazione di un veicolo dal PRA qualora risulti ancora iscritto un fermo amministrativo”. La nota dell’ACI, dopo aver comunicato che a partire da 16 settembre non sarà più possibile dar seguito alle richieste di cancellazione di una veicolo dal PRA qualora sullo stesso gravino le caratteristiche di cui sopra, ricorda che: “è fondamentale che gli operatori degli Uffici Provinciali, sia in fase di lavorazione delle formalità richieste di- rettamente agli sportelli, che in fase di convalida delle formalità richieste dagli STA esterni, verifichino preventivamente con carattere di sistematicità se il veicolo, per le suddette formalità, risulti gravato da un fermo amministrativo e procedano , con esito positivo, nei soli casi in cui esso non sussista”. Proseguendo nella lettura della Circo- lare, si evince che: “gli Autodemolitori autorizzati sono, pertanto, tenuti a verificare preventivamente se il veicolo risulti gravato da fermo amministrativo iscritto al PRA posto che, in presenza del suddetto gravame, non sarà possibile procedere all’annotazione della radiazione”. E ancora: “si invitano, altresì, gli uffici Provinciali a fornire assistenza e supporto operativo agli autodemolitori autorizzati ed agli STA esterni in ordine alle disposizioni in oggetto, suggerendo a questi ultimi (fermo restando, comunque, l’opportunità di avvalersi degli strumenti di verifica preventiva delle risultanze di Archivio PRA) che, limitatamente alle formalità di radiazione, è preferibile attendere che a sistema venga confermata l’avvenuta convalida della formalità, prima della consegna del Certificato di Radiazione al Cliente”. Orbene, con Lettera del 9 settembre 2009, il Presidente C.A.R. Alfonso Gifuni e il Presidente Nazionale CNA – Servizi alla Comunità, Bruno Tosi, rispondevano al Presidente ACI, Enrico Gelpi, in qualità di Confederazioni che riuniscono operatori del settore specifico del recupero e del trattamento degli autoveicoli e pongono tra i propri obiettivi lo sviluppo, il coordinamento, la disciplina, la difesa dell’attività imprenditoriale del recupero e del trattamento degli autoveicoli e la rappresentanza e tutela morale, giuridica ed economica delle aziende associate. La lettera, oltre a rimarcare il fatto che: “in data 4 agosto 2009, le scriventi Con- federazioni inviavano una nota con la quale rappresentavano la ormai consuetudine degli uffici provinciali P.R.A di ricevere non più di 25 (venticinque) pratiche di radiazione al giorno”, sottolineava che: “con la stessa missiva si rappresentava che anche i centri di raccolta hanno l’esigenza di avere un collegamento telematico al P.R.A. per il disbrigo on-line delle pratiche di radiazione, riservandosi di avanzare specifica proposta al competente Ministro per la Funzione Pubblica”. Riferendo quindi la Comunicazione in merito al divieto di radiazione dei veicoli gravati da fermo amministrativo, la Lettera delle due confederazioni, lamentava che detta comunicazione non era stata destinata anche alle Confederazioni, on- de per cui si richiedeva “in riferimento anche alla normativa sulla rappresentanza sindacale e di categoria”: a) di integrare la comunicazione inserendo come destinatari anche le scriventi Associazioni di Categoria; b) che l’A.C.I. per il futuro tenga pre- sente dell’esistenza sul territorio nazionale delle scriventi Confederazioni, rendendole destinatari di ogni determinazione al pari delle altre Associazioni di Categoria; c) in subordine si ribadisce l’esigenza di creare un collegamento telematico al P.R.A. per i centri di raccolta, anche in considerazione di questa nuova verifica preventiva” se il veicolo risulta gravato da fermo amministrativo iscritto al P.R.A. posto che, in presenza del suddetto gravame, non sarà possibile procedere all’annotazione della radiazione”. Successivamente, il 14 settembre, sempre a cura delle due Confederazioni, il Presidente C.A.R. Alfonso Gifuni e il Presidente Nazionale CNA – Servizi alla Comunità, Bruno Tosi inviavano una seconda missiva formulando una specifica richiesta di sospensione alla disposizione che postula il divieto di radiazione per veicoli gravati da fermo amministrativo. La tesi propugnata si basava, tra l’altro, sulle seguenti considerazioni: 1. la circolare in oggetto, dispone – tra l’altro – che “Gli Autodemolitori autorizzati sono, pertanto, tenuti a verificare preventivamente se il veicolo risulti gravato da fermo amministrativo iscritto al PRA posto che, in presenza del suddetto gravame, non sarà possibile procedere all’annotazione della radiazione”; 2. la suddetta “verifica preventiva” risulta essere di fatto un ulteriore onere economico per la categoria degli Autodemolitori, in spregio al disposto ex art. 46, comma 5, Decreto Ronchi- tutt’ora vigente- per cui l’obbligo di radiazione dei veicoli e dei rimorchi spetta esclusivamente ai titolari dei centri di raccolta, delle concessionarie o succursali, senza spese di agenzia; 3. l’esito di tali verifiche non è comunque aggiornato al momento dell’interrogazione e che tra l’effettuata verifica e la richiesta di cancellazione possono decorrere dei giorni per cui non vi è certezza sull’ effettivo aggiornamento della verifica al momento della cancellazione; 4. non si comprende in quale modo – allo stato attuale – gli operatori PRA possano fornire assistenza e supporto operativo agli Autodemolitori autorizzati ed agli S.T.A. esterni in ordine alle disposizioni della circolare in oggetto. Pertanto, posti gli evidenti problemi tecnico-operativi, evidenziando nuovamente la necessità della Categoria di ottenere il collegamento telematico al PRA per il disbrigo on-line delle pratiche di radiazione (o una forma alternativa che permetta di snellirle), pur condividendo la legittimità del provvedimento in oggetto, le due Con- federazioni formalizzavano all’ACI la richiesta di sospensione dell’efficacia della Circolare fino a quando non si fosse ovviato alle problematiche pre- messe. A questo punto, per meglio avere un quadro completo della notizia, che nel frattempo si era sviluppata in direzioni inaspettatamente “possibiliste” per la categoria degli Autodemolitori, siamo andati ad ascoltare di persona uno dei protagonisti della querelle: Alfonso Gifuni, Presidente C.A.R.. Presidente, quali eventi hanno spinto la Confederazione degli Autodemolitori Riuniti a prendere posizione attiva contro la succitata notifica? Principalmente il bene degli Autodemolitori stessi e la tutela del loro lavoro, così come si richiede ad una Associazione di Categoria. Noi chiedevamo da tempo la semplificazione delle pratiche di radiazione tramite l’accesso al collegamento telematico con il PRA o con qualsiasi altro mezzo che ci consentisse di ottimizzare la tempistica. Malgrado ciò ad inizio settembre abbiamo visto la nota dell’ACI che stabiliva il fatto che i veicoli gravati da fermo amministrativo non potessero essere radiati. La data di inizio del divieto di radiazione, molto vicino alla data della comunicazione ci ha causato forti perplessità, in quanto nel frattempo l’ACI non aveva dato a tutti la possibilità di verificare in tempo reale lo stato amministrativo del veicolo, tanto più che nella lettera inviata si ribadiva che la responsabilità della verifica è in capo al demolitore. Poi abbiamo chiesto un immediato in- contro con i vertici ACI per verificare le possibili soluzioni, non da ultimo, l’opportunità di posticipare gli effetti di questa circolare fino al momento in cui non fosse possibile, così come auspicato, verificare in tempo reale la visura degli autoveicoli, senza costi aggiuntivi in capo al demolitore. Qual è stata la risposta dell’ACI? L’ente ci ha convocato, invitandoci ad un incontro per il giorno 18, durante il quale sono state valutate tutte le possibili difficoltà e soluzioni. La cosa che ci ha fatto maggior piacere è che in quell’occasione si è tornato a considerare positivamente ciò che noi avevamo sostenuto da tempo e cioè che la soluzione di tutte le problematiche legate alla semplificazione della pratica di radiazione può trovarsi nel collegamento telematico al PRA. Su questa ipotesi c’è stata un’apertura estremamente importante per il nostro comparto e si è sostenuto che, onde perseguire questa strada si sarebbe dovuto metter mano al D.P.R. n. 358/2000 (istitutivo dello Sportello Telematico dell’Automobilista – STA), onde poter consentire anche alle nostre aziende di rientrare fra quelle interessate allo STA. Su questo argomento, sostengo che non sarebbe poi così necessario intervenire con modifiche al D.P.R., in quanto il diritto ad avere il collega- mento telematico, deriva al demolitore non tanto dalla costituzione degli STA, quanto dal Decreto Ronchi che già nel 1997 ha affidato ai demolitori la radiazione delle targhe. Ad ogni modo, qualsiasi forma scelta per conseguire l’obiettivo della realizzazione delle pratiche in tempo reale con relativa verifica on line dei dati, è impor- tante che adesso, anche l’ACI, condivida questa nostra necessità che, guarda caso, figura fra gli impegni principali che questa presidenza si è assunta nei confronti dei Soci, dal momento che ne deriva la soluzione di tutte le disfunzioni tecniche della pratica di radiazione. Si consideri che le nostre aziende, pur avendo la facoltà di radiare sin dal 1997, a tutt’oggi, nell’era informatica, non han- no la possibilità di farlo on-line! Ma, a quanto pare, le cose potrebbero cambiare nel futuro prossimo, o no? Certamente. Guardi, noi avevamo già espresso una specifica richiesta in questo senso al Ministero per le Semplificazioni, proprio perché questa discrasia ci appariva fortemente penalizzante, non solo dal punto di vista dell’ottimizzazione del nostro lavoro, ma anche da quello dell’intero sistema ELV. Nel caso in cui, nel progetto di semplificazione che il Ministro Calderoli sta redigendo, figurasse anche la nostra richiesta di telematizzazione delle pratiche, onde favorire un miglior servizio a tutta la comunità, questa sarebbe una vittoria non solo per la categoria degli autodemolitori ma per tutti gli opposi- tori dell’inutile burocrazia. Presidente, un’ultima domanda. So che a giorni una rappresentanza C.A.R. incontrerà il Sindaco di Roma. Nell’occasione tratterete l’annosa questione delle autorizzazioni per gli Autodemolitori della Capitale? Lo scopo dell’incontro è proprio questo: superare l’impasse e l’incertezza che grava sulle autorizzazioni a procedere per i professionisti dell’autodemolizione che lavorano nel territorio di Roma. In questo senso vi sono state molte iniziative, promesse, impegni da parte della Regione e da parte del Commissario di Governo nel tentativo di adottare una soluzione e tuttavia ci ha lascito perplessi il fatto che anche l’ultima assegnazione di terreno in favore di alcuni demolitori che avevano cominciato ad organizzarsi in proprio attraverso forme consortili, è stato accantonato dal Commissario stesso. A questo punto, ritenendo che il primo cittadino debba avere più voce in capitolo, abbiamo chiesto un incontro col Sindaco per verificare insieme le varie soluzioni possibili.


Condividi con:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *