LE OPPORTUNITÀ DEL COMPARTO PER RISPONDERE ALLA CRISI
Alla Fiera di Montichiari (BS), protagonisti i soggetti della filiera del recupero e riciclo dei metalli ferrosi e non, per discutere di soluzioni tecnologiche e normative
La crisi dei mercati finanziari che ha colto di sorpresa la finanza globale alcuni mesi or sono, si è ben presto trasferita nell’economia reale, causando ristagni e abbassamento dei prezzi, soprattutto per quanto concerne le materie prime-seconde e tutti i prodotti del riciclo. Inoltre, la congiuntura negativa e la minore disponibilità di liquidi ha indotto i consumatori ad arrestare i consumi, innescando, di fatto, una spirale di recessione economica che per le imprese ha significato il crollo degli ordinativi e l’ulteriore deprezzamento delle scorte. Tutto ciò, per il comparto dei metalli, è andato ad aggiungersi ad una situazione già ampiamente compromessa da alcuni mesi, quando, con il crollo del prezzo dei rottami, si erano innescate dinamiche di crisi del settore e pre- occupazioni da parte dei vari soggetti della filiera.
È in questo scenario, i cui foschi contorni, in parte, sembrano sfumar- si verso toni più rasserenanti, che ha avuto luogo dal 2 al 4 aprile, a Montichiari (BS), la 3° edizione di Metalriciclo – Salone Internazionale delle Tecnologie per il Recupero e il Riciclo dei Metalli ferrosi e non ferrosi, la Qualità dell’ambiente e l’Efficienza energetica. La manifestazione, che si è svolta presso il Centro Fiera del Garda, ha raccolto, nonostante la crisi dilagante in tutti i settori industriali, notevoli consensi e partecipazioni da parte de- gli addetti ai lavori e si è offerta come momento di riflessione e confronto per una reazione del mercato, attesa nel medio periodo. La fiducia di Aziende, Associazioni e Istituzioni ha confermato il valore di Metalriciclo come evento di riferimento per il sistema del recupero e riciclo dei rottami e come vetrina per le best technologies e del know-how del comparto, grazie alla presenza, in loco, delle principali aziende dell’industria del riciclo: Produttori di impianti, Commercianti di metallo, Fornitori di servizi per l’ambiente, Produttori di tecnologie per il recupero ed il riciclo di rottame, Produttori di attrezzature per il recupero degli sfridi da lavorazione metallica. Il tutto in un contesto territoriale che, da sempre, ha nel recupero del rottame metallico e nella sua valorizzazione, la sua vocazione principale e che, nel tempo, ha saputo conquistare ampi spazi di mercato e credibilità, non solo in ambito nazionale. Si consideri che, secondo i dati forniti da Edimet (società organizzatrice dell’evento), sono 19,8 milioni le tonnellate di acciaio da forno elettrico (cioè da rottame) e 670.000 le tonnellate di leghe di alluminio da fonderia provenienti da rottame pro- dotte in Italia nel 2007; 21,5 milioni le tonnellate di rottame ferroso e 1,2 milioni le tonnellate di rottame non ferroso consumate. Numeri impressionanti che danno il “polso” del comparto nazionale del recupero/riciclo e produzione di metallo a partire da rottame e definiscono la direzione di una Paese che è riuscito a fare di “necessità, virtù”, opponendo alla storica mancanza di materie prime, il primato europeo del recupero di scarti e rifiuti metallici da riavviare al ciclo produttivo in un per- corso virtuoso che, se all’inizio non era pensato per la minimizzazione degli impatti ambientali, di fatto è divenuto un alleato notevole nelle dinamiche nazionali volte alla miglior sostenibilità ambientale. E che la qualità dell’ambiente fosse uno dei focus della manifestazione s’è letto nel potenziamento dell’area espositiva dedicata a questo tema, che ha “messo in mostra”: tecnologie; sistemi e attrezzature per il trattamento, la bonifica e la depurazione delle acque; controllo, trasporto ed evacuazione dei gas e dei fumi; analisi, misura e controllo dei processi. Non solo, per meglio approfondire e veicolare informazioni circa novità normative e tecnologiche, istanze della base e delle Pubbliche Amministrazioni e promuovere dibattiti e socializzazioni verso le problematiche comuni e quelle particolari che interessano i vari stakeholders della filiera del recupero e riciclo di rottami, Metalriciclo ha offerto ad espositori e visitatori un ricco programma di Eventi collaterali, Forum tecnici, Tavole rotonde e Convegni. Due di questi, in particolare, per la loro tematica, hanno stimolato la curiosità del Notiziario Autodemolitori e pertanto, onde favorire i Lettori, ne forniamo una sintesi. PROTOCOLLO DI ACCETTAZIONEE GESTIONE ROTTAMI/RIFIUTI La manifesatazione fieristica è stata scelta per la presentazione ufficiale del Protocollo coordinato dall’Asses- sorato all’Ambiente – Ecologia – Attività Estrattive ed Energia della Provincia di Brescia. Evento di apertura della 3° edizione di Metalriciclo, la presentazione del Protocollo di Accettazione e Gestione Rottami/Rifiuti, ha avuto luogo, giovedì 2 aprile, alle ore 11.00 presso la Sala Aida del Centro Fiera del Garda. “La presenza di Istituzioni Locali e Regionali, accanto a quella di importanti soggetti del comparto produttivo del Paese, confrma l’estrema vitalità del settore di riciclo dei metalli pur nella congiuntura della crisi in atto”, ha sottolineato all’apertura dei lavori, Mario Conservo, Amministratore Delegato Edimet, rimarcando l’impegno profuso dall’ente organizzatore nell’offrire non solo un animato spazio espositivo, ma anche, e soprattutto: “un calendario ricco di incontri e spunti di riflessione per quanti operano nel settore”. Il giornalista Roberto Barucco, direttore editoriale Gruppo Comedit, corrispondente de “Il Sole 24 Ore” ha coordinato i lavori della Tavola rotonda ed introducendo il primo intervento ha inteso sottolineare come: “l’importanza del fare sistema anche nella filiera del recupero/riciclo dei metalli sia una prassi da seguire sempre più, e oggi, grazie a questo Protocollo, ne ve- diamo un esempio pratico, grazie alla collaborazione di Istituzioni Pubbliche, Associazioni ed Imprese del settore”. A presentare l’innovativo Protocollo e stato l’Assessore all’Ambiente – Ecologia – Attività Estrattive ed Energia della Provincia di Brescia, Enrico Mattinzoli, il quale ha tenuto a precisare come il documento: “sia una delle tante azioni che l’Amministrazione Pubblica ha messo in campo non tanto per aggirare la normativa di riferimento, ma per accompagnare le imprese nel loro lavoro e semplificarne scelte ed obblighi burocratici”. “Il Protocollo – secondo l’Assessore – nasce dalla considerazione che le imprese non hanno alcun interesse a non applicare le norme di riferimento, ma hanno difficoltà ad interpretare le stesse e, d’altro canto è obbligo delle Istituzioni garantire un meccanismo di filiera e accompagnare le imprese verso la realizzazione dello stesso”. Per questo il documento è stato redatto da un Gruppo di lavoro, coordinato dall’Assessorato provinciale, che ha visto protagonisti tutti gli stakeholders della filiera: Regione Lombardia, Arpa Lombardia, AIB (Associazione Industriale Bresciana), AIR (Associazione Italiana del Recupero Energetico), APINDUSTRIA, ASSO- FOND, ASSOFERMET, ASSOMET, FEDERACCIAI. La considerazione che: “non si deve recuperare il più possibile solo per evitare discariche, bensì per evita- re ingenti costi di smaltimento”, ha stimolato, secondo l’Assessore, il di- battito su nuove strade per l’utilizzo intelligente di scorie industriali, come è avvenuto per il sottofondo stradale del tratto autostradale bresciano della Milano-Venezia in luogo dei consueti inerti da cava. “L’esperienza nel campo del rotta- me è piuttosto consolidata nel nostro territorio – ha dichiarato Roberto Quaresmini di Arpa Lombardia – ed è per questo, e per il fatto che la Provincia è l’organo competente al rilascio delle autorizzazioni in procedura ordina- ria, in procedura semplificata ed al rilascio dell’AIA in materia di rifiuti, ha ritenuto necessario proporre una procedura di approvazione di Proto- collo di accettazione e gestione per i rottami/rifiuti”. Gli obiettivi posti dal Protocollo sono: • l’individuazione delle specifiche tecniche che identificano il rottame/ rifiuto; • il monitoraggio delle attività siderurgiche; • la facilitazione dei processi virtuosi, tuttavia , secondo il responsabile Ar- pa: “gli ostacoli incontrati durante il confronto con gli stakeholders, hanno riguardato sia la difficile applicazione delle determinazioni analitiche proposte dal D. M. 05/021998 che la difficoltà nel preparare un campione rappresentativo da sottoporre ad ana- lisi”. “Discutere insieme significa trovare un punto di incontro che però la- scia ognuno con la propria opinione – è intervenuto Flavio Bregant di FEDERACCIAI – È pur vero che le interpretazioni della norma sono varie e confuse”. “Stabilire che il rottame è un rifiuto significa che i forni siderurgici possono per questo bruciare rifiuti?” – si è poi domandato retoricamente e riprendendo: “le acciaierie non sono interessate a bruciare di tutto, ma solo prodotti di qualità visti gli alti costi di gestione”. Passando ad enunciare le positività in- site nel Protocollo, il rappresentante di FEDERACCIAI ha rimarcato come i punti qualificanti dell’Accordo siano riscontrabili: “nella qualificazione del fornitore a partire dalle informazioni sullo stesso; nei controlli radiometrici sul rottame, onde evitare pericolose contaminazioni; nei controlli effettuati durate la fase di trasporto; infine, nei controlli dei flussi e nella gestione della categorie atipiche”. Tornando sul problema delle scorie, Bregant ha sottolineato come: “utilizzarle sarebbe un grande vantaggio per l’ambiente e riasfaltare il tratto BRE- VE-MI, come già applicato con successo nel Passante di Mestre, permetterebbe di aumentare la resistenza all’usura e risparmiare sui materiali”. A definire i contorni e i numeri del- lo scenario italiano del comparto del riciclo dei metalli è stato Orazio Zoccolan, responsabile Ambiente di ASSOMET, il quale ha dichiarato come: “l’industria del riciclo e della metallurgia da anni è impegnata nello sviluppo sostenibile, implementando strategie volte al risparmio energetico, alla minimizzazione dei costi e alla valorizzazione delle risorse”. “Quello dei metalli non ferrosi – ha proseguito – è un mercato molto in vista in Europa e il know how italiano, da questo punto di vista è d’eccelenza”. “L’obiettivo del comparto – ha sottolineato – è quello di progredire tenendo conto del contesto globale e le sfide da risolvere sono quelle dell’alto costo energetico, del recepimento della materia prima, degli alti costi inerenti le politi- che ambientali e della consapevolezza delle mutate condizioni competitive da parte delle politiche doganali”. “Si tenga presente – ha continuato – che il settore dei metalli non ferrosi occupa, in Italia, circa 42.000 addetti con un fatturato di 23,7 miliardi di euro, ma che pur con questi numeri, la raccolta nazionale non soddisfa la domanda delle imprese, per cui si ricorre continuamente all’importazione”. Nel contesto del miglioramento delle condizioni della filiera, il Protocollo si inserisce positivamente, ha dichiarato il rappresentante ASSOMET, individuando nella definizione delle caratteristiche del rottame; nella quali- fica dei fornitori; nell’implementazione dei controlli visivi e nella maggiore frequenza dei controlli delle emissioni, i punti di eccellenza del documento. “Questo Protocollo è una boccata d’aria fresca – è intervenuto entusiasticamente Roberto Lunardi, Presidente ASSOFERMET – e il ruolo delle Istituzioni è stato esemplare e di primaria importanza perché ha permesso che la normativa di riferimento sia stata tra- dotta in regole chiare ed applicabili”. “Non solo – ha continuato – aver creato un Tavolo con tutti i soggetti della filiera ha permesso un dialogo costruttivo fra le diverse componenti della stessa per la risoluzione di problematiche comuni”. Parole di plauso sono arrivate anche dai rispettivi rappresentanti di APIN- DUSTRIA e AIR.. A chiudere i lavori della mattinata è stato lo stesso Assessore Mattinzoli il quale ha ricordato come, nello specifico delle strategia per l’utilizzo delle scorie: “non c’è niente da inventare e altrove certe tecniche sono già state applicate con successo”. “L’alternativa del materiale riutilizzabile in luogo dell’inerte da cava di prestito è auspicabile, senza per questo intaccare gli interessi di alcuni; basterebbe già un 30% in miscela per dare una risposta positiva all’ambiente”. “Noi – ha concluso – certificheremo il materiale per garantire l’innocuità del prodotto e a dimostrazione della bon- tà di questa pratica, basti dire che, a Brescia, Legambiente è d’accordo con questa politica”. ESPERIENZE SUL RECUPERO DI ME- TALLO DA AUTO A FINE VITA. All’interessante Convegno le principali Associazioni degli Autodemolitori erano presenti solo in Sala. Ogni anno, in Europa, vengono rottamati circa 15 milioni di veicoli (solo in Italia, nel 2007, la cifra ha registrato un picco superiore a 1.500.000 unità). In questo contesto, da sempre, opera una filiera composta da vari soggetti che, con le relative specifiche (Autodemolitori, Rottamatori, Frantumatori,) tratta tutti questi veicoli ricavandone materiali da avviare al mercato del riciclo e del riutilizzo. Stante la volontà di ottimizzazione del ciclo e, conseguentemente, di riduzione della quantità di rifiuti speciali e pericolosi, riduzione dei consumi energetici derivanti dai processi industriali per la trasformazione della materia prima e, quindi, operare strategica- mente a livello di imprese e gruppi di imprese per determinare effetti positivi sull’ambiente, l’UE già nel 2000 si è dotata di una norma, la Direttiva Europea 2000/53/CE che si prefigge di disciplinare ed aumentare l’efficienza ambientale della gestione dei veicoli fuori uso, imponendo tutta una serie di vincoli: • bando dei metalli pesanti, • marchiatura, • target di riciclaggio e recupero energetico, • tempi di raggiungimento degli obiettivi, • responsabilità economica, • impegni verso i cittadini proprietari del mezzo giunto alla fine del suo utilizzo. I punti nodali della Direttiva, in seguito, sono divenuti precisi impegni nazionali con il D. Lgs. 209/2003 e successive modificazioni che, tra l’altro ha fissato le seguenti scadenze: • dal 1° gennaio 2007 è in vigore il ritiro dell’autoveicolo a fine vita a costo zero per il cliente finale; • dal 1 gennaio 2006 è entrato in vigore il vincolo omologativo sulla recuperabilità del veicolo al 85% in peso, di cui 10% max di recupero energetico; • dal 1° gennaio 2015 il recupero del veicolo a fine vita al 95% in peso; reimpiego/riciclaggio all’85% in peso. Orbene, l’Italia, per la sua storica e continua carenza di materie prime, so-prattutto metalli, da sempre vanta una capacità di riciclo dei materiali, oltre ad una presenza puntuale di piccole e medie aziende artigiane, vocate al trattamento, demolizione/recupero dei veicoli a fine vita. Peccato che questo stesso patrimonio mostri notevoli difficoltà di parecchi operatori, ad affrontare le fasi procedurali e documentali tipiche delle stratificate e spesso poco interpretabili legislazioni ambientali. Difficoltà che si sommano alla concorrenza interna da parte degli altri soggetti della filiera e di quella estera, da parte di chi gode di legislazioni e procedure burocratiche meno sofisticate. Tuttavia, la normativa comunitaria vale per tutti e il nostro Paese non puo permettersi di rimanere tagliato fuori dalle regole né di rimanere ai margini di un mercato che, già adesso, soffre di pericolose fluttuazioni. Pertanto, onde assicurare il raggiungimento degli obiettivi europei, obiettivi dalla forte e riconosciuta valenza ambiente e, nello stesso tempo, assicurare a tutti una capacità di business tale da fare della filiera ELV un segmento positivo per l’intera economia nazionale, lo scorso 8 maggio, è stato siglato, a Roma, dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Terri- torio e del Mare e dal Ministero dello Sviluppo Economico, un Accordo di Programma Quadro sulla gestione dei veicoli fuori uso, documento che porta le firme di tutte le associazioni che rappresentano la filiera industriale del trattamento dei veicoli a fine vita (ANFIA e UNRAE per i Costruttori di autoveicoli – FEDERAICPA per i Con- cessionari di autoveicoli – FISE-UNIRE, CAR-CNA e ADA per le Aziende di demolizione – ASSOFERMET per demolizione, frantumazione e recupero/ commercio di rottame – AIRA per i Frantumatori di rottame metallico). L’Accordo italiano rappresenta il primo e più avanzato esempio in Europa in cui tutti gli attori coinvolti in una filiera industriale, dalla più grande industria automobilistica nazionale alla più pic- cola impresa familiare di demolizione, lavorano per trasformare un enorme quantitativo di rifiuti in una miniera di materie da riutilizzare. In questo quadro, la criticità principale è rappresentata dalle 300.000 tonnellate di fluff da demolizione (car fluff) prodotte annualmente e attualmente da smaltire in discarica, (considerando le forti limitazioni presenti nella Direttiva discariche al conferimento di questo rifiuto) e in assenza di reali alternative sul territorio. Si consideri che il car fluff è il rifiuto derivante dal ciclo (dalla bonifica alla frantumazione) della carcassa del veicolo dismesso, circa il 30% del peso del veicolo stesso ed è costituito da una miscela di materiali (plastica, gomma, vetro, fibre tessili, vernici, oli e lubrificanti, carta e cartone) che ne fan- no rifiuto pericoloso, ma ugualmente appetibile per la valorizzazione energetica, dato il suo alto potere calorifero. Quindi, per centrare gli obiettivi imposti dall’Europa è necessario migliorare la progettazione dei nuovi veicoli tenendo in considerazione il fine vita, ma anche utilizzare materiali e componenti del veicolo che ne incrementino la riciclabilità e recuperabilità durante le fasi di trattamento dei veicoli fuori uso, privilegiando l’impiego di materia- li riciclati provenienti da beni fuori uso. Infine, favorire il reimpiego di materiali e componenti, con l’obiettivo qualità nell’attività di demolizione e di riciclo dei materiali. È questo lo scenario da cui ha preso l’avvio, venerdì 3 aprile, il Convegno: ” ELV – Esperienze sul recupero di metallo delle auto a fine vita”, evento che ha visto la maggior partecipazione dei visitatori della Fiera Metalriciclo. “Non stupisce la forte presenza di pubblico – ha rimarcato Dario De Andrea, coordinatore editoriale Sistema Ambiente & Sicurezza de “Il Sole 24 Ore” – a dimostrazione del forte interesse nei confronti del tema trattato”. A cura dell’Ing. Salvatore Di Carlo Direttore Engineering & Design, ELV & Cra Recycling – Fiat Group Automobiles Spa è stata presentata una relazione circa risultati e prospettive della collaborazione fra Autorità pubbliche ed il comparto industriale del trattamento dei veicoli a fine vita, secondo il punto di vista del principale costruttore nazionale. Secondo il rappresentante Fiat, il raggiungimento del target-obiettivo della filiera (reimpiego/riciclaggio ELV all’85% in peso all’1/1/2015), è compromesso dalla complessità e sofisticazione della normativa autorizzativa e di trattamento e trasporto dei veicoli in demolizione, dalle diverse interpretazioni legislative-autorizzative differenti a livello regionale/locale, dalla concorrenza sleale da parte di operatori che lavorano ai margini o fuori dai vincoli legislativi, dalle difficoltà nel trattamento, trasporto e smaltimento fluff (gestione discariche, attuale assenza di alternative sul territorio), infine, dall’assenza metodologica di calcolo dei target uniforme per tutti i Paesi europei che comporta che le stesse vetture, in impianti di trattamento simili, portano a risultati molto diversi. Tuttavia, secondo l’Ing. Di Carlo, l’esperienza del Tavolo di concertazione fra stakeholders della filiera ELV ha portato notevoli risultati, soprattutto nei rapporti interlocutori fra le Asso- ciazioni che rappresentano le circa 3.500 aziende coinvolte nel settore e le Istituzioni, senza contare la novità espressa dalla legge che fissa la quota di idrocarburi presenti nel car fluff. Altre azioni mirate al raggiungimento degli obiettivi dell’Accordo, in ossequio agli impegni contenuti nella normativa italiana di recepimento delle istanze europee, sono quelle relative all’implementazione e sviluppo degli Acquisti Verdi, agli incontri fra Riciclatori e Aziende che acquistano materiali; all’Accordo con le Istituzioni per il riciclaggio dei pneumatici; al recupero energetico del car fluff. A portare il contributo dei Costruttori esteri, è stato Michele Simonetti, delegato UNRAE – Responsabile del Programma ELV di Ford Italia, il quale ha presentato i risultati del Trial Ford e ha presentato il Network costituito dalle Case automobilistiche estere per il trattamento ELV. Anche il rappresentante UNRAE ha focalizzato diverse anomalie circa il recepimento in Italia della Direttiva UE, indicandone le cause nelle stesse dinamiche emerse dalla relazione del collega Fiat. Sulle proposte UNRAE per il raggiungimento dell’obiettivo-target, Simonetti ha presentato nuove progetti di tecnologia post-shredding e ha sollecitato le istituzioni verso l’apertura di nuovi mercati di sbocco per i materiali riciclati. Giorgio Manunta, Direttore AIRA, ha portato la voce dei frantumatori esprimendo soddisfazione per i chiarimenti intervenuti a livello normativo sulla quantità ammissibile di idrocarburi nel fluff di frantumazione. “Non siamo soddisfatti, tuttavia – ha dichiarato – per quanto concerne la proroga sulla normativa delle discariche e per quanto concerne il potere calorifico del fluff”. “Se non si trovano soluzioni alternative – ha continuato – il fluff va messo in discarica, tenendo conto del parametro di costo, lo smaltimento in discarica deve essere fruibile a prezzi concorrenziali”. A cura di Alberto Garbarini, Direttore Produzione CRS, c’è stata una disamina di un progetto triennale per la valorizzazione energetica del car fluff, pur a partire dall’amara considerazione che: “persiste una mancanza di uniformità sulla classificazione del fluff da parte delle Regioni italiane, anche se con Legge n. 39 02/09, questo ostacolo potrebbe essere superato”. “Attualmente – ha proseguito – il potere calorifico del fluff è superiore a quanto previsto dalla norma sullo smaltimento dello stesso… il fluff è un ottimo combustibile che si presta egregiamente alla termovalorizzazione , considerato anche che lo smaltimento del fluff ha raggiunto costi considerevoli. D’altro canto, costruire appositi impianti di termovalorizzazione imporrebbe l’accesso ad incentivi ad hoc per poi poter vendere l’energia ottenuta a prezzi vantaggiosi”. Proseguendo nella sua disamina del- la questione, Garbarini ha presentato un progetto triennale volto all’implementazione di una tecnologia per la gassificazione del car fluff, un progetto che prevede l’ottimizzazione del pre- trattamento al fine di ottenere ulteriori materiali riciclabili ed un mix di inerti da avviare alla gassificazione e la costruzione di appositi impianti in grado di garantire le migliori performances economiche ed ambientali e che possano affrancare i frantumatori dai costi di smaltimento in discarica . A materia di gestione dei veicoli fuori uso è stato Luca Carbonoli, Vicedirettore ASSOFERMET. “Lo smaltimento del fluff deve rimanere una opportunità – ha dichiarato smorzando gli entusiasmi – la termo- valorizzazione è un’opzione su cui pesano dubbi circa tempi, quantità e costi”. Rimarcando come ASSOFERMET debba tener conto, nel suo agire, delle problematiche di una larga parte della filiera ELV, Carbonoli ha sottolineato diverse negatività che attualmente affliggono i professionisti dell’autodemolizione: crollo del prezzo del rottame; difficoltà nel garantire l’economicità del costo zero, soprattutto in tempi di crisi e, in special modo per quanto riguarda le componenti non metalliche; differenze di trattamento ed opportunità di recepimento dei veicoli tra autodemolitori contrattualizzati in Network con Case automobilistiche e non; trasporto gratuito del mezzo; mancato rimborso della radiazione dal PRA; il fatto che troppi Concessionari facciano pagare all’utente le spese di rottamazione; dinamiche di esportazione illegale di veicoli radiati per rottamazione; esportazione di veicoli non bonificati, presenza di operatori che lavorano ai margini della filiera… “Anche in momenti sfavorevoli si deve garantire lo smaltimento efficace ed efficiente”, ma a fronte dei costi che il demolitore deve sostenere si richiede, almeno, lo sbocco di mercato per la più ampia tipologia di materiali da riciclare. In chiusura dei lavori, dalla platea, ci sono stati gli accorati interventi dei rappresentati delle Associazioni che raggruppano gli Autodemolitori italiani, CAR (Confederazione Autodemolitori Riuniti) e ADA (Associazione Demolitori Autoveicoli), per bocca dei rispettivi rappresentanti: Roberto Capocasa, Vicepresidente CAR e Anna Perini, Presidente ADA, i quali, pur da diversi punti di vista, hanno sottolineato la mancanza delle rispettive Associazioni in un importante momento di confronto per tutta la filiera del fine vita dei veicoli.