MOBILITÀ: L’ITALIA CONFERMA RECORD NEGATIVO
Allarme; dopo il rapporto ISPRA quello di Euromobility
Strategie e tecniche per la gestione della domanda di mobilità sostenibile. In due parole mobility management. Novità esclusiva nell’approccio alla gestione della mobilità per il suo carattere integrato, comportando contemporaneamente l’ambito dei comportamenti individuali e gli aspetti tecnici e logistici. Fattori legati ai servizi e alla tecnologia stretta- mente congiunti al fattore antropico. Questi gli argomenti del Convegno Nazionale “Protagonisti e strumenti per le politiche della mobilità urbana sostenibile”, organizzato lo scorso 25 settembre a Roma dalla Federmobilità, CN MUS, Euromobility. Che il problema della sostenibilità sia un punto cruciale all’interno della questione della mobilità urbana sembra ormai un dato talmente tanto evidente e inconfutabile da risultare quasi ridondante.
Prova ne sono i rapporti dell’APAT (ndr: attualmente ISPRA, a seguito dell’istituzione con L. n. 133/2008 di conversione con modificazioni del D. L. n. 112, 25 giugno 2008), sulla Qualità dell’Ambiente Urbano dove emerge l’infelice medaglia d’argento per l’Italia seconda solo agli Stati Uniti in termini di numero di veicoli (autovetture e motocicli) pro-capite e l’ancor più in- felice medaglia d’oro in Europa. Evidenti le ripercussioni in termini di consumo energetico e di emissioni di gas climalteranti e, conseguentemente di qualità dell’aria. Dal 1990 al 2005 le emissioni di gas serra sono complessivamente aumentate di 62,70 milioni di tonnellate di anidride carbonica equivalente (Mt CO2eq.), pari al 12,1%, superando di 96 milioni di tonnellate circa i limiti di Kyoto. Nel 2006 però il trend subisce una lieve inversione pari all’1,5%. Conferme arrivano anche dal rapporto di Euromobility, stilato in base all’indagine svolta su 50 città principali del nostro Paese. Le conferme arrivano dal rapporto di Euromobility, in cui emerge l’elevato tasso di motorizzazione (62 veicoli ogni 100 abitanti, il più alto in Europa) vetustà del parco circolante, scarsa diffusione di carburanti a basso impatto, mezzi GPL e metano, ripercussioni serie sulla qualità dell’aria. Stupisce, quindi, che, nonostante le reiterate denunce e nonostante la problematica delle mobilità sia all’ordine del giorno dell’agenda politica, non costituisca il risultato di un’elaborazione sinergica e coordinata fra i diversi livelli istituzionali, ma di intermittenti e discontinui segnali di consapevolezza da parte delle istituzioni stesse. Certo, qualcosa in questa direzione è stata compiuta: dal 2003 al 2005, prevalentemente nel Nord, si sono avvicendati provvedimenti in termini di mobilità sostenibile (16%), di adozione di mezzi di trasporto a basso impatto ambientale privato (15%) e pubblico (14%) e limitazione del traffico (14%). Ma tutto questo nella percezione dei cittadini non costituisce un sistema organico e coerente. Ma procediamo con ordine. Misure tipiche del mobility management quali il car pooling, il car sarin, i taxi collettivi, servizi dedicati, promozione della bicicletta e della pedonalità ricoprono un ruolo fondamentale per invertire la tendenza del continuo aumento delle percorrenze e per il contributo che possono fornire per il contenimento dell’inquinamento atmosferico Con differenti modalità organizzative oltre 50 amministrazioni hanno provveduto a introdurre la figura del mobility manager e a creare strutture dedicate al mobility management, mentre a livello aziendale si contano circa 700 mobility manager. È chiaro che quando si parla di mobilità non si può non tener conto di alcuni fattori determinanti: gli strumenti di pianificazione, le forme innovative di trasporto, gli incentivi per l’utilizzo di carburanti a basso impatto, l’utilizzo del trasporto collettivo e della bicicletta. Il mobility manager non opera soltanto attraverso l’adeguamento dei servizi di mobilità alternativi, ma anche stimolando nell’individuo la cultura della sostenibilità e stimolando gli utenti a opeare scete consapevoli, responsabili e rivolte al benessere collettivo e ambientale.