AUTO: NUOVE IMMATRICOLAZIONI PARI ALLE ROTTAMAZIONI

Considerazioni a margine dell’intervista rilasciata a “la Repubblica” dal Presidente ACI

È destinata a far discutere l’intervista che il Presidente  nazionale dell’ACI, avv. Enrico Gelpi, ha rilasciato a “la Repubblica” e pubblicata il 22 marzo 2008. Il titolo dell’articolo “Troppe auto, numero chiuso in Italia”, seppur sensazionalistico, lasciava chiaramente intendere la discontinuità, rispetto al passato, con cui il neo-Presidente (è stato eletto dall’Assemblea dei Soci il 5 dicembre 2007) vuole assolvere al mandato conferitogli, denunciando la necessità che venga attuata una politica di riequilibrio del parco automobilistico di cui l’Italia detiene il primato in Europa per numero di auto circolanti a persona. Gelpi ha proposto che il numero di auto nuove immesse sulla strada sia identico a quello avviato alla rottamazione e all’esportazione. Non si tratta, quindi, di bloccare la produzione di autoveicoli, quanto di prendere atto che la crescita di 400-500 mila auto all’anno non è più tollerabile, anche tenendo conto che la rete stradale italiana non può sopportare circa 40 milioni di auto, senza subire le conseguenze di un traffico caotico e di un peggioramento della qualità dell’aria.

A questo proposito, il Presidente ACI ha tenuto a precisare che “oggi tutti i mali dell’inquinamento vengono addossati all’auto. Ma è un modo sbagliato di affrontare la questione. E non solo perché l’auto contribuisce all’aumento solo per il 12% del totale: il vero problema è la congestione del traffico delle nostre strade e la politica complessiva dei trasporti”. Secondo Gelpi, bisognerebbe rafforzare le metropolitane e i servizi pubblici, incentivando il car-sharing. A nostro avviso, tali misure per essere implementate avranno bisogno di tempi lunghi (eccetto il car-sharing), perché le nostre città hanno subito la delocalizzazione delle attività industriali e artigianali, e al contempo c’è stato un vero e proprio debordare verso la campagna (sprawl) degli insediamenti abitativi e residenziali che ha determinato un doppio pendolarismo: di chi abita in città, ma deve recarsi a lavorare nelle fabbriche; di chi abita in periferia o nei quartieri suburbani, ma svolge la sua attività professionale nei servizi e nei commerci, in città. Stiamo pagando scelte urbanistiche del passato che per essere sostenibili avrebbero presupposto un efficiente sistema di trasporti su rotaia, come avviene nelle città francesi. Tuttavia la lezione non sembra esser servita, a giudicare dai numerosi complessi e centri commerciali che spuntano un po’ ovunque nelle campagne del “Bel Paese”e che determinano forti ripercussioni negative su traffico e mobilità, oltre ad assorbire ingenti risorse finanziarie per la costruzione delle necessarie infrastrutture viarie. A tal resta proposito, il Presidente ACI ha dimostrato di avere idee chiare, indicando la necessità che siano intrapresi studi di impatto di mobilità “proprio come avviene per il calcolo dell’impatto ambientale, perché ogni nuovo insediamento residenziale o commerciale dovrebbe essere considerato anche per gli impatti che avrà in futuro sulla mobilità”. “È sotto gli occhi di tutti – ha proseguito Gelpi – il disastro che hanno creato nuovi quartieri o i giganteschi centri commerciali sulla viabilità in quelle zone”. La valutazione del Presidente ACI è del tutto condivisibile, bisognerebbe, però, che ne fossero convinti gli Amministratori Locali che, viceversa, sembrano essere più interessati a “raccogliere” oggi gli oneri di urbanizzazione che possono essere utilizzati per le spese correnti (opportunità malaugurata concessa dalle Leggi Finanziarie degli ultimi dieci anni), lasciando in futuro agli incolpevoli Amministratori che succederanno a loro di trovare le soluzioni tecniche e le risorse economiche per rimediarvi.
Nell’intervista viene affrontato anche il tema della rottamazione che sembra aver esaurito la sua spinta verso un parco auto meno inquinante. Per Gelpi le auto da rottamare dovrebbero essere di numero eguale a quello delle nuove immatricolazioni. Per raggiungere tale obiettivo “si potrebbe passare attraverso la politica di dare un forte valore economico al rottame, in modo tale che chi abbia intenzione di disfarsene abbia un forte vantaggio. Già adesso, tanto per capirci, l’incentivo alla rottamazione copre una parte minima del prezzo della vettura ed è difficile per molti acquistare una vettura nuova”.
Un altro argomento sul quale il Presidente ACI ha mostrato propositi innovativi è la sicurezza dei pedoni. Le cifre indicano che nel 2005 ci sono stati ben 672 decessi per attraversamenti pedonali e, purtroppo, le notizie in merito che sono state diffuse in questi mesi danno l’impressione che il fenomeno sia in continua crescita. “Nessuno tutela i pedoni -ha osservato Gelpi – Per questo proponiamo di modificare l’attraversamento pedonale, dando, anche da noi come in molti paesi europei, la precedenza a chi si accinge ad attraversare sulle strisce. Inoltre, proponiamo di rivoluzionare gli attraversamenti stessi con sistemi che impediscano di parcheggiare le auto in prossimità delle strisce pedonali e altri che le rendano visibili”. “Ma il punto centrale – ha concluso il Presidente ACI – è trasformare le strisce in un vero e proprio segnale di stop. Oggi le zebre sono una terra di nessuno: chi ci passa sopra per primo vince. E il pedone è sempre l’anello debole del sistema, un sistema reso sempre più pericoloso dall’aumento del traffico”. A seguito di queste considerazioni, non desta meraviglia che Enrico Gelpi sia stato invitato, la settimana successiva all’intervista, ad intervenire a due trasmissioni: una di la Repubblica Radio-TV, assieme al Presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza; l’altra su Caterpillar, la popolare trasmissione di RAI2, dove ha ribadito, seppur in modo meno formale, l’assunto dell’intervista che abbiamo analizzato.

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