È NATA LA CONFEDERAZIONE AUTODEMOLITORI RIUNITI (C.A.R.)

Il Presidente, Alfonso Gifuni, illustra le caratteristiche del nuovo sindacato; le finalità e gli obiettivi. di Alberto Piastrellini.

Lo scorso 15 Ottobre, a Roma, è stata costituita la nuova Confederazione Autodemolitori Riuniti (C.A.R.), che riunisce tutti gli “imprenditori che operano nel settore del trattamento, recupero, riciclo e smaltimento di veicoli a motore, rimorchi e simili o affini, ovvero in settori ad esso complementari”, come indicato espressamente nello Statuto. Il nuovo organismo intende proporsi agli operatori del settore come interlocutore libero, in grado di intraprendere tutte le azioni necessarie per il corretto funzionamento della filiera del fine-vita auto, così come indicato nella normativa di riferimento, attraverso una reale concertazione tra gli stakeholders: Produttori, Concessionari, Demolitori, Commercianti di Rottami, Imprese siderurgiche e metallurgiche ed Istituzioni. Per saperne di più abbiamo intervistato il Presidente C.A.R., Alfonso Gifuni. Presidente, per quale ragione è stata costituita la Confederazione Autodemolitori Riuniti? C.A.R. nasce dalla necessità da parte dei demolitori di recuperare una rappresentanza sindacale forte e molto specifica che, in un momento così delicato della situazione normativa nazionale e comunitaria, relativamente al fine- vita del veicolo, rappresenti un punto di riferimento indispensabile per gli operatori del settore.

In questa fase, occorre fare in modo che diventino definitive le autorizzazioni delle varie aziende di autodemolizione in Italia; questo perché ciò metterà le imprese nella condizione di operare nella certezza di esistere e, conseguentemente, di approntare i giusti investimenti per omologare i propri impianti agli standard previsti. Giustamente, il sistema dell’autodemolizione si è evoluto, con prescrizioni molto forti dal punto di vista normativo che determinano interventi economici molti significativi, per adeguamenti impiantistici ed infrastrutturali; tuttavia, per potersi adeguare e conformare, l’imprenditore deve essere messo nella condizione di avere la certezza di esistere. Questa è una delle necessità principali del settore. Poi c’è la questione impellente e non più procrastinabile della definizione degli sbocchi dei prodotti di recupero che risultano dalla demolizione dei veicoli. Alcuni accadimenti degli ultimi giorni sono la dimostrazione evidente di quanto sia necessario che vengano indicati al più presto e senza alcuna ambiguità le destinazioni finali e i luoghi ove conferire tutti quei rifiuti che siamo obbligati a recuperare dai veicoli, tenendo presente che il D. Lgs. n° 209 ha previsto dal 1° gennaio 2007 (così come indicato nella Direttiva Comunitaria di riferimento), che la percentuale di veicolo recuperata passi dal 70% all’85%. Si tratta, quindi, di recuperare un ulteriore 15% di materiali, togliendoli dall’oblio delle discariche ed avviandoli al riciclo. Tutto ciò comporta la necessità di trovare degli sbocchi di mercato per questi materiali, sia per quanto concerne le normative di riferimento, sia per quanto riguarda l’economicità delle operazioni. Ecco allora che un sindacato ben organizzato deve essere capace – e noi ci siamo candidati ad esserlo – di trovare le soluzioni politiche a questi problemi, per ottimizzare gli interventi già in atto, promuoverne di ulteriori, gestire meglio i flussi di prodotti per offrire un servizio migliore alla comunità e, nel contempo, abbassare il più possibile la spesa in capo al demolitore. Un discorso a parte merita la questione economica legata alla gestione del fine-vita del veicolo. La Direttiva Europea 2053/2000, parzialmente recepita nel 2003 dal D. Lgs 209, di seguito modificato dal D. Lgs 149/2006, indica nel produttore il soggetto responsabile della gestione economica del fine-vita dell’auto, pertanto è con i Produttori che bisogna relazionarsi per giungere all’elaborazione di un progetto che permetta, da un lato di ridurre gli oneri a carico dei produttori, dall’altro di consentire ai demolitori di continuare la propria attività. Questi sono i punti nodali di cui C.A.R. dovrà occuparsi da subito. Ovviamente non siamo “nuovi” nella storia sindacale di questo settore specifico, però questa nuova configurazione si è resa necessaria per portare una ventata di libertà nelle azioni operative del sindacato stesso. In questo senso, il nostro è un sindacato interamente libero. Ci stiamo confederando con la Confederazione Nazionale Artigiani delle piccole e medie imprese (CNA), che riteniamo, oggi, sia la confederazione sindacale nazionale più vicina alle nostre aziende e più libera da quelle presenze con le quali dobbiamo relazionarci.. Sarò più chiaro: sia in Confindustria che in Confcommercio, sono fortemente presenti gli interlocutori con i quali dobbiamo, dialetticamente, contrapporci, cioè i Produttori degli autoveicoli.. Noi vogliamo avere un ottimo rapporto con loro, ma avere anche la possibilità di poter rivendicare tutte le istanze che sono proprie degli autodemolitori. Noi pensiamo che solo un sindacato libero possa raggiungere questi obiettivi, come solo una confederaione altrettanto svincolata da questo tipo di rapporti, possa aiutarci a realizzare le finalità che ci siamo proposti. Quali saranno le prime mosse della nuova Confederazione, a garanzia di una maggior visibilità? Al di là di una comunicazione diretta e capillare indirizzata a tutti i soggetti che costituiscono la variegata filiera del fine-vita dei veicoli, sia per assolvere alla finalità di una informazione, sia per raggiungere il più possibile quegli autodemolitori a cui chiediamo di aderire al sindacato, abbiamo pensato ad un primo momento istituzionale in occasione della Fiera ECOMONDO di Rimini. Pertanto, sabato 10 novembre, alle ore 10:00, presso la Sala Eventi della Fiera di Rimini, avrà luogo un Convegno dal titolo: “Ottimizzazione del fine-vita del veicolo”, durante il quale, non solo sarà presentata ufficialmente la Confederazione Autodemolitori Riuniti, ma saranno messe sul tavolo tutte le questioni impellenti della nostra categoria. In questo senso e per meglio raggiungere gli obiettivi che ho indicato poc’anzi, ci stiamo già attivando per invitare i Produttori, il Legislatore – al quale rinnoveremo la massima disponibilità della nostra categoria ad adeguarsi a quanto previsto dalla normativa – e i rappresentanti degli Organi di controllo, ai quali chiederemo indicazioni precise circa l’esatta configurazione dei nostri impianti. Proprio su quest’ultimo punto, mi preme ricordare che mi sono già confrontato con le Province italiane nel merito di come quest’ultime intendessero applicare il D. Lgs n° 209, chiedendo, addirittura, agli uffici preposti di indicare le caratteristiche di un impianto-tipo. Ebbene solo il 20% degli interpellati ha risposto e, di questi, pochi hanno dato indicazioni precise. Questo la dice lunga su quale sia il bisogno di conformare l’interpretazione precisa della norma e la conseguente attività di controllo. Per tornare alle prime iniziative che ci vedono protagonisti, come neo-sindacato, dichiaro subito che abbiamo gia firmato un Protocollo di intesa con il Consorzio PolieCo proprio nell’ottica di ottimizzare il percorso dei prodotti che derivano dalla demolizione e bonifica dei veicoli, per avviarli al riciclo e al riutilizzo. Questo Protocollo con PolieCo va proprio nella direzione di favorire le dinamiche virtuose già operanti nel territorio nazionale, infatti il Consorzio è il soggetto che opera dal 1998 nel riciclaggio dei rifiuti di beni in polietilene e, d’altro canto, noi abbiamo la necessità di trovare sbocchi di mercato per le frazioni plastiche dei veicoli demoliti, soprattutto serbatoi e paraurti, così come ci impongono le norme volte alla tutele dell’ambiente e della riduzione dei rifiuti.


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