Invemet: catalizzatori automobilistici esausti, verso la maturità del mercato
Esattamente un anno fa, su questa stessa rivista, compariva un editoriale su Invemet, società italo americana specializzata nel riciclo di catalizzatori automobilistici esausti. Nell’articolo, oltre che a fare il punto della situazione, la Direzione e il management offrivano alcune anticipazioni circa i progetti di crescita dell’azienda. Trascorsi dodici mesi, ci è parso giusto andare a dare un’occhiata per vedere e capire quali sono stati gli effettivi passi in avanti e cos’è la Invemet oggi. L’attuale sede aziendale sorge nel cuore della nuova zona industriale di Cirié, a pochi km dall’aeroporto internazionale “Sandro Pertini” di Torino: si tratta di un edificio di ultima costruzione per un totale di 1.800 m2 di magazzino e 500 di uffici.
L’area della produzione è stata ripartita in due zone distinte: nella prima vengono stoccati i nuovi carichi di materiale, pronti a essere lavorati, e i big bag contenenti la ceramica ottenuta dal processo di apertura, che saranno in seguito caricati su container. Nella seconda sono state collocate sei cesoie a coccodrillo con relativi impianti di aspirazione delle polveri, nonché un piccolo macchinario ad hoc per lavorazioni speciali. È cresciuto in maniera esponenziale il volume del materiale raccolto e recuperato (70.000 unità al mese contro le 35.000 dello scorso anno), ma sono cresciuti anche i Paesi fornitori e i collaboratori dell’azienda torinese-houstoniana. “Attualmente siamo presenti direttamente o tramite raccoglitori di fiducia in ben venti Paesi.” spiega il Presidente Riccardo Campanile con visibile soddisfazione “Abbiamo iniziato a lavorare con realtà competitive come il Medio Oriente e abbiamo stretto collaborazioni con alcune aziende dell’Europa settentrionale, che stanno dando buoni risultati. Il nostro organico è cresciuto di conseguenza, e possiamo attualmente contare su trenta collaboratori, che dall’ufficio o presso le autodemolizioni e gli altri operatori del recupero contribuiscono alla crescita dei nostri volumi di affari.” Ma al di là degli obiettivi prefissati e raggiunti in termini di materiale recuperato, un’ulteriore e importante novità è rappresentata dal campionatore industriale (sampler) che l’azienda sta progettando e che sarà presumibilmente installato entro i prossimi sei mesi. Afferma Giampiero Campanile, socio e responsabile della progettazione: “Il sampler farà davvero la differenza in termini di competitività e rappresenta inoltre un passo importante da un punto di vista strategico. Ci permetterà infatti di campionare, in tempi brevi, il materiale lavorato, accorciando la durata media dei contratti sulla resa dei metalli e rendendoci più competitivi verso i fornitori che hanno optato per questo genere di soluzione.” “Nulla cambia” aggiunge Giampiero Campanile “per gli operatori il cui prezzo concordato è di tipo unitario (ovvero per tipologia di catalizzatore), ma anche in questi casi saremo più celeri e quindi sapremo con un certo anticipo rispetto alla tempistica attuale qual è il valore di determinate partite, cosa che ci permetterà di rispondere meglio alle sollecitazioni del mercato.” Di pari passo si sta sviluppando anche il piccolo ma efficiente laboratorio, dove è funzionante un mulino per la macinatura dei campioni ceramici e dove già da alcuni mesi vengono campionati singoli modelli di catalizzatore. A partire da ottobre 2007, infine, sarà disponibile e funzionante una sofisticata apparecchiatura a raggi X di ultima generazione, che verrà utilizzata per l’analisi della ceramica campionata e omogeneizzata di singoli catalizzatori. Ma i cambiamenti non coinvolgono solo la sede di Cirié e lo sguardo spazia altrove, come ci spiega Donato Prosdocimo, responsabile commerciale per l’Europa Occidentale. “Sicura- mente un nostro irrinunciabile obiettivo rimane quello di una presenza forte nei luoghi strategici del recupero nazionale ed internazionale. Per questo motivo nel marzo scorso abbiamo inaugurato la nostra sede belga, Techemet Belgium, a Bruxelles. Si tratta di una realtà ancora piccola ma già autonoma e competitiva, al 100% di nostra proprietà, che cura il complesso mercato belga ma anche in parte quelli limitrofi dei Paesi Bassi e della Francia settentrionale”. “Del resto”, aggiunge, “la nostra azienda non è nuova a questo tipo di esperienze: solo tre anni fa nasceva infatti la Montevia Limitada, azienda italo argentina a capitale misto, della quale deteniamo la quota di maggioranza, e all’inizio di quest’anno abbiamo acquistato un magazzino in Veneto, dove vengono stoccati, movimentati e spediti alla sede di Cirié i catalizzatori raccolti dai nostri responsabili regionali del Nord Est”. Per la Invemet quindi molte opportunità, ma altrettante sfide: la più importante di tutte è rappresentata dalla necessità di un continuo adeguamento alle nuove norme ambientali che regolamentano la gestione dei rifiuti – ad esempio il Reg. 1013/2006 sulla movimentazione transfrontaliera. Sicuramente il mercato europeo allargato richiede un’attenta analisi dei mutamenti in corso e un costante aggiornamento per poter fare fronte in maniera adeguata e corretta alle richieste di un settore, come quello del riciclo, che si va dotando di re- gole e di metri di valutazione sempre più stringenti. In questo senso Invemet è fiera di offrire ai propri fornitori un’interfaccia sempre puntuale e attenta per ciò che riguarda le evoluzioni legislative in tema di recupero e riciclo di catalizzatori automobilistici esausti. Un altro sforzo della Invemet sarà quello di consolidare le posizioni raggiunte e, in perfetta sintonia con i soci statunitensi, di mettere in atto tutti gli strumenti necessari ad affrontare la quasi maturità raggiunta dal settore del recupero dei metalli preziosi da catalizzatori per autoveicoli.