QUANDO LA SICUREZZA SUL LAVOROGARANTISCE LA SALUTE
Il Consiglio dei Ministri ha approvato la legge delega che dà mandato al Governo per emanare il Testo Unico in materia di tutela della salute e della sicurezza sul lavoro
Quello della tutela della sicurezza e della salute nel luogo di lavoro è un tema imprescindibile, oggetto di analisi da parte di diverse discipline giuridiche sempre più stratificate e che, col recepimento di ulteriori Direttive comunitarie in materia, non poteva rimanere relegato e garantito dal vecchio D. Lgs. 626 del 19 settembre 1994. Tanto più che, alla disanima delle statistiche, appare incontrovertibile il dato drammatico delle “morti bianche” che tutt’ora continuano a funestare gli ambienti lavorativi, e palesano situazioni di non applicazione financo delle più elementari norme volte alla tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori. Nel 2006 – dati desunti da una nota del Ministero della Salute – si sono verificati 1 milione di incidenti, 1250 dei quali mortali. Se si guarda ai dati dei primi due mesi del 2007, le cose non sembrano andar meglio: 132.972 lavoratori infortunati e 144 deceduti.
In un complesso contesto nazionale che ha già visto il precedente Governo, tentare, senza riuscirci, un riordino della normativa in materia, alcuni eventi, dall’inizio del 2007 sembrano aprire uno spiraglio positivo verso la risoluzione della vexata quaestio. Innanzi tutto, in un clima di serena unità d’intenti che ha visto convergere: Istituzioni, Membri del Parlamento, le organizzazioni sindacali ed imprenditoriali ed i Ministri del Lavoro e della Salute, si è svolta a Napoli, presso la Citta della Scienza, nei giorni 25 e 26 gennaio, la 2a Conferenza Nazionale “Salute e Sicurezza sul Lavoro”. Scorrendo il documento finale della due giorni si legge che: “La salute e sicurezza nei luoghi di lavoro è un tema che certifica il grado di avanzamento civile, sociale, economico e morale di un Paese. La battaglia sulla sicurezza è quindi una battaglia di civiltà perché è inaccettabile che si muoia di lavoro”. In questo senso l’evento di Napoli, appositamente dedic to alle vittime degli incidenti sul lavoro, ha rappresentato un importante momento di riflessione e di confronto fra Governo e Società su un tema che rappresenta un’urgenza per l’Italia, e dal quale è emerso un obiettivo condiviso: “la tutela della salute delle lavoratrici e dei lavoratori, in un contesto caratterizzato dalle radicali trasformazioni delle realtà produttive e delle forme contrattuali, che impongono di conciliare la maggiore flessibilità del mercato del lavoro con la necessità di massimizzare la sicurezza per tutti”. Dalla discussione fra i partecipanti sono emersi vari punti nodali e azioni prioritarie da mettere in pratica per realizzare una efficace strategia volta alla riduzione degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali. Tali indicazioni si possono così sinteticamente elencare: • Una grande campagna di diffusione della cultura della sicurezza sul lavoro, attraverso il potenziamento dell’informazione e della formazione, l’inserimento della salute e sicurezza nei programmi scolastici ed universitari, la diffusione di buone pratiche e la creazione di un canale digitale sul lavoro; • La lotta la lavoro sommerso e irregolare, con particolare riferimento ad alcuni contesti territoriali e sociali e al lavoro precario, quali fattori determinanti degli infortuni sul lavoro; • Ilriordinodellalegislazioneinmateriadisaluteesicurezza sul lavoro, nel rispetto delle disposizioni comunitarie, dell’equilibrio tra Stato e Regioni e dell’uniformità della tutela sull’intero territorio nazionale; operazione da compiere attraverso un Testo Unico che innovi, semplificandolo, il quadro normativo esistente; • La valorizzazione degli apporti delle parti sociali e della bilateralità; • Il coordinamento tra istituzioni, servizi ispettivi e di prevenzione finalizzato alla massima efficacia ed al potenziamento delle rispettive attività, realizzato anche attraverso accordi specificatamente mirati alla particolarità del territorio; • La previsione di misure premiali per le imprese virtuose; • Il potenziamento del ruolo e della tutela dei Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza. A distanza di poche settimane, il tema salute e sicurezza sul luogo di lavoro torna alla ribalta delle cronache grazie ad una curiosa concomitanza di eventi. Il 16 febbraio, presso il Centro Fiere di Bastia Umbria (PG), ha avuto luogo una giornata di sciopero generale indetto congiuntamente dai tre maggiori sindacati nella regione che detiene il triste secondo posto nella classifica delle regioni italiane dove si muore di più sul lavoro (ultimo tragico episodio quello dello scorso 25 novembre presso la raffineria Umbria Oli di Campello sul Clitunno in cui persero la vita quattro persone). Oltre 4.000 presenze, fra cui i Segretari nazionali di Cgil, Cisl e Uil insieme ai messaggi pervenuti dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano e dai Presidenti di Camera e Senato, Fausto Bertinotti e Franco Marini. Proprio nelle stesse ore in cui si ribadiva l’impegno delle parti sociali e delle Istituzioni a ridurre le cause degli incidenti sul lavoro, a Roma, la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha comunicato nel corso della seduta il Consiglio stesso aveva approvato, fra i vari provvedimenti, su proposta del Ministro del Lavoro e della Previdenza Sociale, Cesare Damiano e del Ministro della Salute, Livia Turco, uno schema di disegno di legge per il conferimento al Governo della Delega all’emanazione di un Testo Unico per il riassetto e l’aggiornamento della normativa in materia di tutela della salute e della sicurezza sul lavoro. Dalla comunicazione risulta che il disegno di legge prevede il completo riordino di una disciplina articolata e stratificata nel tempo, che il recepimento di numerose norme comunitarie ha reso ancor più complessa. Non si tratterà, pertanto, di un Testo Unico meramente compilativi, in quanto è prevista l’introduzione di molti elementi di novità nella normativa delegata e il superamento di lacune significative. Successivamente, nella seduta n. 46 del 13 aprile, il Consiglio dei Ministri ha approvato la Delega al Testo Unico Tra i punti qualificanti della disciplina che il Governo metterà a punto dopo aver ricevuto la Delega dal Parlamento, oltre alla riformulazione e all’adeguamento del sistema sanzionatorio, vi è la previsione della piena garanzia per i lavoratori “parasubordinati” e “autonomi”, che vengono considerati beneficiari di tutela in quanto semplicemente presenti in un ambiente di lavoro di cui il datore abbia la disponibilità, indipendentemente dal tipo di contratto o dal titolo per cui prestano opera. Un ulteriore elemento di novità sarà il rafforzamento del ruolo del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza territoriale, in un contesto che renderà possibile affrontare i problemi connessi alle modalità di elezione e di svolgimento del mandato. Ulteriori elementi previsti nello schema da portare all’attenzione della comunità sono la necessità di una pianificazione della formazione e della sensibilizzazione dei cittadini e la rivisitazione della normativa in materia di appalti e riorganizzazione della sorveglianza sanitaria. Non è nascosta, per favorire il corretto funzionamento del nuovo assetto normativo, la realizzazione di un coordinamento su tutto il territorio nazionale delle attività in materia di salute e sicurezza sul lavoro , finalizzato all’emanazione di indirizzi generali e uniformi e alla promozione/diffusione di informazioni in materia. Vengono poi valorizzati e incoraggiati, altresì, accordi aziendali, codici di condotta e “buone prassi” che orientino utilmente i comportamenti dei datori di lavoro. Ovviamente sul provvedimento si aspetta il parere della Conferenza unificata Stato-Regioni, ma, già allo stato attuale si può accogliere con favore la volontà di riordinare la legislazione in materia, esigenza ormai improrogabile. Alla luce della drammatica casistica di incidenti sul luogo di lavoro, che proprio nei giorni in cui si chiudeva questo articolo ha visto subire un’impennata, sorge spontanea la domanda: il problema è nella vetustà e obsolescenza delle norme o piuttosto nella scarsa applicazione delle stesse e nei relativi controlli? Perché, nel secondo caso, come spesso accade nel nostro Paese, fatte le regole…!