SISTRI: Selex ricorre al TAR, bando Consip a rischio

La controllata di Finmeccanica è intenzionata a non cedere la propria infrastruttura fino a quando il Ministero dell’Ambiente non pagherà i debiti milionari.

sistrioggi

Il 4 agosto scorso la controllata di Finmeccanica, Selex, ha presentato ricorso contro il Ministero dell’Ambiente presso la III Sezione del TAR del Lazio contro la gara d’appalto per l’assegnazione del SISTRI a un nuovo Concessionario.
Attraverso il ricorso dal titolo“Declaratoria della illegittimità di qualunque misura intesa ad ottenere dalla ricorrente, concessionario uscente del SISTRI (sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti) la consegna dell’infrastruttura senza la previa corresponsione di un importo pari al valore dell’infrastruttura che non risulta recuperato”, esattamente un giorno prima della scadenza del bando indetto da Consip, Selex ha richiesto che programma e server, nonché i propri apparati, servizi, licenze e sale dati, non vengano consegnati a terzi prima che il Ministero dell’Ambiente abbia saldato tutti i suoi debiti  che, per effetto delle fatture rimaste insolute e dei mancati pagamenti, ammontano a circa 290 milioni di euro.

Da quanto emerge dal ricorso, infatti, “per la realizzazione e gestione del Sistri, il ministero, a fronte di un corrispettivo pari (secondo le assunzioni a base della concessione) a circa 336 milioni di euro, che avrebbe dovuto pagare in cinque anni a partire dalla sottoscrizione del contratto (2009-2014), ha finora corrisposto a Se.Ma in tutto 46,1 milioni di euro (dei quali 21,9 milioni solo a fine dicembre 2014) e ciò, pur avendo Se.Ma sempre dato piena e regolare esecuzione alle proprie obbligazioni contrattuali”.

Poiché la gestione del SISTRI è la sua attività principale, Selex è al momento in liquidazione a causa delle insolvenze del Ministero e lamentava già lo scorso anno i gravi disagi a sostenere la continuazione del servizio.

Non meno pesanti sono stati i disagi che le aziende hanno dovuto affrontare in questi anni e numerose sono le lacune del sistema più volte denunciate dalle associazioni di categoria, come il posizionamento della black box in motrice e non sul rimorchio, la mancanza di un corredo fotografico dei rifiuti trasportati e della copertura satellitare GPS. Inoltre, il sistema di tracciabilità ha un ambito prettamente nazionale, ma sappiamo bene che i maggiori traffici illeciti sono di fatto transfrontalieri.

Il futuro del sistema potrebbe essere a rischio perché il ricorso, che verrà discusso in udienza pubblica il 2 dicembre, potrebbe congelare la gara indetta da Consip per trovare un nuovo concessionario.
Al momento non è stata chiesta nessuna sospensione cautelare e Consip garantisce la regolare prosecuzione delle procedure di gara che vanno avanti secondo i tempi concordati con il ministero dell’Ambiente.

Ma i dubbi restano.

Cosa accadrà il 1° gennaio 2016 quando il contratto tra Selex e ministero sarà definitivamente scaduto per legge?
Inizierà una nuova era per la tracciabilità dei rifiuti o saremo di fronte all’ennesimo stop?

Sicuramente un mare di incertezze per i tanti operatori che ogni giorno sono costretti a confrontarsi con il SISTRI e che da ogni parte di Italia chiedono al Governo di fare qualcosa e di farlo in fretta.


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